Non imitatelo

(7 dicembre 2016)

A giudicare da quello che dicono e scrivono gli italiani, quasi nessuno si è accorto di un fatto piuttosto grave: a buttare nel cesso una delle più importanti riforme italiane degli ultimi anni è stato proprio Matteo Renzi.

Il suo errore colossale sta nell’aver politicizzato il referendum con la frase «se vince il no, io mi dimetto» (aveva addirittura promesso di ritirarsi dalla politica, ma questa ultima promessa è verificare nel tempo). Ma era troppo facile prevedere che dopo queste parole tanti partiti di opposizione diversi dal suo si sarebbero approfittati della occasione per far cadere il Governo. Sì, si tratta di una delle occasioni meno opportune per chi è capace di ragionare sul futuro nel lungo termine. Sì, questo comportamento illustra bene quanto è basso il livello della responsabilità dei politici italiani nei confronti delle generazioni future. Sì, sappiamo anche che una delle funzioni principali di un qualsiasi politico è quella di lottare per il potere.

Ecco, abbiamo avuto l’ennesima conferma che a molti politici italiani interessa il potere in sé. Il potere da conquistare bloccando anche le versioni più timide delle riforme necessarie per il buon funzionamento dello Stato. Quindi i personaggi in questione hanno fatto di tutto per convincere gli italiani che la reale domanda del referendum sia «Vogliamo Renzi al Governo?».

Inoltre, abbiamo avuto l’ennesima conferma che il gregge degli elettori senza cervello è sempre pronto e addirittura felice di sostenere nella lotta per il potere proprio i politici di cui sopra. Ovviamente non rendendosi conto di aiutare proprio quei politici che fino al giorno prima loro stessi accusavano di volere solo il potere. Bravi! Ci vorrebbe un applauso…

Matteo Renzi ha buttato nel cesso anche la possibilità di entrare nella storia come un grande riformatore italiano. Entrerà invece nella storia solo come il premier di un Governo di destra-sinistra. E, magari, per essere stato vittima di un vecchio vizio della politica italiana: quello di affidare l’approvazione di ogni questione minimamente importante al voto di fiducia. Beh, almeno può accontentarsi dei manuali di scienza politica dove farà da esempio su come non si presentano al giudizio popolare le riforme costituzionali.

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