Organizzazioni indesiderate

(29 maggio 2015)

Chi segue in un modo almeno superficiale la politica russa, ha sicuramente letto o sentito della recente legge sulle «ONG indesiderate». Il 23 maggio, infatti, il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato una legge (approvata il 19 maggio dalla Duma) che autorizza il Procuratore generale e i suoi Vice di bloccare l’attività e i beni delle ONG «indesiderate» (letteralmente, «pericolose per l’ordine costituzionale della Russia, le sue sicurezza e difesa») senza l’autorizzazione del giudice.

Sapete qual è il problema? Nella legislazione russa manca la definizione delle organizzazioni non governative, mentre esiste quella delle organizzazioni non a scopo di lucro. La legge firmata da Putin, quindi, introduce un termine nuovo senza fornire la sua definizione. In più, non specifica che le organizzazioni eventualmente individuate come «indesiderate» debbano per forza essere «non a scopo di lucro». Di conseguenza, anche una qualsiasi azienda straniera privata (senza la partecipazione statale) può ora essere definita «indesiderata». Può essere definita tale non perché lede gli interessi della Russia, ma semplicemente perché fa da concorrente a una azienda di qualche politico (nonostante il divieto di legge, hanno quasi tutti delle attività private). Oppure perché è in concorrenza con qualcuno sufficientemente ricco da poter corrompere gli organi statali vigilanti.

Si tratta, in pratica, di un attentato ai danni della economia russa. Quale investitore straniero serio avrà il coraggio di rischiare tanto?

Rubriche: Russia

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