Il hockey è l’unico sport di squadra che ognitanto tento di seguire (circa una sera ogni quattro anni).
Uno dei motivi di qusta mia preferenza sportiva è illustrato nel video domenicale di oggi (da vedere fino alla fine):
Il hockey è l’unico sport di squadra che ognitanto tento di seguire (circa una sera ogni quattro anni).
Uno dei motivi di qusta mia preferenza sportiva è illustrato nel video domenicale di oggi (da vedere fino alla fine):
A qualcuno serve un manubrio (oppure è più corretto chiamarlo peso?) di modello «Leader»? Prodotto in Russia da Havy Metal Sport, pesa 16 kg (cioè 1 pud, si tratta di una antica unità di misura del peso russa) e costa circa 90 euro (5850 rubli).
Il manico sembra una coppia di appendici ossee unitesi nel corso della crescita accelerata, ma spero che il leader non se ne accorda (altrimenti sono amara penises per i produttori).
Peso = 1 put (1 пут). Per apprezzare la grande battuta si rilegga l’inizio del presente post.
Per gli altri modelli offerti dal produttore, si veda il sito ufficiale: heavymetalsport.ru (anche senza sapere la lingua russa è facile orientarsi cliccando sulle immagini).
Tutti coloro che sono in qualche modo interessati a seguire gli sviluppi dello scandalo sul sistema statale di doping in Russia, ora possono fare una interessante lettura. Lo possono fare grazie a WADA, la quale ha tradotto in inglese e pubblicato la corrispondenza dell’ex direttore del Centro Antidoping Russo dott. Grigory Rodchenkov con i suoi colleghi dell’epoca.
Ai poco informati ricordo che dottor Grigory Rodchenkov fu direttore del Centro Antidoping russo dal 2006 al 2015. Si dimise dall’incarico l’11 novembre 2015 in seguito a una accusa di frode avanzata dalla WADA. Nel gennaio 2016 scappò negli USA temendo per la propria vita: le sue paure si rivelarono fondate dopo le morti più che sospette di due ex direttori della RUSADA (Agenzia Antidoping Russa). Ottenuta la protezione giudiziaria negli USA, Grigory Rodchenkov iniziò a raccontare del sistema statale di doping russo.
OK, le Olimpiadi di Rio sono finalmente finite. Come molto probabilmente ho già scritto, il 99,99999% dello sport non mi interessa affatto, dunque non ho visto nemmeno un secondo delle ultime Olimpiadi (lo stesso vale per tante altre che si sono svolte nel periodo della mia vita non particolarmente lunga). L’unico sport che seguo e pratico con una relativa costanza, diventerà olimpico nel 2020: in occasione dei giochi di Tokyo.
Quindi per mi accontento dello studio delle quantità e qualità delle medaglie che hanno preso le squadre dei vari Stati. Vediamo, per esempio, la Russia (siete sorpresi per la mia scelta, vero?). A Rio de Janeiro la Russia ha preso 56 medaglie, delle quali 19 d’oro, 18 d’argento e 19 di bronzo. Per quanto riguarda gli sport nei quali è stata raggiunta la maggiore quantità dei risultati, i russi si sono particolarmente distinti in ginnastica ritmica, scherma, judo e altri tipi di lotta.
In sostanza, la Russia è messa bene proprio con quegli sport, che non sono assolutamente stati coinvolti nel scandalo sul doping di Stato. Il fatto appare strano solo a prima vista. Infatti, tutti gli sport «fortunati» hanno in Russia dei propri «responsabili» di peso.
Judo è lo sport preferito di Vladimir Putin, quindi la scarsa preparazione della relativa squadra è una offesa imperdonabile al presidente (lo stesso valeva, per esempio, per il tennis ai tempi di Eltsyn o per il hockey ai tempi di Breznev).
Taekwondo e lotta greco-romana piacciono tanto a Ramzan Kadyrov, quindi vale l’osservazione già fatta per il judo.
La scherma è curata dal miliardario Alisher Usmanov: il signore in questione, essendo una creatura degli anni ’90 e non di Putin, ha una forte motivazione a contribuire al prestigio dello Stato (non è un sinonimo del benessere dello Stato).
La ginnastica ritmica è curata dalla moglie di Alisher Usmanov, quindi vale l’osservazione fatta per la scherma.
Di conseguenza, possiamo concludere che in Russia gli sport si dividono in quelli amministrati (di successo) e quelli sfigati (quindi affidati al doping).
Si potrebbe, logicamente, proporre di affidare i vari sport «sfigati» ai vari ricchi dipendenti del Cremlino. Per ora, però, mi viene in mente solo l’affidamento del basket a Mikhail Prokhorov (il quale è un grande esperto in materia).
Nella città russa Blagoveščensk c’è uno stadio che si chiama «Amur». Tale stadio ha un recinto. Sul recinto sono appesi dei banner con le foto di vari sportivi russi. Il più noto di questi sportivi è Michael Phelps…
Non sapevate che fosse russo? Guardate la bandiera:
La foto originale è stata scattata nel 2008 a Pechino:
La vice-preside dello stadio Irina Korotovskaya ha detto che il banner è stato appeso all’inizio di giugno e che «forse è stato commesso un errore».
A Rio de Janeiro hanno perso le chiavi di uno dei cancelli del nuovo stadio olimpico e, di conseguenza, ci è voluto l’intervento degli operai. Allo steso tempo, l’arrampicata sportiva è stata riconosciuta uno sport olimpico.
La mia domanda è: perché non coinvolgere gli amanti dello sport nella nuova attività sin da subito?
Il mio interesse verso lo sport professionale tende allo zero… Il che non significa che lo sport professionale non mi dia delle emozioni: infatti, spero che venga vietato al più presto.
Anche le persone come me, però, nelle ultime settimane hanno letto e sentito non poche informazioni sulla questione del doping diffuso tra gli sportivi olimpici russi. Si tratta di uno scandalo pesante, attraverso il quale è facile spiegare agli occidentali comuni la tendenza delle istituzioni russe a falsificare qualsiasi cosa che esse ritengano importante, redditizia e di prestigio.
Domenica 24 luglio il Comitato Olimpico Internazionale ha preso la decisione di non escludere tutta la squadra russa dalle Olimpiadi di Rio-2016 in un colpo solo ma di far selezionare gli sportivi «puliti» alle singole Federazioni di vari sport. E’ una scelta che potrebbe avere una sua logica, anche se si tratta di una logica molto debole. Infatti, i non dopati non dovrebbero essere puniti per quello che non hanno fatto, ma a loro sfavore conta però il fatto che erano ben informati dell’intero sistema e partecipavano comunque alla creazione della «riserva di urine».
Purtroppo, la scelta del Comitato Olimpico Internazionale ha un grosso motivo reale. Il tedesco Thomas Bach, che dal 10 settembre 2013 è il presidente del COI, ricopre allo stesso tempo un’altra carica: quella del presidente del Comitato di Vigilanza del Gruppo Weinig. Il Gruppo Weinig produce i macchinari per la lavorazione del legno, ha 11 punti-vendita sparsi per la Russia, l’ufficio centrale e il centro tecnico a Mosca. Insomma, si tratta di una azienda con dei forti interessi economici in Russia.
Chissà perché il COI ha deciso di non decidere?
Devo costatare di essere enormemente felice del fatto che per seguire l’Euro-2016 ho sprecato meno del 1/90 di tempo che hanno sprecato tante altre persone di mia conoscenza. Mentre la gente stava davanti ai televisori ad aspettare la fine di una ennesima partita, io controllavo i risultati finali sull’internet (è veramente bello essere informati della esistenza di quest’ultimo).
Perché controllavo i risultati? Per capire di cosa parla tutta quella gente che, inspiegabilmente, attribuisce un qualche senso alla competizione di 22 ex Homo Sapiens che hanno deciso di utilizzare i muscoli anziché il cervello.
Il mio rapporto con il calcio e con il 99% di altri sport può invece essere riassunto con questa nota immagine:
Devo inoltre constatare, ma questa volta con dispiacere, che tra un po’ iniziano le Olimpiadi. Quindi un esercito di Homo Divanius avrà di nuovo da divertirsi a osservare le creature dopate senza cervello.
Prometto di scrivere, entro la data di apertura dei Giochi, perché secondo me lo sport praticato a quei livelli debba essere considerato un reato.
Arnold Schwarzenegger ci suggerisce un metodo facile per gonfiare velocemente i muscoli. Approfittate se interessati:
La settimana scorsa c’era stata una grande nevicata sulla costa est degli USA. Qualcuno era riuscito a sfruttarla come si deve:
Molto probabilmente avete già visto questo video, quindi lo pubblico solo per non perderlo.