Un mese fa avevo scritto dei tre metodi di creare i video-screenshot sul computer e, parlando di un software gratuito, avevo detto di conoscerne uno bello e gratuito per il montaggio dei video. Finalmente mi sono ricordato di scriverne.
Il programma si chiama VSDC Free Video Editor (esiste anche la versione Pro a pagamento, ma un utente medio, occasionale o comunque non professionista nell’ambito cinematografico può benissimo farne a meno). Non sostengo che sia il migliore o l’unico nel suo genere. Semplicemente, è stato il primo programma che mi ha soddisfatto in tutti i sensi e dunque ho evitato, dopo averlo scoperto, di cercarne altri.
Le principali funzionalità del programma si trovano facilmente e si riconoscono già sulla prima schermata (e io non mi ricordavo nemmeno che si potessero fare pure i video-screenshot):
Per creare un video partendo dalle immagini già acquisite (video e/o foto) bisogna creare un nuovo progetto. Conviene compilare bene subito la form che compare: Continuare la lettura di questo post »
L’archivio del tag «software»
Alcuni giorni fa ho avuto bisogno di creare un video screenshot (la registrazione video di quello che accade sullo schermo) sul computer… Mi sembra che in tutta la mia vita sia stata appena la seconda o la terza occasione di doverlo fare, quindi, ovviamente, non mi ricordavo assolutamente come si facesse. Inoltre, attualmente non sono in grado di immaginare se e quando mi possa capitare ancora di doverlo fare. Per me futuro o per voi che leggete nel vostro presente, pubblico le mie scoperte tecniche in materia dei video screenshot.
Considerando che la creazione di quel tipo di video è per me una necessità molto rara, ho escluso sin da subito tutti i programmi a pagamento. Sempre da subito ho escluso le versioni-prova gratuite dei programmi a pagamento (per esperienza so che possono aggiungere dei grossi watermark oppure imporre delle restrizioni sulla qualità o dimensioni del video).
Di conseguenza, al giorno d’oggi mi sono noti tre metodi meritevoli di attenzione di creare i video screenshot.
Metodo № 1. Con grande stupore ho scoperto che tale funzionalità è già inclusa nel Windows 10. Se premete i tasti WIN+G, sullo schermo appaiono i comandi necessari:
La funzionalità è molto semplice da usare; è possibile scegliere se registrare anche la voce; il tasto stop e sempre presente sullo schermo ma non viene incluso nel video. La registrazione parte 3 secondi dopo il click sul «record».
Penso che questo metodo possa andare bene per gli utenti occasionali poco esigenti, mentre io ho riscontato alcuni problemi tecnici. Un video di 19 (diciannove) secondi in formato mp4 pesa 8,02 MB (ma ha la velocità dati 3017 kbps e 20,16 fotogrammi al secondo). Inoltre, dal video sono scomparsi alcuni elementi che ci dovevano essere (continuando con il presente post capirete quali).
Metodo № 2. Ancora più sorprendente è stata la scoperta della interessante funzionalità del Power Point. Continuare la lettura di questo post »
I ricercatori delle Università di Stanford e Princeton hanno creato un algoritmo che altera le parole di una persona filmata. Per una maggiore credibilità, il programma creato non solo imita la voce, ma cambia pure la mimica facciale della persona ripresa e adegua la lunghezza del video.
Il programma fa dunque due cose. Da una parte, estrae dal video la traccia audio, scomponendo il discorso della persona in fonemi. Dall’altra parte, crea il modello 3D del volto, scannerizzando il movimento delle labbra durante la pronuncia delle parole. Individuando i visema identici, il programma compone le parole non pronunciate dalla persona.
Per la imitazione della voce della persona viene utilizzato il programma VoCo (presentato nel 2016) capace di analizzare i monologhi.
E ora, finalmente, vediamo il video illustrativo dell’algoritmo:
Dopo questa invenzione e il già noto Deep Face (che sostituisce i volti umani nei video), le prove video diventano sempre meno attendibili. Oppure più contestabili, ahahaha…
Le istituzioni e gli enti statali statunitensi non possono più acquistare e utilizzare i prodotti di Kaspersky. Il divieto temporaneo in vigore dal 1 ottobre 2018 è dunque diventato definitivo.
Posso capire gli autori del divieto: non possono tollerare un minimo dubbio quando si tratta della sicurezza nazionale. Non tanto per l’ipotesi fantasiosa che gli Stati Uniti possano essere cancellati dalla faccia della Terra solamente grazie alle presunte funzionalità nascoste di un antivirus, ma per una questione di responsabilità. A chi di voi piacciono troppe responsabilità? Chi non cerca di minimizzare i relativi rischi?
Allo stesso tempo vorrei ricordare a tutti che un cittadino comune che ci tiene alla propria salute psichica non può tollerare le paranoie nella propria testa. Tutti giorni utilizziamo una molteplicità di programmi sui computer e telefoni personali, ci attacchiamo al WiFi pubblico, ci spostiamo nei luoghi sorvegliati da telecamere, parliamo a voce più o meno alta dei fatti personali, banalmente cazzeggiamo su Facebook. E allora perché dovremmo pensare male di un antivirus specifico?
La cosa molto più sensata e utile consiste nell’imparare a impostare le corrette misure di sicurezza sui propri dispositivi digitali. Potrei scriverci un manuale sull’argomento (prima trovando qualcuno che possa pagarmi quelle settimane di lavoro), ma pubblicandolo a parte.
Alcuni dei miei lettori potrebbero sapere che a partire dal 28 gennaio non è più possibile utilizzare la vecchia versione di Skype.
Allo stesso tempo, però, io so che molte persone detestano la nuova versione di Skype e sarebbero disposti a dare mezzo regno per poter continuare a usare quella vecchia. Ecco, se conoscete anche voi delle persone così, inviate a loro il link a questo post. Perché io ho bisogno di mezzo regno ho trovato il modo di aggirare l’aggiornamento forzato e continuare a utilizzare la vecchia versione di Skype.
Per comodità divido il metodo in otto passaggi, i primi sette dei quali dovranno essere eseguiti solo una volta nella vita (del vostro computer).
Passaggio № 1. Prima di tutto bisogna scaricare la versione 7.41.32.101 dal sito ufficiale di Skype.
Passaggio № 2. Ora dobbiamo fare delle modifiche al file hosts del computer. A tal fine bisogna avere i diritti di amministrazione del sistema, quindi procediamo nel modo seguente. Nella barra di ricerca di Windows digitiamo «Blocco note», clicchiamo con il tasto destro sul nome del programma e lo eseguiamo come amministratore.
Passaggio № 3. Continuare la lettura di questo post »
Il programma TeamViewer che permette di accedere in remoto ai computer diversi da quello utilizzato in modo diretto esiste dal 2005. Il programma deve essere avviato su entrambi i computer per poter essere utilizzato e la sua versione per l’utilizzo personale è gratuita. Alcuni dei miei lettori probabilmente conoscevano già questo programma.
Io, nel frattempo, solamente l’altro ieri ho scoperto che il Team Viewer permette di accedere in remoto anche agli smartphone. Tale funzionalità può essere molto utile, per esempio, per aiutare i parenti o gli amici anziani a impostare i telefoni, per caricare dei file su uno smartphone, per utilizzare le applicazioni dello smartphone con la comodità offerta dallo schermo grande e dalla tastiera del computer (scrivere i testi sensati e lunghi sui social via telefono è una tortura).
È necessario installare sul proprio smartphone l’applicazione TeamViewer QuickSupport, mentre sul lato-computer è sufficiente avere il TeamViewer normale. Una volta stabilita la connessione tra i due apparecchi, sul computer viene visualizzato il pannello di controllo del telefono dove può essere visualizzata anche Continuare la lettura di questo post »
È smisurata la mia antipatia verso le interfacce incomprensibili. Molto probabilmente non sono nemmeno l’unico a poterlo dire. Eppure, alcuni produttori del software semplificano le interfacce dei loro prodotti fino a renderle incomprensibili. Incomprensibili e, di conseguenza, difficili da utilizzare.
Per capire meglio di cosa si tratta, vediamo subito un esempio concreto: il Notepad++ v.7.5.9.
La voce del menu «UTF-8-BOM» indicherebbe «UTF-8 senza BOM»? se la risposta è affermativa, io mi chiedo: perché non si poteva lasciare la vecchia scritta estesa?
Se, invece, la risposta alla prima domanda è negativa, mi chiedo: dove si trova la codifica senza BOM da me ricercata?
E, in ogni caso, perché dovrei perdere il mio tempo a farmi queste domande?
Insomma, esistono delle semplificazioni che ci complicano la vita. Evitiamo di moltiplicare la loro quantità.
Ho l’impressione che la maggioranza dei produttori del software non capisca una cosa banalissima: gli utenti aprono i loro prodotti a) per usarli, b) per usarli ora e non tra minuti o ore.
Quando apro un programma e vedo che esso mi saluta con la comunicazione della disponibilità di un aggiornamento, io chiudo la comunicazione e mi metto a utilizzare il programma. E chissà quando mi ricordo dell’aggiornamento da installare manualmente.
Quando apro un programma aggiornato e vedo che esso mi saluta con la proposta di fare un tour della nuova versione, io chiudo la proposta e mi metto a utilizzare il programma. E l’opzione del tour non si trova più.
O sono l’unico a non voler sprecare la concentrazione?
Molto probabilmente è capitato anche a voi di visitare qualche sito che emette dei suoni imprevisti/indesiderati nell’ambiente. La situazione diventa particolarmente divertente quando si tratta di un ambiente notturno: la mattina dopo i vostri familiari o vicini potrebbero manifestare tutta la loro gratitudine.
Come possiamo tutelarci? Lo possiamo fare installando delle giuste estensioni per il browser. Per il mio amatissimo FireFox posso consigliare l’estensione MuteTab che in un click spegne l’audio in tutti i tab (e sempre con un click lo riaccende).
Il Smart Tab Mute, invece, spegne l’audio nei tab che sono nel regime di sottofondo.
Il Mute sites by default, poi, è in grado di vietare a tutti i siti di riprodurre suoni e autorizzare a farlo solo i siti indicati dall’utente.
Per il browser Chrome – inspiegabilmente preferito da un sacco di gente – potrei consigliare l’estensione Silent Site Sound Blocker. Anche esso è capace di impostare il regime di silenzio o di sonorità per ogni sito indicato dall’utente o per tutti i siti in generale.
Il vantaggio dell’utilizzo delle estensioni consiste nel non dover spegnere l’audio del computer solo per la paura dei siti urlanti (creati dai delinquenti senza cervello).
Come molto probabilmente sapete, l’Instagram consente di pubblicare le foto e i video esclusivamente dallo smartphone. Si tratta di una scelta tecnica piuttosto stupida: non ha senso escludere le persone che sono più comode a gestire la propria vita digitale pubblica dal computer solo perché una notevole quota del traffico ha migrato verso il mobile. Ma per fortuna viviamo in una economia sviluppata: la stupidità di un produttore è una buona occasione per tanti altri.
Quindi io ho cominciato a cercare, a un certo punto, chi è riuscito a creare la soluzione migliore al problema appena descritto. Pare che il risultato sia stato positivo: l’applicazione gratuita e funzionale per postare sull’Instagram dal computer si trova sul Windows Store e si chiama Upload for Instagram.
Dato che è semplicissima nella installazione e nell’utilizzo, la consiglio a tutti gli interessati.
L’unica stranezza della applicazione è la necessità di lasciare minima la larghezza della sua finestra: solo in tale caso il vostro computer «penserà» di essere uno smartphone.
P.S.: il mio Instagram.