L’archivio della rubrica «Computer»

L’aggiornamento

Ho l’impressione che la maggioranza dei produttori del software non capisca una cosa banalissima: gli utenti aprono i loro prodotti a) per usarli, b) per usarli ora e non tra minuti o ore.
Quando apro un programma e vedo che esso mi saluta con la comunicazione della disponibilità di un aggiornamento, io chiudo la comunicazione e mi metto a utilizzare il programma. E chissà quando mi ricordo dell’aggiornamento da installare manualmente.
Quando apro un programma aggiornato e vedo che esso mi saluta con la proposta di fare un tour della nuova versione, io chiudo la proposta e mi metto a utilizzare il programma. E l’opzione del tour non si trova più.
O sono l’unico a non voler sprecare la concentrazione?


La prima causa dei guasti

A volte capita che arriva qualcuno (ma è molto meglio quando arriva qualcuna) e dice: «Eugi aiutami, il mio pc è lento, si spegne da solo e fa un rumore brutto!»
Dopo quelle parole, di solito, il loro autore (o autrice) si aspetta di vedermi battere all’impazzata i tasti della tastiera per far comparire dei codici lunghissimi su uno schermo verde e, dopo circa trenta secondi di lavoro, pronunciare qualcosa come «Problema risolto grazie alla metodologia segreta della NASA». [Andrebbe aggiunta una risata diabolica e lo sguardo da figo che non sarei però capace di visualizzare con dei simboli alfanumerici.]
La realtà, invece, è molto prosaica. Spengo il computer «malato», prendo un cacciavite e lo apro. Nel 99% dei casi vedo qualcosa del genere:

E non si tratta solo della ventola, vediamo anche cosa c’è attorno:

E il dissipatore sotto la ventola:

E pensate che quello delle foto non è il caso più grave. Ho visto dei computer che sembravano un aspirapolvere mai svuotato. In sostanza, a causa della polvere il processore non si raffredda bene, si surriscalda e si spegne per sicurezza. E meno male che è ancora capace di farlo: potrebbe anche bruciarsi.
Purtroppo (e stranamente) la gente non immagina quanti guasti degli oggetti elettronici sono dovuti esclusivamente alla polvere o, più in generale, sporcizia. Perché sembra un motivo troppo semplice, troppo banale – ma proprio per questo è il più diffuso.
Chiudo il post di oggi con un piccolo consiglio tecnico. Se, per qualche motivo, non avete la voglia di pulire la ventola, potete anche cambiarla: costa poco (meno di dieci euro) ed è facile da staccare/installare.


La nostra amica compie anni

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Ah no, volevo scrivere questo:
Oggi la tastiera QWERTY compie 140 anni.
Il 27 agosto 1878 l’americano Christopher Sholes ottenne il brevetto per la sua macchina per scrivere con la disposizione dei tasti che oggi conosciamo come «QWERTY». Secondo una leggenda attualmente molto diffusa, l’unico obiettivo della invenzione di questo tipo della tastiera è la velocizzazione del processo di battitura. Mentre in realtà la disposizione dei tasti dalla quale è caratterizzata è dovuta anche al tentativo di minimizzare il rischio che i martelletti con le lettere più usate si incastrassero (venendo alzati uno dopo l’altro) durante il lavoro.
Secondo un’altra leggenda altrettanto diffusa, con il passaggio dalle macchine per scrivere ai computer, non sarebbe più necessario mantenere la fedeltà a QWERTY e si potrebbe passare a uno schema più comodo. Ma ora che siamo liberi dalle specificità meccaniche del nostro strumento per battere i testi, possiamo anche ammettere la grande verità. La tastiera più comoda è quella alla quale siamo abituati. La maggioranza degli utenti è abituata alla QWERTY, e allora lasciamoli concentrarsi sui contenuti e non sulla posizione delle dita sui tasti.

P.S. Conosco un signore di Mosca molto abituato alla sua tastiera per il desktop del 1994. Egli dice di essere pienamente soddisfatto della forma fisica dei tasti e del loro movimento durante la battitura. Tanto soddisfatto da portare l’amatissima tastiera in tutti i suoi viaggi personali e lavorativi. Quindi negli ultimi 24 anni ha già dovuto modificare tre volte l’attacco del cavo per continuare a usarla.


Durante le ultime vacanze natalizie avevo trovato in casa alcuni CD musicali rari e, non essendo riuscito a trovare i rispettivi contenuti nel formato mp3, mi ero chiesto sulla possibilità di convertirli con le proprie forze. Una decina d’anni fa mi era già capitato di fare una operazione del genere, ma non mi ricordavo ormai il nome del programma utilizzato. In dieci anni, poi, il mondo del software è ovviamente cambiato tantissimo.
Di conseguenza, ho nuovamente intrapreso delle ricerche mirate. E oggi ho pensato di condividere con voi la mia esperienza positiva. Si tratta di una cosa importante in quanto la vita di un CD è in realtà molto più breve di quanto si possa immaginare. Infatti, il materiale di cui è fatta la loro parte scrivibile col tempo si decompone, quindi più è vecchio un disco, più è probabile il rischio che i dati registrati sopra vengano persi per sempre. Dopo i dieci anni d’età di un compact disc, potete aspettare la sua magica trasformazione in un pezzo di plastica inutile praticamente in qualsiasi momento.
Il post di oggi è dedicato al caso specifico dei CD musicali. La loro conversione in mp3 può essere facilmente effettuata con il programma gratuito Free Audio CD to MP3 Converter.
Il è un programma talmente semplice nel suo utilizzo, che secondo me non necessiterebbe nemmeno di una spiegazione. Per sicurezza introduco molto brevemente i tre passaggi principali.
Passaggio № 1. Inserite il CD musicale nel lettore del vostro computer e avviate il programma. Selezionate i brani da convertire sulla lista comparsa nella finestra grande (visto che ci siamo, convertiamo tutto):

Passaggio № 2. Nel menu «Formati» in basso a sinistra selezionate, appunto, il formato che vi interessa:

Passaggio № 3. Nel menu «Impostazioni predefinite» in basso a destra selezionate la qualità dell’audio che vorreste avere (il bitrate, in pratica il livello di compressione del file). Più è altà la quantità dei kbps, più è alta la qualità dell’audio.

Poi cliccate sul buttone «Converti» (in basso a destra) e aspettate che la fine del processo.
Non so se si possa inventare qualcosa di più semplice.


Come restabilire la connessione WiFi

Come saprete, anche in base alla propria esperienza digitale, può facilmente capitare che sul vostro computer con l’OS Windows smetta di funzionare l’internet. Allo stesso tempo, il computer potrebbe vedere le reti disponibili e avere già le password disponibili.
Non preoccupatevi perché la manifestazione di tale fenomeno non significa che il vostro computer sia guasto. Ora vi descrivo la più semplice delle soluzioni, consistente in tre brevissimi passaggi.
Passaggio № 1. Nella barra della ricerca digitate le tre lettere cmd oppure l’espressione prompt dei comandi. Il risultato sarà questo:

Passaggio № 2. Con il tasto destro cliccate sulla voce Continuare la lettura di questo post »


Il Paint è morto. W il Paint

Tra ieri e oggi ho letto numerosi post di persone sconsolate per la presunta morte di MS Paint.

I manager della Microsoft ne avranno letti molti di più e hanno dunque pubblicato un bel comunicato sul blog aziendale. In poche parole, pur non essendo più preinstallato nel sistema operativo, il Paint sarà comunque disponibile gratuitamente sul Windows Store. Gioite!

È vero che si tratta di un bel editor da bambini, ma a causa della sua semplicità antiquata è molto più facile creare un disegno orrendo che bello…

Saprete sicuramente che sul nostro pianeta esistono alcuni — pochissimi — artisti che creano delle opere interessanti con il Paint, ma chissà quanto tempo della loro unica vita sprecano davanti a quel programma primitivo!

Insomma, regalate il paint ai vostri figli (per farli imparare a disegnare con il computer) e poi scegliete un programma più serio per voi stessi.


Le previsioni del Windows

Il sistema operativo Windows 10 partecipa attivamente alla comunicazione delle previsioni del tempo sul canale televisivo statunitense KCII 8:


Unire le cartelle

Il Windows è un sistema operativo che, complessivamente, mi soddisfa (probabilmente perché ne sono troppo abituato utilizzandolo il 99,99999% del tempo che passo davanti a un computer). Ha, però, alcune piccole imperfezioni tecniche che periodicamente mi infastidiscono.

Per esempio: perché non esiste l’opzione «unisci cartelle di file»? Lavorando su progetti di dimensioni medio-grandi mi capita spesso di organizzare i file in delle sottocartelle al fine di minimizzare la confusione. Così succede per le fonti e i materiali dei singoli capitoli di ogni testo lungo che mi capita di scrivere per lavoro, per i materiali elaborati per il mio sito etc.

Per ogni grande progetto prima o poi arriva però il momento di metterlo insieme, di assemblarlo. Proprio a qual punto, ogni volta, inizio a bestemmiare saltando da una cartella all’altra e ripetendo per decine di volta la sequenza dei passaggi copia-incolla-sostituisci-mantieni entrambi… Eppure si potrebbe fare tutto in meno passaggi: selezioni le cartelle – tasto destro – unisci – rispondi alle stesse domande che il sistema operativo spesso fa nel corso del solito copia-incolla.

Chi ha delle conoscenze alla Microsoft è autorizzato a trasmettere questa mia osservazione.


Il riavvio del Windows 10

Negli ultimi anni ho osservato che diversi utenti del Windows 10 soffrono per il (o, almeno, sono infastidite dallo) medesimo problema: gli improvvisi riavvii del computer che vuole installare gli aggiornamenti proprio in quel momento preciso.

Ebbene, soffrire non è necessario. Avreste potuto scoprirlo anche da voi, ma visto che siete tanto pigri da non esplorare le funzionalità basilari del proprio computer, ora leggete pure questo post. Perché sto per spiegarvi come evitare il riavvio improvviso del Windows 10.

Passaggio № 1. Andate su Start e cliccate sul simbolo delle impostazioni (la rotellina).

Passaggio № 2. Quando si apre la relativa finestra, nella barra della ricerca digitate la parola update e cliccate sul primo dei risultati apparsi.

Passaggio № 3. Quando la finestra si aggiorna in base alla vostra scelta, cliccate sul link «Cambia orario della attività» (l’ho sottolineato con il rosso).

Passaggio № 4. Ora digitate le ore dell’inizio e della fine del periodo in cui non volete essere disturbati dal riavvio del computer. Salvate la vostra preferenza!

BONUS. Il metodo appena descritto va bene se vi capita con una certa periodicità di accendere il computer anche fuori dagli orari impostati al passaggio № 4. In tale modo permettete al vostro computer di aggiornarsi e dunque, evitare alcune spiacevoli sorprese (come, per esempio, il virus WannaCry).

Se, invece, avete paura di dimenticarvi di quanto appena letto, potete impostare l’orario più comodo per gli aggiornamenti. Per farlo, al passaggio № 3 cliccate sul link «opzioni di riavvio» (sotto quello che ho sottolineato) e impostate l’orario che vi è più comodo.


La liberalizzazione del mp3

Ho appena scoperto che l’azienda tedesca Fraunhofer IIS, che alla fine degli anni ’80 ha inventato il formato digitale MP3, ha deciso di non prolungare più la licenza proprietaria del suddetto formato.

Si tratta di una notizia molto positiva. Essa non comporta infatti la morte automatica di un formato comodo per la gente comune (e per alcune emittenti digitali) ma esattamente il contrario. D’ora in poi i produttori di vari media player non dovranno più pagare la licenza alla Fraunhofer IIS per poter includere i driver di lettura degli MP3 (l’azienda ci guadagnava circa cento milioni di euro all’anno). Diventando un formato gratuito, d’ora in poi sarà sicuramente leggibile da tutti i programmi e dispositivi elettronici.

I programmi e i dispositivi più noti leggono gli mp3 praticamente da sempre. Di fronte a un prodotto poco (o per nulla) conosciuto, però, non dovremo più chiederci «chissà se apre anche gli mp3?» E questo fatto è enormemente positivo.

W MP3!