Le forme dell’innaturale

(8 marzo 2020)

Penso che si possa ormai constatare che con la parola «alta» vengono descritte le forme più perverse della attività umana quotidiana. Pensiamo, per esempio, alla cosiddetta alta cucina: chi ha avuto la sfortuna di assaggiarla, ricorda benissimo la sensazione di essersi alzato dal tavolo più affamato di quanto lo era prima di sedersi. Di conseguenza, dobbiamo riconoscere che l’alta cucina non c’entra alcunché con il cibo.
Oppure, potremmo pensare alla alta moda. A quale persona mentalmente sana verrebbe mai in mente di indossare almeno un capo visto in almeno una sfilata di moda? Esatto: l’alta moda non ha l’obiettivo di vestire le persone, così come l’alta cucina non l’obiettivo di sfamarle. A causa della loro inutilità pratica possiamo considerarle due forme d’arte. Non siamo obbligati ad amare tutte le forme d’arte di questo pianeta, vero?
Ma i creatori della moda, nel frattempo, stanno tentando di invadere anche le altre sfere della attività umana. Con il solo obiettivo di ricordare al mondo il nome della propria marca – ma certamente non per vendere – la francese Balenciaga ha presentato al mondo una pubblicità spaventosamente innaturale.

Sì, sono infiniti i modi di dare forma alla inutilità.
P.S.: devo fare gli auguri alle signore? Auguri.
P.P.S.: a volte mi sento troppo solo nel mio disprezzo estetico verso le mimose.

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