La Russia ha fatto intendere che l’eventuale arresto in Sudafrica di Putin in caso della sua partecipazione al vertice del BRICS (in agosto) equivarrebbe a una dichiarazione di guerra. Lo ha dichiarato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa nella sua testimonianza scritta in tribunale, citata dal media locale Independent Online. Ramaphosa ha inoltre dichiarato di aver avviato le consultazioni in materia con la Corte penale internazionale.
A questo punto un lettore medio potrebbe chiedersi: la Russia che da quasi un anno e mezzo non sta riuscendo a ottenere dei particolari successi militari in Ucraina è in grado (e intenzionata) di dichiarare un’altra guerra in una terra così lontana? La risposta mi sembra evidente. Dovrebbe essere evidente anche a Putin (ammesso che abbia ancora conservato una capacità minima di ragionare) e, forse, ai vertici del Sudafrica.
Quindi per il momento vedo due opzioni. O il Cremlino collettivo sta tentando un bluff, o la protezione degli interessi statali russi sul continente africano sarà nuovamente protetta dalla Wagner.
A proposito: Prigozhin che fine ha fatto? E che piani per il futuro ha?
L’archivio del tag «sudafrica»
L’International Business Times ci comunica che ieri il partito di governo sudafricano African National Congress ha deciso di ritirarsi dalla giurisdizione della Corte penale internazionale. Si sostiene che le autorità sudafricane abbiano preso tale decisione a causa del «trattamento ingiusto di alcuni Stati da parte della CPI». La decisione deve ancora essere confermata dal Parlamento sudafricano, e penso che succeda entro i prossimi due o tre mesi. Infatti, devo ricordarvi che nell’agosto 2023 il Sudafrica ospiterà il vertice del BRICS al quale è stato invitato anche Vladimir Putin (come presidente di uno degli Stati partecipanti).
Ma già oggi l’amministrazione presidenziale ha cambiato l’idea e ha comunicato l’intenzione di rimanere sotto la giurisdizione della CPI.
Immaginavo che la decisione della Corte penale internazionale di emettere un mandato di arresto nei confronti di Putin avrebbe messo alcuni Stati di fronte a delle scelte abbastanza difficili, ma sono abbastanza sorpreso della soluzione radicale tentata dal Sudafrica. Poteva continuare a ignorare i mandati emessi dalla CPI (come aveva già fatto nel 2015 con il presidente sudanese Omar al-Bashir), ma evidentemente non riusciva più a farlo «tranquillamente».
Potrei avanzare una idea abbastanza banale – vorrebbe chiedere a Putin qualcosa di realmente grande in cambio – ma non riesco a capire cosa potrebbe offrire Putin. In questo periodo storico è ancora meno capace di prima di aiutare economicamente gli altri Stati. E, in ogni caso, meno capace della Cina che sta colonizzando più o meno tutto il continente africano.
Boh…