L’archivio del tag «terrorismo»

10 kg di sale

Oggi va di moda essere solidali con le vittime: meno male.

Oggi va di moda aiutare i meno fortunati: infatti, è giusto.

Oggi va di moda insultare chi pensa diversamente: molto male.

Oggi va di moda non ragionare: che dire?

Ma, soprattutto, è psicologicamente facile cercare di comprendere il mondo circostante partendo dal presupposto che esso è fatto esattamente allo stesso modo in cui siamo fatti noi. Il seguire i modelli pronti ci risparmia un sacco di tempo e forze mentali, ma spesso ci porta a produrre dei risultati nel migliore dei casi mediocri. Nel peggiore dei casi, invece, porta a dei risultati terrificanti.

Oggi va di moda, per esempio, chiedere scusa ai cittadini delle ex colonie europee e cercare di aiutarli fino a ospitarli in Europa. Non va di moda, invece, chiedersi sul perché nei più di cinquant’anni del post-colonialismo non hanno fatto un tubo per stare bene a casa propria. Ebbene, l’essere umano è debole e cerca di adattarsi alla vita impiegando lo sforzo minimo. Se lo metti in condizioni di condurre una vita da mantenuto, egli resterà per sempre un mantenuto. Rinuncerà, addirittura, a tutti i vantaggi di una vita autonoma piena di lavoro duro e risultati eccellenti.

Allo stesso modo in Europa va di moda sentirsi in colpa nei confronti di tutti coloro che vengono dai Paesi poco tranquilli del «resto del mondo» (che in realtà è molto più grande dell’Europa). Va di moda cercare di aiutare queste persone «brave ma sfortunate» fino a cercare di ospitarle in Europa. Non va di moda, invece, chiedersi sul perché nei settant’anni passati dall’ultimo conflitto mondiale non hanno fatto un tubo per stare bene a casa propria.

Per la maggioranza degli europei è più facile e piacevole pensare che «loro» si trovino allo stesso livello di civiltà. Per la maggioranza degli italiani è più facile e piacevole insultare Salvini che ragionare con la testa. «Loro» non sono tutti uguali. «Loro» non sono uguali a noi. Capire che le diversità esistono è molto più importante del dichiarare di essere tolleranti verso le diversità (un’altra moda).

Ogni organizzazione, ogni società, ogni gruppo di persone ha bisogno di acquistare dei membri nuovi per evitare la stagnazione culturale e intellettuale, per evitare la conseguente sconfitta nella concorrenza globale. Allo stesso tempo però, dobbiamo ricordare la capacità della civiltà europea (l’entità che ci interessa oggi) di assimilare gli estranei, a differenza di quanto si pensa solitamente, è limitata. Provate a mettere 10 chili di sale in un litro d’acqua.

Mantenere la stessa politica migratoria in Europa sarebbe una cosa troppo irresponsabile. L’esercito degli invasori è già arrivato. Ha fatto il suo ingresso senza sparare un colpo e ha iniziato la battaglia contro una società che accusa di razzismo tutti coloro che trovano necessario difendersi. Ed è veramente strano che la gente riesca a conciliare nella testa questi due concetti: attribuire ai tedeschi la responsabilità collettiva dell’olocausto e negare ai musulmani la responsabilità collettiva del terrorismo.


La preparazione terroristica

Sull’attentato fortunatamente fallito il 21 agosto sul treno Thalys sapete già tutto o quasi. Quindi io mi limito a esprimere ora una mia vecchia osservazione.

La nostra (degli occidentali) grossa fortuna sta nel fatto che a dedicarsi al terrorismo sono prevalentemente dei deficienti. Sono dei personaggi che in testa hanno solo la loro versione di fede religiosa e zero (o quasi) conoscenze scientifiche o tecniche. Lo affermo con certezza per due motivi: 1) dopo l’11 settembre 2001 ci sono stati pochissimi grandi attentati in Occidente; 2) sempre dopo l’11 settembre in Occidente non è stato colpito alcun luogo simbolico. Significa che i potenziali terroristi non sono capaci (o banalmente hanno paura) di organizzare degli attentati. Fanno a caso: a volte ci riescono, a volte falliscono, quasi sempre si fermano alla fase delle minacce.

Il terrorista del treno Amsterdam–Parigi aveva il semplicissimo AK-47 inceppato (in URSS gli studenti delle scuole superiori dovevano saperlo riparare in meno di 40 secondi) e non era in grado di rimetterlo in funzione velocemente… Gente! Se i terroristi sono a questi livelli, noi possiamo viaggiare tranquilli.


Alcuni dati sul terrorismo

Ho trovato delle statistiche interessanti sugli attacchi terroristici in Occidente. Cominciamo dell’UE, dove meno del 2% degli attentati è stato l’opera degli islamisti.

Nel 2013 sono stati compiuti 152 attacchi, 2 dei quali dagli islamisti.
Nel 2012 sono stati compiuti 219 attacchi, 6 dei quali dagli islamisti.
Nel 2011 sono stati compiuti 174 attacchi, 0 dei quali dagli islamisti.
Nel 2010 sono stati compiuti 249 attacchi, 3 dei quali dagli islamisti.
Nel 2009 sono stati compiuti 294 attacchi, 1 dei quali dagli islamisti. (fonte)

La stragrande maggioranza degli attentati in UE è stata compiuta dalle varie organizzazioni separatiste: il 55,3% (84/152) nel 2013 e il 76% (165/219) nel 2012.

I terroristi cristiani sono molto più attivi. Circa 1/5 degli ospedali europei all’interno dei quali vengono praticati gli aborti è stata colpita dai fanatici religiosi. Dal 1977 al 2010 si sono verificati, in questo ambito, 8 omicidi, 17 tentati omicidi, 42 esplosioni, 181 incendi dolosi e migliaia di altri tipi di attacchi. (fonte)

Secondo i dati del FBI, dal 1988 al 2005 negli Stati Uniti circa il 6% di tutti gli attentati è stato compiuto dagli islamisti, il 42% dai latino-americani e il 24% dai gruppi sinistrosi. (fonte)

Con il presente post, ovviamente, non voglio giustificare alcun tipo (o origine ideologica) del terrorismo né tantomeno negare la necessità di prevenire la diffusione di quello islamico.


Ils sont Chalie

Della manifestazione parigina di ieri mi sono particolarmente piaciute due cose, ora vorrei condividerle con voi.

In primo luogo, dopo una lunga pausa piena di manifestazioni stupidissime le FEMEN hanno finalmente fatto una esibizione bella: con i kalashnikov-matite ed i cartelli «Charlie Akbar»:

Foto di Rustem Adagamov

In secondo luogo, la presenza contemporanea allo stesso corteo di Netanyahu e di Mahmoud Abbas. E’ una buona occasione per sperare che non solo il popolo francese possa mostrarsi più unito in seguito ad un avvenimento tragico.

Non so se Bernard Kouchner abbia avuto il coraggio di presentarsi: Continuare la lettura di questo post »


Charlie Hebdo

I terroristi che hanno sparato e ucciso, ieri mattina a Parigi, mi hanno fatto ripensare a un mio vecchio dubbio: approvato che si può e si deve discutere su ogni argomento immaginabile, si può dire lo stesso anche del scherzare? Intendo gli scherzi pacifici e non offensivi.


disegno di @joepbertrams

Da ieri sera sono probabilmente un po’ più vicino alla risposta affermativa. Infatti, mentre spesso è normale cercare di non offendere con la propria battuta, non è normale moderare la propria vita (o, in altre parole, limitare la propria vita attiva) per la sola paura della possibile reazione sproporzionata di qualche pazzo. Nel mondo contemporaneo tutti scherzano su tutto. Naturalmente, dal punto di vista quantitativo gli scherzi non riusciti prevalgono su quelli divertenti. E di gente incapace di reagire in modo adeguato non manca. Ma solo i musulmani sono arrivati all’uccidere: è un fatto che non possiamo negare.

Nel mondo contemporaneo i musulmani sono tanti, probabilmente in maggioranza, la loro presenza in Occidente sta aumentando. Ricordiamoci che, rispetto ad un occidentale medio, nella stragrande maggiorana dei casi sono delle persone meno istruite ma più passionali e più sensibili alle questioni religiose (sono tutte caratteristiche connesse tra loro). Di qui lo scontro del XXI secolo: mentre gli occidentali di oggi non capiscono più che l’intolleranza a volte serve (verso i barbari), i musulmani non capiscono ancora che a volte non serve (verso gli scemi).

Purtroppo non conosco ancora il modo di innalzare velocemente il livello di istruzione di massa. Eppure, senza riuscire in questa impresa non si potrà trasmettere ai musulmani tutti i preggi della libertà di espressione. E in assenza della libertà di espressione (la quale comprende la libertà di scherzare su tutto) è impossibile la scelta consapevole della religione. In più, il livello di istruzione di massa crescente nel tempo riduce la possibilità del nascere delle battute cretine.

Per essere obiettivi bisogna a questo punto ammettere che i disegni pubblicati da «Charlie Hebdo» sono sempre stati nel migliore dei casi mediocri. Solitamente, invece, erano addirittura di pessimo gusto. Ma non consideravano alcun personaggio una autorità inattaccabile: a modo loro scherzavano su Gérard Depardieu, Le Pen, Papa e altri.

Se siete minorenni, particolarmente sensibili o religiosi non guardate la continuazione di questo post.
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La guerra all’Isis

Avendo scelto il modo migliore di commemorare le vittime dell’11/9, Barack Obama ha dichiarato la guerra all’Isis e ha escluso l’intervento via terra. Finalmente una decisione sensata!

Infatti, sappiamo da decenni che il modus operandi di tutti i terroristi del mondo è semplice: provocare la reazione del forte per poi accusarlo di un attacco ingiustificato contro le persone pacifiche (cioè contro i terroristi stessi). Le persone meno istruite se ne sono accorte solo dopo l’11 settembre del 2001. I più istruiti, invece, si ricordano della III Internazionale che ha «brevettato» tale tattica, archiviando il concetto classico del terrorismo. E non intendo solo il terrorismo internazionale.

Non entrare in un conflitto diretto (o, se preferite, aperto/ravvicinato) è quindi l’unica scelta intelligente: si evita di regalare ai terroristi islamici una «giustificazione sacra» della loro guerra. Certo, si potrebbe fare di più evitando pure i bombardamenti e limitandosi alla fornitura degli armi e istruzioni agli eserciti della regione. Ma la paura che questo non basti è ben comprensibile.

I primi risultati si vedranno abbastanza presto.


La guerra all'Isis

Avendo scelto il modo migliore di commemorare le vittime dell’11/9, Barack Obama ha dichiarato la guerra all’Isis e ha escluso l’intervento via terra. Finalmente una decisione sensata!

Infatti, sappiamo da decenni che il modus operandi di tutti i terroristi del mondo è semplice: provocare la reazione del forte per poi accusarlo di un attacco ingiustificato contro le persone pacifiche (cioè contro i terroristi stessi). Le persone meno istruite se ne sono accorte solo dopo l’11 settembre del 2001. I più istruiti, invece, si ricordano della III Internazionale che ha «brevettato» tale tattica, archiviando il concetto classico del terrorismo. E non intendo solo il terrorismo internazionale.

Non entrare in un conflitto diretto (o, se preferite, aperto/ravvicinato) è quindi l’unica scelta intelligente: si evita di regalare ai terroristi islamici una «giustificazione sacra» della loro guerra. Certo, si potrebbe fare di più evitando pure i bombardamenti e limitandosi alla fornitura degli armi e istruzioni agli eserciti della regione. Ma la paura che questo non basti è ben comprensibile.

I primi risultati si vedranno abbastanza presto.