Nelle ultime settimane ho ricevuto più di una proposta di svolgere le tradizionali (per questo periodo particolare) riunioni video utilizzando un certo Whereby.
Qualcuno di voi conosceva questo strumento fino a cinque secondi fa?
Io l’ho scoperto solo a metà marzo grazie al suggerimento di un collega e ora posso raccontarne a voi.
Il servizio può essere utilizzato in due modi: sul sito whereby.com oppure attraverso una app per lo smartphone. In entrambi i casi, l’aspetto grafico e il funzionamento del servizio sono uguali. L’app è gratuita (come, ovviamente, anche l’accesso al sito).
Il primo aspetto interessante: non è necessario essere un utente registrato per poter partecipare a una conversazione. Infatti, è sufficiente avere l’indirizzo della «stanza» («room») nella quale si svolge l’incontro.
Se, invece, si vuole creare un proprio account (i vantaggi verranno descritti più in basso), la registrazione è molto semplice e veloce. Sulla app o sul sito inserite il vostro nome e poi l’indirizzo della mail. Una volta registrati, volendo potete aggiungere anche una foto. Ed è fatta.
L’aspetto che mi è sembrato un po’ scomodo già a partire dal primo momento è la modalità del login. Infatti, al posto della password bisogna ogni volta inserire un nuovo codice di 6 cifre ricevuto via mail. Ma, come ho già scritto, non è sempre necessario autentificarsi per partecipare alle conversazioni.
Un’altra piccola scomodità — della quale molti di voi non si accorgeranno — è la richiesta di abilitare le notifiche che appare ogni volta dopo l’autentificazione. Io ho disabilitato quasi tutte le notifiche sul telefono per non farmi distrarre dalla vibrazione continua, ma voi potreste avere delle abitudini diverse dalle mie.
E ora torniamo agli aspetti positivi. Il Whereby attualmente ha tre piani tariffari. Il piano «Free» consente di avere solo una propria «stanza» di conversazione per un massimo di 4 partecipanti. Il piano «Pro» (9,99 dollari al mese) consente di avere fino a 3 stanze da 12 partecipanti. Il piano «Business» (59,99 dollari al mese) consente di avere a partire da 10 stanze.
Per ora mi è capitato di utilizzare solo la versione «Free»: è sufficiente per le riunioni che mi capitano nel 90% dei casi. Ho visto che è possibile creare una «stanza» aperta solo agli interlocutori specificatamente invitati oppure a chiunque (in ogni caso, bisogna ricordare del numero massimo possibile dei partecipanti). In ogni caso, i creatori affermano che le conversazioni sono sempre criptate e private.
Dopo alcune occasioni di utilizzo posso testimoniare serenamente due cose. Prima di tutto, il Whereby ha sempre una ottima qualità dell’audio e del video (nell’epoca dei server sovracarichi è una grandissima conquista). In secondo luogo, a disposizione dell’utente ci sono un menu molto semplice e la possibilità di chattare in formato testuale con i partecipanti alla conversazione (spesso è comodo per fare vedere di cosa in concreto si sta parlando).
Come probabilmente vi siete accorti anche voi, la qualità della trasmissione dei dati audio/video via Skype è peggiorata tantissimo negli ultimi anni (oppure sono aumentate le nostre esigenze? boh…). Il Zoom ha alcuni problemi seri di sicurezza. Il Microsoft Team a molti sembra uno strumento troppo incasinato. Quindi è interessante e utile provare a studiare le possibili alternative. Il Whereby è una di queste: ideale per i piccoli gruppi di lavoro. Un giorno potrei provare a elencare anche altre alternative possibili.
L’alternativa a Skype e altri
(3 giugno 2020)
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