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Un bel film

Il film «Loveless» di Andrej Zvjagintsev era stato nominato all’Oscar, ma non l’ha vinto. Questo però non significa che non siaun gran bel film. In più, è un film fortemente consigliato da me (spero che questa ultima affermazione non venga considerata come un difetto).
Ci terrei di comunicare – a tutti coloro che conoscono già il regista – che «Loveless» rappresenta una certa anomalia nella sua filmografia. Infatti, è il suo primo film che lascia una piccola speranza allo spettatore. Si tratta di una speranza misera, ma pur sempre di una speranza.
Vorrei evitare di fare dei spoiler, quindi scrivo così: dopo aver visto il film ho continuato a pensare «ma era lui o non era lui?»
Il regista interrogato si è rifiutato di rispondere.


Andrey Zvyagintsev

Non so se qualcuno ha già notato – e eventualmente comunicato ai miei lettori – che il regista russo Andrey Zvyagintsev ha raggiunto un curioso record. Tutti i suoi lungometraggi sono stati premiati ai festival internazionali. Conoscete altri registi tanto amati degli esperti/critici? [se la risposta è sì, datemi i nomi!]

Nel frattempo vi ricordo che tempo fa avevo già postato un cortometraggio di Zvyagintsev su questo blog.

Io, intanto, aspetto la possibilità di vedere ilsuo ultimo film, premiato dalla giuria al Festival di Cannes 2017.


Cortometraggio russo №12

Nella edizione odierna della rubrica metterei il cortometraggio «Il mistero» di Andrej Zvjagintsev girato nel 2011. A differenza dei corti pubblicati precedentemente, non è un film muto: per fortuna sono riuscito a trovarlo con i sottotitoli in inglese.

Tra i lungometraggi di Zvjagintsev consiglierei prima di tutto «Leviathan» del 2014. Lo consiglio per almeno due motivi. Prima di tutto, so di certo che è stato tradotto in più lingue occidentali. In secondo luogo, consiglio di vederlo non come una barzelletta cinematografica, ma come una rappresentazione della vita quotidiana nella provincia russa. Vi aiuterà a capire qualcosa in più della Russia, dei russi, e se siete fortunati delle russe.

Molti spettatori occidentali, purtroppo, non sono stati avvisati di questo ultimo punto e, di conseguenza, hanno capito il «Leviathan» in un modo perverso.