In memoria della guida

(21 Gennaio 2019)

Esattamente 95 anni fa, il 21 gennaio 1924, è schiattato Vladimir Lenin: la «guida del proletariato mondiale», un buon politico dedicatosi alla dubbia causa, amante dei metodi che solo per una serie di coincidenze conosciamo come «staliniani», un ex avvocato promettente
Sfruttando la ricorrenza odierna, vi racconterei però di un altro aspetto leniniano: dei monumenti in sua memoria.
A nessun altro personaggio storico vissuto sul nostro pianeta è stata dedicata una quantità simile di monumenti. Infatti, ai tempi dell’URSS su tutto il territorio dell’Unione (1/6 della terraferma) fu imposto il culto quasi religioso della venerazione di Lenin. In seguito al crollo del regime comunista e alla comprensibile distruzione di massa dei monumenti di Lenin in Ukraina, Polonia e nelle repubbliche baltiche, la quantità complessiva dei monumenti è diminuita notevolmente. Ma si sostiene comunque che ce ne siano ancora più di 9 mila in piedi.
Non posso commentare le stime sulla quantità, ma posso mostrarvi alcuni degli esemplari più interessanti.
Ufficialmente, il primo monumento a Vladimir Lenin è stato eretto davanti alla entrata della «Manifattura Glukhovskaja» a Noginsk (in provincia di Mosca) il 22 gennaio 1924, quindi il giorno seguente la morte di Lenin.

Tra i numerosissimi monumenti comparsi nei decenni successivi alcuni sono diventati canonici. La forma canonica è caratterizzata dal fatto che la figura di Lenin indica qualcosa con la mano (la giusta via?), proclama qualcosa o manifesta con la propria postura di essere una guida. Ecco un esempio moscovita della terza opzione, realizzato dallo scultore Lev Kerbel:

Di solito, nell’altra mano della statua di Lenin si vede il suo famoso chepì morbido.

Ma spesso ce l’ha in testa.

Meno frequenti, ma non pochissimi, sono i monumenti di Lenin con qualche altro tipo di copricapo. Ecco un esempio della città di Rybinsk (266 km a nord di Mosca).

Un altro esempio è di Minusinsk (in Siberia orientale).

Mentre questo è di Bijsk (in Siberia).

Il monumento di Lenin con i vestiti più pesanti si trova a Petrozavodsk: con un cappotto pesantissimo e con un colbacco in mano.

E poi esistono dei monumenti molto anomali. In più grande si trova a Volgograd, all’entrata del canale Volga-Don. L’altezza complessiva è di 57 metri (27 metri la scultura e 30 metri il piedistallo). È il più grande monumento al mondo che raffigura una persona realmente esistita.

Il monumento più strano si trova a Ulan-Udé. La testa è alta 7,7 metri e larga 4,5 metri, pesa 42 tonnellate.

Il monumento a Lenin meno visitato al mondo è un busto di plastica installato nel dicembre del 1958 al polo sud dell’inaccessibilità. Dal vivo sarà stato visto da una quarantina di persone.

Un monumento stranissimo si trova (e a volte vaga) in uno dei depositi ferroviari di Mosca.

Quello di Nizhnij Volochek è un po’ più facile da interpretare.

Lo stesso vale per quello di Nizhnij Tagil.

Nel paesino Voznesenie (in provincia di San Pietroburgo) il busto di Lenin poggia sui «libri» di Lenin (quelli rossi) e il «Capitale» di Marx (quelli neri).

E non possiamo certo trascurare i monumenti installati fuori dall’ex URSS. Molti di essi sono realizzati secondo la concezione del bello locale. Ecco, per esempio, Lenin a Goa:

Lenin a Los Angeles:

Lenin a Sucleia (in Moldavia):

Lenin e il popolo dell’Avana:

Concluderei con una scultura russa un po’ particolare, quella creata da Sergey Konenkov nel 1947. Non so quale sofferenza fisica o morale avesse voluto rappresentare lo scultore (oppure quali sostanze avesse assunto prima di realizzare l’opera).

Rubriche: Russia

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