L’archivio del tag «spagna»

Anche sul territorio europeo

Pare che l’uomo ucciso la notte tra il 19 e il 20 febbraio in Spagna sia realmente il pilota russo Maxim Kuzminov: quello che lo scorso agosto aveva disertato attraversando appositamente il confine russo-ucraino e si era arreso all’esercito ucraino insieme all’elicottero Mi-8 che pilotava (formalmente va utilizzato il verbo «disertare», anche se in questo specifico caso non mi piace tanto). Inizialmente, la notizia della uccisione è stata diffusa da alcuni media-spazzatura (quelli di propaganda statale russa che si fingono europei), ma poi è stata confermata dai media locali più seri.

Ecco, ora non mi va di ridere della spiccata intelligenza alternativa che Kuzminov ha deciso di mostrarci andando in Spagna (uno degli stati europei più pieni di russi di varia «qualità») e invitando la propria ex fidanzata russa a visitarlo (ovviamente, facendolo da solo e con chissà quale mezzo digitale). Non è bello commentare in un momento del genere gli errori delle brave persone morte. Vorrei sottolineare solo che il momento della uccisione di Maxim Kuzminov è capitato nel momento storico più «adatto» di sempre. Gli europei minimamente portati alla visione globale degli eventi potrebbero logicamente giungere alla conclusione: gli agenti di Putin uccidono non solo sul territorio russo o ucraino.
Spero che questa osservazione – assolutamente non nuova – spinga qualcuno a prendere qualche decisione giusta.


Arriva la prima

Capisco che solo una piccola (?) parte dei miei lettori è in grado di leggere in spagnolo, ma la notizia merita di essere letta almeno con l’aiuto di qualche traduttore online (che negli ultimi anni sono migliorati notevolmente).
L’estremo riassunto dell’articolo che vi sto consigliando è: la Corte costituzionale spagnola sta per annullare le multe inflitte per il mancato rispetto del lockdown anti-covid.
Già oltre un anno fa avevo previsto che dopo le numerose restrizioni che gli umani hanno dovuto subire in quasi tutto il mondo, ci sarebbero state delle conseguenze legali per i Governi. Nella mia mente avevo (e conservo tuttora) tutte le possibili azioni per fare un ricorso contro le multe prese durante un lockdown o una «zona rossa» (non le pubblicizzo solo per non compromettere – no, non soffro la mania di grandezza! ahahaha – i rari divieti realmente sensati). Ma non pensavo che le suddette conseguenze sarebbero iniziate a) così presto e b) in uno Stato che non si distingue particolarmente per la velocità delle pratiche.
Ora voglio proprio vedere se di tratta solo di un inizio. Almeno per me sarà molto divertente osservare e studiare una sequenza di notizie simili.


Una fonte infinita

Sul nostro pianeta tormentato ci sono ancora delle cose che possono farmi ridere all’infinito.
Una di quelle cose è la lotta dei deficienti contro le ingiustizie sociali realmente esistenti. L’esempio più recente è la produzione, da parte delle Poste spagnole, dei francobolli monocromo «contro il razzismo». Il francobollo di valore inferiore è – sorpresa! – quello più scuro:

Avrei aggiunto pure il link alla relativa pagina del sito delle poste spagnole, ma su di essa i famosi francobolli non si trovano più. Si vede che almeno la reazione delle persone dotate di cervello abbia fatto venire qualche dubbio ai dirigenti delle Poste…
P.S.: la mia lotta personale contro il razzismo è semplicissima. Ignoro l’esistenza delle razze. Perché, come mi disse una persona saggia, ognuno deve essere l’ultimo nella catena della trasmissione del male.


Pure la Spagna

Nel frattempo, la Spagna ha deciso di seguire l’esempio italiano e iniziare ad accettare, a partire dal 12 maggio, le domande dei russi per il rilascio dei visti turistici. Ma anche in questo caso i visti avranno la data di validità dal 1° giugno 2021 e potranno essere usati non si sa bene quando.
L’Italia e la Spagna sono tra gli Stati europei più popolari per i viaggi estivi tra i russi (un altro Stato popolarissimo è la Grecia) e quindi anche i più desiderosi di aprire presto. Di conseguenza, la sincronia delle loro decisioni in materia dei visti si spiega facilmente. Ma ora voglio vedere se si aggiunge qualche altro Stato un po’ meno «turistico»: solo in quel caso potrò sostenere con tutta la serenità che si tratti realmente del segnale di una imminente riapertura dell’Europa al mondo.
Così, finalmente, potremo finalmente pianificare un bel viaggio estivo. Per esempio, in India.


Una casa per isolarsi

C’è chi dice che la pandemia del Covid-19 avrebbe indotto molte persone a rivalutare il concetto della casa. Se questa osservazione vale anche per voi, iniziate a valutare questa casetta a Marbela (in Spagna). All’annuncio sono allegate alcune foto interessanti.

E fate in fretta che c’è una fila dei potenziali acquirenti…


L’aria di buone notizie

Oggi, finalmente, possiamo parlare di alcuni buoni segnali provenienti dal fronte covidico. Pare che all’OMS abbiano finalmente iniziato a capire qualcosa:

One of the World Health Organization’s six special envoys on Covid-19 has highlighted Sweden’s virus response as a model that other countries should be emulating in the long run.

In sostanza, stiamo andando verso il riconoscimento del fatto che il clima di panico permanente, l’adozione delle limitazioni ridicole e lo sconvolgimento totale del ritmo abituale di vita delle persone non producono alcun affetto positivo ai fini della lotta contro il coronavirus. Anzi, la creazione artificiale delle «ondate» del virus potrebbe essere paragonata a una amputazione di un arto a piccoli pezzi per fare «meno male» al paziente. Ma i difetti di tale comportamento si vedono abbastanza facilmente anche dai dati statistici (certo, i numeri vanno poi analizzati assieme al contesto nel quale sono stati ottenuti, ma ora ci interessa la portata del problema).
Proviamo, per esempio, a confrontare la situazione in tre Stati. In qualità del primo esempio prendiamo la Spagna, quindi lo Stato europeo con il lockdown probabilmente più severo del continente:

In qualità del secondo esempio prendiamo l’Italia che ha avuto un lockdown meno pesante (agli italiani potrebbe sembrare impossibile, ma è vero) ma in molti aspetti simile:

E, infine, in qualità del terzo esempio prendiamo la tanto criticata precedentemente Svezia:

A questo punto devo constatare che in Italia — dove tra meno di due settimane riaprono le scuole e poi, progressivamente, anche alcune altre cose — diverse persone devono ora pregare poiché nessuno decida di organizzarsi in massa per chiedere i danni per quei due mesi di interruzione della vita. O almeno di fare delle domande molto scomode.
P.S.: tutti i grafici sono stati presi dal sito worldometers.info


Attenti alla webcam

Diversi mesi di isteria covidica e il caldo estivo non potevano non produrre degli effetti disastrosi sulle menti deboli. L’esempio di cui scrivo oggi arriva dalla citta spagnola di Torrelavega.
Cosa sarà successo?
In sostanza, un consigliere comunale (nel rettangolo in basso a sinistra) ha deciso di farsi la doccia durante la video-riunione con i colleghi. E dopo avere finito, si è «esibito» davanti alla webcam completamente… Completamente.

Insomma, vedendo alcuni personaggi dobbiamo riconoscere che a volte ci lamentiamo delle cose veramente poco significanti.


L’allegria spagnola

Questa domenica, invece, vediamo qualche bel esempio di come passare la quarantena dal lato opposto della porta d’ingresso. La polizia spagnola canta per le persone chiuse in casa (in totale tre canzoni diverse):


Il complesso di inferiorità

Ho scoperto che non solo le persone o i popoli possono manifestare il complesso di inferiorità. Lo possono manifestare pure le chiese. Sottolineo: non le Chiese ma le chiese.
Sull’account Facebook della Sagrada Familia di Barcellona, per esempio, a dicembre era stato pubblicato un video di auguri di buon Natale e Anno Nuovo.
Le parole di auguri vengono cantate e pronunciate in lingua catalana, in inglese, tedesco, arabo e coreano (le ultime due sono particolarmente attuali per gli auguri natalizi). A essere facilmente notata è l’assenza della lingua ufficiale spagnola.

Come sostengono i miei conoscenti che vivono in Catalogna, si tratta di un comportamento molto diffuso nella regione. Alcuni aborigeni, addirittura, perdono ogni percezione del ridicolo e fanno finta di non sapere proprio lo spagnolo. Pensano che in tal modo si mettano in evidenza la loro importanza e il loro spirito di indipendenza.
Mah…


Il “referendum”

Del referendum in Catalogna non ho capito solo una cosa: perché lo Stato spagnolo abbia reagito. Non come lo abbia fatto, ma proprio il perché della reazione.
Per Legge spagnola (come per quasi tutte le altre leggi nazionali) la consultazione in questione non poteva avere effetti legali, quindi era solo un gioco collettivo i cui risultati possono e devono essere ignorati dalle Istituzioni. Al massimo avrebbe avuto senso limitarsi a perseguire quegli amministratori locali che hanno sfruttato la propria posizione di potere per trarre in inganno i cittadini sulla possibilità reale di un referendum del genere.
Nel corso della vita ho osservato che molti nostri problemi (e molti nostri nemici) si materializzano solo grazie ai nostri notevoli sforzi nell’affermare la loro esistenza, nella autoconvinzione che esistano. L’unico effetto possibile della lotta ai fantasmi è la comparsa dei fantasmi.
P.S. Agli amanti dilettanti del diritto internazionale ricorderei che quest’ultimo è schizofrenico. Esso si basa su due principi che si escludono a vicenda: l’autodeterminazione dei popoli e l’integrità territoriale degli Stati.