L’archivio del tag «storia»

Le vecchie foto dell’URSS

Thomas Taylor Hammond (1920–1993) fu il professore della storia russa alla University of Virginia dal 1949 al 1991. Ma noi dobbiamo ammirarlo per un’altra cosa.

Dalla fine degli anni ’50 all’inizio degli anni ’80 Hammond venne più volte nell’URSS (ed è normale perché deve approfondire la materia studiata sul campo), visitando diverse città: Mosca, Leningrado, Kiev, Jaroslavl, Samarkanda e alcune altre. La cosa per noi importantissima è che Hammond scattò, nel corso dei suoi viaggi, un sacco di fotografie a colori. Non furono delle solite foto del cazzo che i turisti «normali» fanno in giro (tipo i monumenti storici o i piatti presi al ristorante), ma le foto della vita quotidiana sovetica. Ma è proprio la vita quotidiana a sparire per sempre mentre i monumenti restano ai loro posti per secoli (sì, io sono uno dei pochi a capirlo).

Grazie all’impegno di Thomas T. Hammond anche voi potete vedere un po’ della vita quotidiana sovetica, un po’ di storia delle persone normali. L’intero archivio si trova sotto questo link (2885 scatti, 9,5 GB), mentre io vi faccio vedere solo alcuni esempi.

La cabina del telefono pubblico, modello anni ’50–’60:
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L’acqua per le locomotive

All’inizio del dicembre 2016 ero stato contattato da un ingegnere che mi aveva chiesto l’autorizzazione per una eventuale pubblicazione di due mie fotografie su una rivista specializzata. Aveva manifestato l’interesse, tra l’altro, per la foto della manichetta per l’acqua per le locomotive a vapore che io avevo pubblicato sul mio fotoracconto dedicato a Breno.

Naturalmente, avevo autorizzato la pubblicazione. Tutte le foto di cui sono autore possono essere pubblicate su carta o web se accompagnate dal mio nome e dal link al mio sito.

La rivista specializzata si chiama «Il mondo ferroviario», costa 7,50 euro e non so bene dove possa essere comprata (nelle edicole normali non l’ho mai vista). Di conseguenza, non so nemmeno se abbiano mai pubblicato le mie foto (non ho più avuto delle comunicazioni ufficiali). Se qualcuno di voi lo sa, mi faccia sapere!

In compenso, posso comunicare con tutto il mondo – e non solo quello ferroviario – attraverso il proprio blog. Esattamente con questo potentissimo mezzo di comunicazione vi informo oggi di un’altra grande notizia: ho trovato una manichetta per l’acqua per le locomotive molto più interessante di quella vista a Breno. Si trova a Casalmaggiore (in provincia di Cremona). Eccola:

Anzi, ce n’erano ben due, entrambe conservate benissimo. Avevano entrambe i lampioni e, in un caso, pure l’accesso al pozzo di servizio.

Pure la catena con il cui aiuto si girava la canna è al suo posto.
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Il funerale di Stalin

Come saprete, la data ufficiale della morte di Iosif Stalin è il 5 marzo 1953. In realtà ci sono dei seri dubbi sul giorno preciso (l’unico libro veramente interessante sull’argomento che mi è capitato di leggere non è ancora stato tradotto in italiano: potrei farlo io!), ma la gente è ormai abituata a feseggiare il giorno imposto dalle Autorità dell’epoca.

Il funerale di Stalin si tenne il 9 marzo 1953 e meriterebbe un racconto lungo e dettagliato a parte. Molto probabilmente lo pubblico l’anno prossimo, per i 65 anni del grande evento. Oggi, invece, mi limito a pubblicare un video raro e interessante proprio su quel funerale. Il video in questione è stato girato dal maggiore Martin Manhoff, il quale fu l’addetto militare della ambascita statunitense dal 1952 al 1954 e fino al momento di essere stato espulso per spionaggio scattò anche tantissime belle foto dell’URSS di quegli anni. L’ambasciata statunitense fu all’epoca collocata in un punto logisticamente vantaggioso, quindi grazie al fatto che la persona giusta si trovò proprio lì nel momento giusto, oggi possiamo vedere l’unico video non ufficiale del funerale di Stalin:


Presidentegrafia comparata

Tra i vari sociologi e politologi statunitensi è molto popolare l’indice Presidential Job Approval, calcolato quotidianamente a partire dal secondo dopoguerra da Gallup. Su questa pagina del progetto, per esempio, è possibile trovare i valori di due variabili: l’"approvazione del lavoro presidenziale" e la «disapprovazione del lavoro presidenziale». Per tutti i presidenti a partire da Eisenhower: http://www.gallup.com/interactives/185273/presidential-job-approval-center.aspx

Dall’andamento dei due valori si vede che ogni presidente all’inizio del proprio mandato gode di un buon sostegno popolare, ma col passare del tempo il grado della disapprovazione cresce. Naturalmente, varia nel tempo, ma mediamente cresce rispetto al periodo iniziale. A un certo punto il grado della disapprovazione può superare il 50% Questo significa che la maggioranza della popolazione non approva il lavoro del Presidente.

Osservando i dati storici, possiamo constatare che il grado di disapprovazione non superò mai il 50% per Eisenhower, Kennedy e Gerald Ford (quest’ultimo, però, ricoprì l’incarico per soli due anni e mezzo circa).

Gli altri Presidenti hanno superato la soglia del 50% della disapprovazione nei seguenti momenti:

Lyndon Johnson — al giorno di lavoro numero 900
Richard Nixon — al giorno di lavoro numero 1659
Jimmy Carter — al giorno di lavoro numero 851
Ronald Reagan — al giorno di lavoro numero 727
George H. W. Bush — al giorno di lavoro numero 1136
Bill Clinton — al giorno di lavoro numero 537
George W. Bush — al giorno di lavoro numero 1205
Barack Obama — al giorno di lavoro numero 936
Donald Trump — al giorno di lavoro numero 8

Non so cosa aggiungere…

Probabilmente, potrei aggiungere che anche il populismo è un mestiere che non va fatto proprio con il ventunesimo dito.


Una foto per i nonni

Cari bambini, è arrivata l’ora di andare a dormire. Quindi lasciate pure il computer ai vostri nonni.

Ma se lo lasciate con il browser aperto su questa foto, sicuramente si commuovono e vi fanno giocare ancora per un po’.

Cari nonni, l’indirizzo di questo rivenditore ufficiale ve lo dico solo dopo la notifica del bonifico ricevuto.

Per ora mi limito a garantire che il negozio con questo adesivo esiste realmente: l’ho fotografato a dicembre 2016.

Ora provate a spiegare ai vostri nipoti il perché della vostra commozione.


Lenin avvocato

Oggi vi propongo di dedicate la pausa pranzo a una piccola lettura di storia (tanto è sabato!).

Esattamente 93 anni fa, il 21 gennaio 1924, morì quel delinquente di Lenin. Non ho alcunché di positivo da dire sui risultati della sua attività politica (i metodi vanno invece studiati attentamente), ne tantomeno sulle sue opere scritte. La sua attività professionale pre-rivoluzionaria, invece, è ingiustamente ignorata dagli amanti di storia.

Partiamo dall’inizio. Il 20 novembre 1864 nell’Impero Russo è entrata in vigore una importantissima riforma del processo giudiziario. In particolare, sono state codificate l’indipendenza e l’irrevocabilità dei giudici, la giudicabilità di tutti i cittadini senza eccezioni, la sottrazione delle indagini preliminari dall’elenco delle competenze del Ministero degli Interni, la parità della difesa e della accusa, l’istituzione della giuria e della avvocatura indipendente dallo Stato.

Il balzo verso l’alto della popolarità del nuovo processo giudiziario superò le più ottimistiche speranze degli autori della riforma. Una quantità mai registrata prima delle persone trovò finalmente la possibilità di risolvere le proprie controversie attraverso una causa in tribunale. Anche l’interesse della stampa e della società fu enorme: fino alla fine degli anni ’80 del XIX secolo i principali quotidiani russi pubblicarono quotidianamente i stenogrammi completi dei processi più interessanti. Ci fu, però, anche un notevole problema tecnico: quasi fino alla fine degli anni ’90 mancava la quantità adeguata di avvocati (fino al 1917 si chiamavano procuratori legali). Di conseguenza, tantissimi procuratori legali usarono di delegare alcuni casi ai propri assistenti (persone con meno di 5 anni di esperienza lavorativa in tribunale che non ebbero dunque ancora il diritto allo status di procuratori autonomi).

Proprio in qualità dell’assistente del procuratore legale Andrei Khardin (noto anche come un forte giocatore di scacchi) all’inizio del 1892 Vladimir Uljanov (Lenin) inizio la propria carriera forense. Infatti, i primi 18 mesi della sua vita professionale Continuare la lettura di questo post »


Barzellette segrete

Riprendiamo l’argomento del mio post di ieri.

Tra i documenti declassificati dalla CIA è stata trovata anche una piccola raccolta delle barzellette sovetiche. Il materiale fu preparato per il vice-capo della Agenzia.

Perché proprio queste opere folcloristiche furono ai tempi inserite tra i documenti segreti? Boh…

Bonus Track. Forse non lo sapevate, ma Ronald Reagan aveva uno strano hobby: collezionava le barzellette sovietiche. E, essendo un ex attore, amava raccontarle in pubblico. Ecco un video che lo testimonia:


Tanti segreti in meno

Ho una buona – anzi, ottima – notizia da comunicarvi.

La CIA, nell’ambito del programma Freedom of Information Act, ha concesso a tutti l’accesso a più di 930.000 documenti (più di 12 milioni di pagine) prodotti fino al 1990.

Prevedo che tantissime persone pervertite andranno subito a vedere i documenti sugli UFO.

Alzi il mouse chi, come me, va invece a leggere della Baia dei Porci.


Ora anche a Milano

Due mesi e mezzo fa avevo scritto brevemente (per parlare di un fenomeno simile) del progetto «Le Pietre d’Inciampo». Ebbene, ho scoperto che il 19 gennaio verranno poste le prime «Pietre d’Inciampo» a Milano. Quindi anche i milanesi che viaggiano poco per il mondo avranno ora la possibilità di vedere di persona una delle famose Pietre.

Il primo indirizzo previsto a Milano: corso Magenta 55.


25 anni di capitalismo

A dicembre, per «merito» di alcuni avvenimenti poco allegri e le festività natalizie, ci siamo dimenticati di un anniversario felice (per alcuni, purtroppo, semplicemente curioso). Infatti, a dicembre 2016 sono decorsi 25 anni dalla fine dell’URSS.

A tutti coloro che amano la precisione e vogliono conoscere la data precisa di tale evento, riporto una brevissima cronologia:

– l’8 dicembre 1991 i vertici di Russia, Bielorussia e Ucraina firmarono l’accordo (comunemente noto come l’accordo di Belavežskaja pušča) sulla cessazione della esistenza dell’URSS e la creazione CSI (Comunità degli Stati Indipendenti);

– il 10 dicembre 1991 l’accordo fu ratificato dai Sovet Supremi di Ucraina (288 sì, 10 no, 7 astenuti) e Bielorussia (263 sì, 1 no, 2 astenuti);

– il 12 dicembre 1991 l’accordo fu ratificato dal Sovet Supremo di RSFSR (Russia) – 188 sì, 6 no, 7 astenuti;

– il 21 dicembre 1991 all’accordo si unirono altre otto Repubbliche dell’URSS;

– il 25 dicembre 1991 Mikhail Gorbachev si dimise da tutti gli incarichi istituzionali;

– il 26 dicembre 1991 il Sovet delle Repubbliche del Sovet Supremo dell’URSS adottò la dichiarazione sulla cessazione della esistenza dell’URSS in quanto sosituita con il CSI.

Quindi, la data ufficialmente riconosciuta come quella della fine dell’URSS è il 26 dicembre. Tale data, come tutte le altre elencate, mai è stata celebrata dalle istituzioni istituzionali. Nel 1993, però, proprio per il 12 dicembre (indovinate il perché) in Russia fu fissato il referendum per l’approvazione della Costituzione della Federazione Russa.

Ogni politico del mondo si serve della cronologia in base alle proprie priorità. Non è sempre un male.