Politico scrive che quattro collaboratori di alto livello di Donald Trump (i loro nomi non sono stati resi noti) hanno avuto dei colloqui segreti con alcuni dei principali avversari politici di Vladimir Zelensky: la leader del partito «Batkovshina» Yuliya Tymoshenko, e il leader di «Solidarietà Europea» Petro Poroshenko. Lo scopo dei colloqui è quello di discutere se sia possibile indire e condurre rapidamente le elezioni presidenziali in Ucraina.
È chiaro che Poroshenko nutre, parlando in termini molto diplomatici, un «forte rancore» nei confronti di Zelensky (ed è reciproco, per quanto capisco la politica interna ucraina), anche se non tanto quanto Trump. Ma non è ancora chiaro cosa si possa discutere esattamente della legalità e della possibilità tecnica di tenere le elezioni presidenziali in Ucraina nell’attuale momento di incertezza, nemmeno con i leader dei partiti di opposizione più rappresentati nella Rada (non penso che sia stata discussa l’opzione di un colpo di Stato seguito da elezioni).
Se si discutesse con i certi Medvedchuk e Yanukovych che ora si nascondono nelle dacie statali russe, sarebbe stata una notizia. Ma con i politici seri, al massimo, si può parlare di cosa faranno in caso di una ipotetica vittoria alle elezioni che si faranno non si bene quando e come. Per ora mi sembra che le cose stiano così…
L’archivio del tag «timoshenko»
I più attenti avranno notato che oggi sono stati diffusi i risultati ufficiali delle elezioni parlamentari ucraine (quelle del 21 luglio). Cinque partiti hanno superato la soglia di sbarramento del 5%.
Il partito «Servitore del popolo» del nuovo Presidente Zelensky ha vinto con il 43,16% dei voti: grazie al fatto che la metà dei deputati viene eletta alle circoscrizioni uninominali, il partito avrà 254 rappresentanti su totale di 450.
Al secondo posto è arrivato il partito filorusso «Piattaforma d’opposizione — Per la vita»: 13,05% dei voti e 43 posti nella Rada.
Al terzo posto c’è il partito della nota alla maggioranza di voi Yulia Timoshenko (8,18% e 26 posti), al quarto il partito dell’ex Presidente Poroshenko (la seconda umiliazione di fila: 8,1% e 25 posti) e al quinto il partito «Golos» di un noto cantante ucraino (5,82% e 20 posti).
La vittoria del partito di Zelensky era scontata, quindi non c’è molto da commentare. L’unica previsione seria e poco ovvia per gli europei che posso attualmente fare è: non stupitevi della ipotetica alleanza parlamentare tra Zelensky e Timoshenko. Tale alleanza servirà non solo per avere una maggioranza qualificata (necessaria per l’approvazione delle riforme costituzionali), ma soprattutto per «tenere buona» la Timoshenko. Per non permetterle dunque di diventare un leader popolare e pericoloso di opposizione: nel nuovo Parlamento ucraino è l’unica ad esserne capace.
Mentre ero impegnato a scrivere dei testi seri per alcuni miei lavori offline, è maturato un nuovo argomento che i miei lettori logicamente si aspetterebbero di incontrare sulle pagine del blog.
Ebbene, si avvicinano le elezioni presidenziali ucraine: il primo turno è fissato per il 31 marzo 2019. Meno di due settimane fa, l’8 febbraio, si è invece concluso il periodo della registrazione delle candidature. Ora sappiamo che qualora non dovessero esserci rinunce, sulla scheda elettorale saranno elencati 44 candidati (sì, quarantaquattro).
Queste elezioni, però, sono interessanti non per la quantità dei candidati (la maggioranza di loro sono dei «compagni di sparring» dei candidati reali). Sono interessanti non solo perché per la prima volta non si conosce in anticipo il vincitore (non si è mai stato ai livelli della Russia, ma prima il candidato più forte è sempre stato evidente). Le elezioni presidenziali di quest’anno sono interessanti perché i candidati più forti sono tre, di conseguenza non si sa nemmeno come sarà la scelta al secondo turno.
Penso che la maggioranza di voi conosca due personaggi su tre, ma provvedo presentarli comunque tutti. Continuare la lettura di questo post »