Gli attacchi in Germania

(25 luglio 2016)

Dopo l’attacco terroristico avvenuto a Monaco di Baviera il 22 luglio, alcuni politici tedeschi hanno avanzato la proposta populista di rendere più severe le leggi sull’acquisto delle armi da parte dei privati. Si tratta di populismo per due banalissimi motivi: 1) i terroristi e i criminali non comprano le armi in modo legale; 2) l’incapacità dei cittadini di difendersi non comporta l’azzeramento dei pericoli da cui doverebbero poter difendersi.

I cittadini privati maggiorenni fisicamente e mentalmente sani, senza precedenti penali, non appena tornate dalle zone di guerra e capaci di custodire le armi in modo sicuro devono avere la possibilità di possedere le armi da fuoco corte. Solo questo aiuterà a abbassare notevolmente la delinquenza quotidiana (autodifesa e prevenzione: «chissà se quella tipa che voglio violentare ha una pistola in borsa?») e di fermare in modo tempestivo i terroristi (se il camionista di Nizza non fosse stato sparato in meno di un minuto, cosa avrebbe fatto in tempo a fare? e se ci fosse stata più gente in grado di spararlo?). Se non vi è mai capitato di trovarvi in una situazione di pericolo – anche banale: trovarvi di fronte a un cane super aggressivo – fidatevi della mia esperienza: costretti dalla voglia di vivere, siamo tutti capaci di sparare. Vi dirò di più: molti di noi, pur essendo molto pacifici nella vita reale, non si fermeranno prima di svuotare tutto il caricatore contro il proprio aggressore.

E, ovviamente, devo fare una precisazione importante. Il «far west» non è quando tante persone hanno una pistola in tasca. Il vero «far west» è quando i pochi armati si sentono dei padroni del mondo. La diffusione delle armi tra la popolazione aiuta a contrastare il vero «far west».

Se torniamo ai tristi avvenimenti in Germania, c’è da constatare anche il fatto che negli ultimi 44 anni la polizia tedesca non ha fatto alcun progresso nelle capacità di reagire agli attacchi terroristici. Così, la notte tra il 22 e il 23 luglio ha bloccato l’intera città perché non si era accorta del suicidio del terrorista e del fatto che ce n’era solo uno. La sera del 24 luglio, invece, dopo l’esplosione ad Ansbach ha costretto gli spettatori di un concerto di lasciare l’area protetta (quella del concerto, appunto) e di camminare in massa per le vie buie fino a casa o albergo. In questo ultimo caso un terrorista furbo avrebbe pensato di poter fare esplodere un petardo al concerto per poi sparare la grande massa di persone cacciate via dalla polizia.

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