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I territori strategici

Non tutto lo ricordano, ma nel 1946 gli USA proposero già alla Danimarca di vendere la Groenlandia per 100 milioni di dollari in oro (circa 1,3 miliardi di dollari di oggi).
Secondo i militari statunitensi dell’epoca, il territorio della Groenlandia sarebbe stato il più grande «portaerei fisso» al mondo, importante quanto la Alaska.
La seguente mappa illustra l’importanza strategica dei due territori:

Donald Trump non sarà tanto aggiornato sulla importanza della proprietà dei territori, ma dobbiamo constatare che non tutte le idee folli da egli espresse nascono nella sua testa.


Everybody smile

Il video (brevissimo) di oggi è stato girato durante il summit del G20 a Osaka. I Capi di Stato e di Governo eseguono, con prontezza variabile, un comando semplice e categorico.

Io l’ho riviso diverse volte…


Raggiungere la sicurezza

Possiamo imparare molto dai metodi di Donald Trump di tutelare la «sicurezza nazionale». Leggiamo, per esempio, l’interessantissimo articolo «Trump’s latest explanation for the Huawei ban is unacceptably bad» e prestiamo l’attenzione alla seguente citazione:

TRUMP: Huawei is something that’s very dangerous. You look at what they’ve done from a security standpoint, from a military standpoint, it’s very dangerous. So it’s possible that Huawei even would be included in some kind of a trade deal. If we made a deal, I could imagine Huawei being possibly included in some form, some part of a trade deal.
REPORTER: How would that look?
TRUMP: It would look very good for us.
REPORTER: But the Huawei part, how would you design that.
TRUMP: Oh it’s too early to say. We’re just very concerned about Huawei from a security standpoint.

Tenuto conto anche degli avvenimenti precedenti, possiamo osservare che secondo Trump l’azienda Huawei è pericolosissima per gli Stati Uniti, è il nemico numero uno. Ha vilato l’embargo dell’Iran, spia gli americani a favore della Cina, risponde direttamente al Governo e i servizi segreti cinesi etc etc. Quindi il mostro va fermato.
Subito dopo, però, Trump afferma che può cancellare la Huawei dalla lista nera qualora dovesse andare a buon fine la trattativa sugli accordi commerciali con la Cina. Gli accordi commerciali favorevoli agli USA farebbero automaticamente diventare la Huawei non pericolosa per gli americani…
Almeno c’è da riconoscere che è un tipo stupidamente onesto: non nasconde che le sanzioni contro la Huawei sono solo uno strumento diplomatico e non una conseguenza della preoccupazione maniacale per la sicurezza.

P.S.: nei giorni scorsi avete sicuramente letto o sentito che in seguito alle sanzioni americane la Huawei dovrebbe perdere l’accesso — tra le altre cose — alla licenza dell’Android e di altri strumenti della Google. Ebbene, dovrei tranquillizzare i possessori dei telefoni Huawei: i vostri apparecchi non smetteranno di funzionare ma, al massimo, avranno dei problemi con gli aggiornamenti. Alle persone che stanno invece pensando di comprare un nuovo smartphone in questo periodo, consiglierei di optare verso altre marche.
P.P.S.: da quello che vedo, il mercato degli smartphone contemporaneo è diviso in due fronti: gli iPhone da una parte e qualche migliaio di telefoni quasi identici tra loro dall’altra. Quindi la scelta mi sembra scontata.


Legame non trovato

Come avrete già letto o sentito, dal «rapporto Mueller» risulta che non ci sarebbe stato un accordo tra Trump e Putin (due nomi collettivi) circa l’ingerenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016. Il commento migliore di tale notizia è già stato fatto dal caricaturista russo Sergej Jolkin:

«Il procuratore speciale Mueller non ha trovato il legame»
A questo punto, in via straordinaria, dovrei essere io ad aggiungere qualcosa di serio.
Aggiungerei due piccole e banali considerazioni solo parzialmente inerenti alla notizia citata all’inizio. Prima di tutto, ritengo esagerata la portata attribuita da alcuni giornalisti all’intervento russo nelle elezioni americane (intervento non negato dai procuratori americani). Allo stesso tempo, nelle azioni del genere a contare è l’azione stessa e non il risultato.
Di conseguenza, Trump si è liberato da una accusa, ma rimane comunque un produttore dei problemi politici molto efficiente. I politici russi che in questi giorni festeggiano la non-scoperta di un accordo non si rendono probabilmente conte del contenuto delle accuse a proprio carico.


Le tazze dei presidenti

Le persone attente hanno avvistato in alcune librerie vicino al Cremlino di Mosca dei set come quello della foto (ovviamente in vendita):

Avete pensato che siano degli adesivi per l’adattamento dei piccoli crocefissi ai trend moderni? Ebbene, avete sbagliato. Sono le bustine di tè.
Non so bene a chi sia venuta in mente l’idea di immergere gli organi presidenziali più sensibili nell’acqua bollente. Nemmeno i politici più antipatici andrebbero torturati in tal modo. I presidenti sgraditi vanno messi nella tazza in questo modo:


Billie Jean by Donald Trump

Mi hanno sempre incuriosito le persone che producono i video come quello di oggi. Immagino che spendano un sacco di tempo per vedere una infinità di video con il protagonista, trovare e ritagliare le parole pronunciate con una giusta intonazione, montare il risultato finale… Anche se esistesse un modo di automatizzare almeno una parte del lavoro, si tratta comunque di un lavoro molto lungo e minuzioso.


La probabile foto dell’anno

Sono in molti a dire che questa foto è la più probabile vincitrice del «World Press Photo 2018» (sebbene siamo ancora a metà giugno).

Sicuramente è una bellissima foto. Ma ha una concorrente fortissima che ha tutte le possibilità di batterla:

Si tratta di un ambito nel quale indovino quasi sempre (nel nostro mondo pseudo corretto a volte ci vuole poco). Purtroppo, però, non sono in grado di convertire questa mia capacità in soldi. Di conseguenza, propongo di ricordare questo post e di offrirsi alle scommesse a scopo di lucro.


Il pulcino Trump

Il regista Taran Singh Brar ha installato vicino alla Casa Bianca, per protesta, un pulcino gonfiabile somigliante a Donald Trump.

A giudicare dallo stile nel quale è stato realizzato il «pupazzo», il designer-autore si chiama Donald Trump.

Non so aggiungere altro.


Le politiche occupazionali

Dico sempre che si può e si deve imparare qualcosa da tutte le situazioni provate o osservate.
Cosa possiamo imparare dalle numerose nomine e sostituzioni effettuate da Donald Trump in generale e dalla notevole permanenza di Anthony Scaramucci alla Casa Bianca (durata ben dieci giorni) in particolare? Possiamo apprendere che anche in Italia serve un Donald Trump.
Perché? Perché in questo modo almeno la metà degli italiani farebbe in tempo ad avere una esperienza di lavoro presso una Istituzione importante e, di conseguenza, avere più facilità nella ricerca di un lavoro normale.
Quindi rifletteteci bene prima di votare la prossima volta.


Il trasporto presidenziale

Oggi vediamo due video brevissimi ma belli.

L’auto-corteo di Donald Trump:

L’aereo di Donald Trump:

Il canale su YouTube dei tipi che hanno realizzato i video appena mostrati: https://www.youtube.com/user/OatsStudios/videos