L’archivio del tag «ucraina»

La proroga della legge marziale

Il Parlamento ucraino (Verkhovna Rada) ha prorogato per altri 90 giorni – fino al 13 maggio – la legge marziale e la mobilitazione generale dichiarate dopo l’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio 2022. Il relativo disegno di legge, presentato dal Presidente Vladimir Zelensky, è stato sostenuto da 335 deputati su 355, mentre altri 20 non hanno partecipato al voto.
Si tratta di una misura assolutamente logica, normale, purtroppo quotidiana per l’Ucraina di oggi e, di conseguenza, non particolarmente interessante. Io ne scrivo solo per sottolineare un piccolo dettaglio temporaneo: in base alla legislazione ucraina vigente, le elezioni presidenziali, parlamentari e quelle locali sono vietate in Ucraina durante il periodo del vigore della legge marziale. Dunque, ora abbiamo una conferma definitiva del fatto che durante la fase attiva della guerra le elezioni presidenziali ucraine (che avrebbero dovuto svolgersi a marzo) non si faranno. A me questa continua a sembrare l’opzione meno brutta: alle elezioni devono poter partecipare i residenti di tutto il territorio nazionale e scegliere non in base alle promesse populiste (anche quelle normali per le elezioni democratiche) elaborate anche sull’argomento di una guerra difensiva.


Il «Politico» scrive che i diplomatici europei il tredicesimo pacchetto di sanzioni (programmato per il 24 febbraio 2024) contro lo Stato russo come «simbolico», poiché è necessario più tempo per concordare «qualcosa di più grande». Per ora si parla dell’idea di limitare i movimenti dei diplomatici russi al territorio dello Stato in cui sono accreditati (non so come possa essere realizzata una idea del genere), le nuove restrizioni sulle persone i cui beni nell’UE sono già congelati (e allo che senso hanno le nuove sanzioni?) e «il divieto per un maggior numero di aziende di esportare beni a doppio uso».
Insomma, per il secondo anniversario della guerra in Ucraina hanno inventato un nuovo pacchetto di sanzioni praticamente inutili, non sensibili per Putin e tutta la sua cerchia. Perché, come dicono gli stessi funzionari comunitari, dopo due anni di guerra «è necessario più tempo».
Vi è mai capitato di discutere con le persone che si lamentano della burocrazia europea?


Per ora siamo a tre

Nei giorni scorsi la Bulgaria ha trovato il modo di trasferisce all’Ucraina un altro centinaio di BTR-60 sovietici: con pezzi di ricambio, armi e munizioni.

C’è un po’ di ironia nel fatto che prima i comunisti hanno derubato e impoverito il popolo del proprio impero spendendo cifre folli per la produzione di veicoli da combattimento. Poi i comunisti hanno spedito quei pezzi di ferro in tutto il mondo, nella maggior parte delle occasioni gratuitamente (il tutto è andato a credito, che poi è stato cancellato). E ora tutte queste macchine da combattimento vengono portate da tutto il mondo in Ucraina per combattere contro gli ex funzionari comunisti completamente impazziti nel 2022.
Solo i comunisti possono fare tre deficit sugli stessi propri prodotti (in questo caso militari).


Il National Security Archive della George Washington University ha pubblicato 11 documenti relativi alla prima visita del 42-esimo Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton in Russia e ai suoi incontri con l’allora Presidente russo Boris Eltsin. Il vertice Russia-USA si svolse dal 12 al 15 gennaio 1994. Tra i documenti pubblicati vi sono le trascrizioni e i resoconti degli incontri a due tra Eltsin e Clinton, nonché della loro cena a Novo-Ogariovo. In occasione della visita del presidente statunitense, Mosca, Washington e Kiev annunciarono di aver concordato il ritiro dell’arsenale nucleare sovietico dall’Ucraina. Trent’anni dopo, Clinton ha detto di essere dispiaciuto per il fatto che le autorità ucraine avevano rinunciato alle armi nucleari.
I più curiosi possono andare a vedere quei documenti per scoprire – questa vota dai documenti ufficiali – da come si parlava dell’ingresso della Russia nella NATO, della collaborazione USA–Europa–Russia e delle garanzie di sicurezza da dare alla Ucraina.


La fortuna numismatica

Nei giorni scorsi la mia collezione di monete si è arricchita di alcuni preziosi esemplari. Uno di essi è il rublo sovietico commemorativo, emesso nel 1989 per i 175 anni dalla nascita del poeta ucraino Taras Shevchenko (considerato uno degli artefici della letteratura ucraina e della lingua ucraina contemporanea):

Probabilmente, qualche volta potrei usare la foto di questa moneta in qualità di una immagine di profilo (visto che la forma rotonda ci è imposta su quasi tutti i siti già da un po’ di anni). Ho pure i baffi in una certa misura simili! In ogni caso, sarà un trucco tecnico esteticamente più bello e originale di una bandierina applicata sopra una foto propria. E, ovviamente, non significa assolutamente che sono un nostalgico dell’URSS (è in realtà è proprio al contrario).
P.S.: a tutti coloro che non lo sanno comunico che il dritto delle monete commemorative sovietiche era identico a quello delle monete normali. Eccolo sempre sulla stessa moneta di cui sopra: Continuare la lettura di questo post »


Circa 315 mila

Il capo della CIA William Burns ha scritto un articolo per Foreign Affairs dove, tra le altre cose, ha comunicato che la Russia avrebbe perso almeno 315 mila uomini – tra uccisi e feriti – nella guerra in Ucraina.
Mi dispiace che pure la CIA – la quale è sicuramente una organizzazione informata molto bene sull’argomento – partecipi alla creazione delle illusioni potenzialmente dannose. Dal numero riportato, infatti, sembrerebbe che l’esercito abbia già perso circa la metà degli uomini coinvolti nella aggressione contro l’Ucraina. Mentre in realtà ci sono dei dettagli importanti: non tutti quegli uomini sono dei militari di professione (ma cittadini mobilitati, detenuti prelevati dalle carceri, «wagneriani» etc.), non tutti i feriti sono stati definitivamente mandati a casa (in alcuni casi sono tornati sul fronte anche più di una volta), Putin è disposto fare molto per compensare la carenza dei missili, bombe e altro materiale con le masse dei corpi umani.
Insomma, il numero – sicuramente alto in termini assoluti – non deve sembrare un segno di gravi problemi dell’esercito russo. E, di conseguenza, non deve far sperare che Putin possa perdere o addirittura arrendersi in tempi brevi solo a causa delle perdite umane.
E poi, le perdite umane per lui non sono assolutamente un problema.


Orban “geniale”

Il premier ungherese Viktor Orban ha dichiarato, nella intervista al media francese Le Point, che l’Ungheria sosterrà la decisione europea di stanziare 50 miliardi di euro in aiuti alla Ucraina, ma a condizione che i Paesi-membri dell’UE approvino questa decisione ogni anno…
Poi ha detto anche tante solite stronzate (che di fatto bisogna trattare con Putin etc), ma noi basta già il punto di cui sopra.
In sostanza, Orban ha deciso di non fare più finta di essere un tipo timido e, invece, di manifestare sfacciataggine di livello massimo: «voglio che mi garantiate la possibilità di ricattarvi almeno una volta all’anno, così almeno una volta all’anno ci guadagno qualcosa».
Geniale! Anche io voglio salire a questi livelli.
Ah, e secondo me non è escluso che ci riesca…


La sorte di Zaluzhny

La sera di ieri, il 29 gennaio, i mass media ucraini hanno citato delle «fonti» innominate secondo le quali il comandante in capo delle Forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, potrebbe essere licenziato o è già stato licenziato. Poco dopo, il Ministero della Difesa ucraino ha pubblicato un messaggio su Telegram: «Cari giornalisti, rispondiamo subito a tutti: no, non è vero». Di conseguenza, se dovesse capitare anche a voi di leggere una «notizia» del genere, state attenti…
E, in ogni caso, vi ricordo un principio universale utile per il futuro: anche i media più seri russi e ucraini molto spesso citano delle «fonti anonime nella amministrazione presidenziale / governativa / parlamentare etc», senza però che tale fonte esista veramente. Semplicemente, in ogni media c’è sempre qualche giornalista poco responsabile che inventa o tenta di indovinare delle notizie che gli sembrano imminenti per logica degli eventi passati (come, per esempio, i presunti rapporti difficili tra Zaluzhny e Zelensky) e «si copre» con una fonte «che ha voluto rimanere anonima». Quelle notizie inventate, ovviamente, molto spesso non succedono e il giornalista inizia a sperare che tutti si dimentichino del suo trucco mal riuscito. Mentre noi, i lettori attenti, iniziamo a chiederci perché mai qualche dipendente della amministrazione debba passare qualcosa ai giornalisti in un modo anonimo… A meno che non si tratti di una disinformazione appositamente concordata con i capi.


Fortunatamente non so come esplodono gli aerei Il-76 con un carico di missili S-300 e come esplodono quelli senza un carico del genere. Ma vedo tanto fumo e tanto fuoco, mentre i corpi – o i loro frammenti – dei prigionieri di guerra ucraini presumibilmente presenti sull’aereo (dei quali la propaganda russa sta scrivendo così tanto) non sono ancora stati mostrati nemmeno sulle immagini censurate.

Ma un sacco di gente cerca di indovinare: cosa o chi, verso dove e da dove trasportava quell’aereo. Tentano di indovinare senza potersi basare su una quantità sufficiente di dati certi.
E, purtroppo, capisco perché le autorità ucraine non si affrettano a dire se abbiano abbattuto loro l’aereo. Se lo avessero abbattuto loro, sarebbe stato un buon successo militare. Ma potrebbero emergere dei dettagli che, pur non dipendendo da loro, possono eccitare negativamente le menti deboli della società.


La lettura del sabato

Nell’aprile 2023 Vladimir Putin aveva ordinato la creazione (ovviamente in Russia) di musei dedicati alla guerra in Ucraina e, di conseguenza, anche la ricerca e il trasferimento nei musei di «artefatti legati alla operazione militare speciale».
Da quel momento mi è capitato di leggere diverse notizie sulle esposizioni museali più o meno assurde e/o ridicole mirate a eseguire il suddetto ordine presidenziale. Ovviamente, i dirigenti di tutti i musei coinvolti non possono disobbedire nemmeno quando personalmente, nella propria mente, sono contrari alla guerra e alla politica putiniana in generale (ma non posso e non voglio criticare i dirigenti-oppositori per il fatto che continuino a lavorare: hanno dei loro validissimi motivi per farlo). E, di conseguenza, a volte non riesco a capire se ogni singola esposizione sia stata preparata dai semplici idioti oppure dalle persone intenzionate a screditare l’esercito-aggressore russo e la guerra in Ucraina.
Per capire su cosa si basano i miei dubbi, potete leggere l’articolo che riassume la situazione attuale dei musei russi della guerra in Ucraina. Non so se vi farà arrabbiare, vi stupirà o vi divertirà, ma sicuramente produrrà uno di quegli effetti.