Chi se non io potrebbe illuminarvi su una delle questioni più importanti e allo stesso tempo taciute della nostra vita quotidiana?
Ebbene, leggete e memorizzate.
Gli asciugamani, soprattutto quelli da bagno, si dividono in due categorie: quelli funzionali e quelli non. Gli asciugamani appartenenti alla prima categoria hanno – sull’asse lungo – i lati diversi. La diversità può consistere in disegni differenti o più semplicemente nella presenza di una etichetta su uno solo dei lati.
Gli asciugamani non funzionali, come avrete già capito, hanno i lati identici.
Un lettore distratto (oppure un lettore poco attento alla igiene personale) potrebbe interrogarsi sulla reale utilità di un asciugamano funzionale. Io, a questo punto, faccio l’esempio di uno dei fratelli della mia nonna materna. Per tutta la sua vita professionale fece il marinaio (oltre trent’anni da nostromo) e pure nei brevissimi periodi di vita sulla terraferma preferì sempre di mantenere una abitudine apparentemente strana. L’abitudine di fare un nodo su un lato della coperta.
«Perché lo fai?»
«Per ricordarmi qual è il lato dei piedi».
L’archivio del tag «vita»
Come può una persona normale impiegare le poche briciole della vita sensate che ci lascia quel buco temporale chiamato «1 gennaio»?
Per esempio, può contemplare la bottiglia vuota da 1,5 L della «Veuve Cliquot» e capire che nella vita di una persona completa dovrebbero capitare tante altre occasioni – legate al merito e non al calendario – per svuotare alter bottiglie del genere.
È abbastanza curioso scoprire quante persone occupate nell’IT non conoscono il potentissimo mezzo di comunicazione chiamato e-mail. Ovviamente capisco che si tratta di uno strumento di recente invenzione (è nato relativamente pochi decenni fa) e non tutti hanno già avuto modo di scoprirlo o solamente sentirlo nominare. Allo stesso tempo, una persona che lavora in uno dei settori più soggetti al progresso dovrebbe dimostrare una maggiore capacità di aggiornarsi. Indipendentemente dal fatto che sia un lavoratore dipendente non licenziabile, un precario, un lavoratore autonomo o il capo/proprietario di una azienda privata.
Porco Byte, posso non avere la possibilità di rispondere alla telefonata per 1024 motivi. Sto dormendo perché lavoro di notte. Sto intensamente pensando sulla soluzione di un problema colossale. Sto scrivendo una poesia per la donna dei miei sogni (oppure sto rimediando le conseguenze della sua lettura). Sto guidando una auto semi rotta in mezzo a un campo minato seguendo una mappa usurata. Assomiglio tantissimo all’autore di questo blog che odia parlare al telefono. Banalmente, non mi sono accorto della telefonata.
Apprezzo tantissimo tutti quei miei clienti e datori di lavoro che mi contattano (spesso sin dalle prime volte) via e-mail o altri messaggi scritti. Dimostrano di avere il rispetto del mio tempo.
Grazie a una certa attenzione mediatica verso la grande scelta di David Goodall possiamo finalmente comprendere una cosa importantissima: la morte di una brava persona può essere la fonte di speranza e non di tristezza. Intendo la speranza per la società degli esseri umani su questo pianeta.
Ieri, in una clinica specializzata svizzera David Goodall ha girato una valvola, si è fatto una iniezione letale e si è addormentato per sempre. Non era gravemente malato, non soffriva di alcun male. Ma a 104 anni era ormai stanco della vita e della vecchiaia. Voleva morire in modo decente, prima di perdere l’aspetto umano e diventare solo un pezzo di carne da mantenere in attività biologica.
Possiamo sperare almeno un po’ che nel futuro, chissà quanto lontano, quando la medicina sconfiggerà le malattie e la società gli assassini, gli umani andranno via come David Goodall, in modo dignitoso. Magari scherzando e cantando l’"Inno alla gioia".