Ho pensato che potrebbe avere senso dedicare un altro post ai festeggiamenti ufficiosi russi della Giornata della Vittoria di ieri: per conservare meglio il ricordo di alcuni momenti letteralmente incredibili e inimmaginabili per un abitante medio della tranquilla Europa.
Inizierei dalla curiosità più innocua. Dato che si trattava di uno dei festeggiamenti più importanti dell’anno per chi governa lo Stato russo negli ultimi decenni, sulle piazze delle principali città russe sono stati organizzati anche dei concerti musicali per i sudditi. Generalmente, la qualità media della musica che viene proposta ai concerti del genere non è proprio alta e in questa sede non ci interessa. Ci interessano gli «effetti visivi» del concerto tramesso dal «Primo canale» (il principale canale televisivo statale russo). Sul maxi-schermo installato sul palcoscenico di quel concerto venivano trasmesse delle immagini in bianco e nero che avrebbero dovuto illustrare, tra le altre cose, anche la gioia per la fine della Seconda guerra mondiale. Le persone che prestano una attenzione particolare ai dettagli del genere non sono tantissime… Stranamente, sono poche anche tra gli addetti ai lavori. Quindi gli spettatori più attenti sono stati fortemente sorpresi da questa foto:
Infatti, si tratta della foto di Continuare la lettura di questo post »
L’archivio del tag «putin»
Ormai tutti sanno che oggi Vladimir Putin ha un po’ «deluso» le attese più pessimiste di molti analisti: tenendo il discorso alla parata militare per la Giornata della Vittoria non ha dichiarato la guerra alla Ucraina e al mondo, non ha dato il via alla mobilitazione di massa e non ha nemmeno detto di avere vinto qualche altra guerra o battaglia importante. Ha solo ribadito le proprie fantasie perverse sulla Russia circondata dai nemici.
L’aspetto preoccupante è un altro: ha ufficialmente e definitivamente trasformato una festa importante (anche se troppo militarizzata, statalizzata e storicamente un po’ artificiale) in una festa della guerra permanente tra la Russia e il mondo circostante. Da quasi vent’anni la propaganda statale sosteneva che l’URSS non avrebbe avuto degli alleati nella Seconda guerra mondiale e avrebbe «fatto tutto da sola». Ora quegli ex alleati – ai quali in realtà dovremmo essere grati per gli aiuti importantissimi – vengono apertamente accusati della politica aggressiva durante e dopo la «guerra fredda».
Di conseguenza, posso constatare che con la fine della Russia putiniana finirà inevitabilmente anche l’epoca della Giornata della Vittoria. Fino a pochi anni c’erano ancora delle persone che sognavano di trasformare quella festa militare in una giornata pacifica di lutto e di memoria. Ma ora che è diventata una festa di nuova aggressione nazista (perlopiù contro i territori che hanno già sofferto tanto durante la Seconda guerra mondiale), dovrà necessariamente essere cancellata nella futura Russia normale.
A questo punto, l’unica cosa costante è: la sola festa non ancora rovinata che la Russia ha ereditato dal passato è il 12 aprile, la Giornata della Cosmonautica.
Dato che in Italia è stato finalmente sequestrato il «Scheherazade» (il presunto «yacht di Putin»), io non posso non condividere con i miei cari lettori questo video – con i sottotitoli in inglese – prodotto dai collaboratori di Alexey Navalny (un noto lottatore contro il regime corrotto di Putin):
Mentre io ho una nuova idea per la ripresa della economia ucraina post-guerra: portare in Crimea tutti gli yacht sequestrati ai miliardari russi e metterli in un museo [«della corruzione»]. Lo Stato guadagnerà con i biglietti, mentre i visitatori guadagneranno con la comprensione del fatto che i soldi ottenuti con la corruzione vengono alla fine spese in cose più assurde.
So benissimo che in questo periodo milioni di persone in giro per il mondo aspettano la (e sperano in) morte di Vladimir Putin. In astratto sarebbe un sentimento negativo, ma nella situazione creatasi capisco benissimo chi lo prova. Di conseguenza, capisco benissimo anche tutti coloro che si apprestano a credere facilmente in un imminente intervento chirurgico che dovrebbe impedire a Putin di esercitare almeno temporaneamente il suo potere. La speranza e la gioia (anche quelle segrete) non devono però renderci ciechi.
La notizia sul presunto intervento chirurgico a Putin – ripresa anche da alcuni giornali italiani tradizionalmente seri – è stata diffusa per prima da «The Sun», un giornaletto che da decenni non si riesce proprio a sospettare di una minima serietà. A sua volta, «The Sun» ammette di avere appreso la notizia dal canale telegram russo «General SVR»…
Io a questo punto rido come un matto impazzito. Rido perché conosco da anno il suddetto canale. Esso è di proprietà di un presunto ex generale dei servizi segreti esteri anonimo che si specializza nell’accontentare i vari teorici della cospirazione e dei burloni. I contenuti del canale riguardano solitamente delle voci esageratamente cupe (e spesso quasi scandalistiche) sul governo, sul coronavirus e sul presidente russo, venendo comicamente intervallati dai messaggi pubblicitari su come fare soldi e promuoversi sul web. In molti sospettano che il reale proprietario del canale sia il noto frick mediatico Valery Solovei: un ex professore universitario di relazioni pubbliche che si guadagna da vivere con le interviste, le conferenze e le pubblicazioni proprio di quel genere.
Insomma, si tratta di una fonte attendibilissima, proprio come «The Sun».
Detto tutto questo, devo ammettere che noi non abbiamo delle informazioni certe e verificabili sullo stato di salute di Vladimir Putin. A tutti i dettatori della storia sono state attribuite, in varie fasi della loro attività, delle malattie più o meno gravi. In alcune occasioni quelle voci si erano rivelate azzeccate, mentre in alcune altre no. Con Vladimir Putin succederà la stessa cosa.
Fuori dalla Russia non se ne sono – ancora – accorti tutti, ma negli ultimi mesi Vladimir Putin appare in video in un modo abbastanza strano. Vediamo l’esempio cronologicamente più vicino alla data odierna: il video della partecipazione di Putin alla liturgia pasquale la notte tra il 23 e il 24 aprile 2022.
Vediamo un breve frammento de video ufficiale diffuso sul canale Russia Today:
Ora, invece, vediamo la foto ufficiale di Putin e del sindaco di Mosca Sergey Sobyanin scattata nella stessa occasione:
Continuare la lettura di questo post »
Anche oggi provo ad aggiungere qualche elemento interessante al ritratto di Vladimir Putin…
Non so se vi sia capitato di leggerlo da qualche parte, ma ieri Putin ha ufficialmente concesso alla 64a Brigata motorizzata indipendente (una formazione tattica dell’esercito) il titolo onorario di «Brigata delle guardie».
Il testo del decreto presidenziale, tra l’altro, dice:
Per l’eroismo e il coraggio di massa, la fermezza e l’audacia dimostrati dal personale della brigata in azioni di combattimento per difendere la Patria e gli interessi dello Stato nei conflitti armati, risolvo: assegnare alla 64a Brigata Motorizzata Indipendente il titolo onorifico di «Brigata delle Guardie» e d’ora in poi di chiamarla 64a Brigata Motorizzata Indipendente delle Guardie.
Molto probabilmente sarete sorpresi a scoprire che si tratta della Brigata che ha operato sul territorio di Bucha prima del ritiro delle truppe russe dai territori vicini a Kiev.
Se avete letto e visto almeno una minima parte delle testimonianze arrivati da Bucha dall’inizio di aprile, ora sapete in cosa consistono – secondo Vladimir Putin – l’eroismo, il coraggio, la fermezza e l’audacia.
Ehm… so che in Italia esistono [ancora] dei putiniani convinti…
No, ci ho ripensato: non ho proprio voglia di vedere o sentire la loro reazione…
Ora che più o meno tutti hanno letto la (o sentito parlare della) intervista di Mario Draghi pubblicata ieri, posso dire che nel mondo c’è almeno una persona in più che ha finalmente capito tutto. Perché questa frase è un ritratto sintetico ma preciso di Vladimir Putin:
Comincio a pensare che abbiano ragione coloro che dicono: è inutile che gli parliate, si perde solo tempo.
Dopo averla letta, mi sono improvvisamente ricordato delle parole di Angela Merkel sullo stesso personaggio, dette – come sostengono i giornalisti – a Barak Obama: «non sono sicura che Putin abbia mantenuto il contatto con la realtà». Quel commento era stato pronunciato all’inizio di marzo del 2014, dopo una conversazione telefonica tra Merkel e Putin dovuta alla invasione russa della Crimea (la quale era in corso proprio in quel periodo).
Aspettiamo altri otto anni per la prossima illuminazione? O acceleriamo un po’ il ritmo?
Questo sabato finalmente si è espresso pure Silvio Berlusconi, parlando del «suo [ex?] amico Putin» ha detto:
Io Putin l’ho conosciuto vent’anni fa. Mi era sempre parso un uomo di gran buon senso, di democrazia, di pace, peccato davvero per quel che è successo…
Nei tempi relativamente normali – quelli che hanno preceduto il 24 febbraio 2022 – avrei riso tantissimo sulle parole «di democrazia» e «di pace». Ora, invece, posso constatare solo due cose.
Prima di tutto, ho scoperto che Silvio Berlusconi è molto meglio di quello che mi sembrava negli ultimi 10–15 anni.
In secondo luogo, devo notare che l’espressione «di buon senso» utilizzata nella citazione di cui sopra potrebbe diventare una interessantissima (e nuova?) formula diplomatica. Infatti, con l’inizio di questa guerra in Ucraina voluta da Putin ci siamo trovati di fronte a una preoccupante scelta: riconoscere che Putin sia un folle incapace di prevedere le conseguenze delle proprie azioni oppure pensare che prenda ancora delle scelte razionali nell’ottica dei fatti e dei costrutti logici esistenti solo nella sua mente (perché, effettivamente, sono due categorie totalmente sconosciute a tutti gli altri). La seconda delle opzioni può essere definita con l’espressione «buon senso», ma di fatto è sempre una forma di pazzia. Proprio come la prima opzione.
Complimenti a Putin che è riuscito a perdere in questo modo «bellissimo» uno degli alleati più fedeli…
In Italia, quasi sicuramente, nessuno la conosce, mentre in Russia la foto di questo articoletto da giornale è diventata un meme già alcuni fa:
Si tratta della prima menzione nota – almeno al giorno d’oggi – di Vladimir Putin su un giornale. La menzione che proprio oggi compie 30 anni perché è stata pubblicata l’8 aprile 1992. Ecco la mia traduzione (non tanto elaborata) del testo:
UN COLONNELLO DELLA KGB HA SACCHEGGIATO SAN PIETROBURGO
Un altro scandalo scoppiato a San Pietroburgo: una commissione parlamentare guidata da Marina Salieh ha chiesto la rimozione dall’incarico di Vladimir Putin, il presidente della commissione per le relazioni estere del municipio.
L’ex colonnello della KGB, non avendo alcuna delega dal governo [quello cittadino, E.G.], aveva rilasciato licenze per l’export del petrolio, legname, metalli non ferrosi e terre rare ad aziende dubbie e poco conosciute, spesso registrate alla vigilia dell’affare. Inoltre, nella maggior parte dei casi, le licenze sono state rilasciate in anticipo, prima della conclusione dei contratti con i partner occidentali, e senza alcuna documentazione della disponibilità delle merci. Mentre i prezzi di vendita sono stati ribassati di duemila volte inferiore a quelli esistenti.
La dogana, tuttavia, non ha permesso alla merce di passare il confine. La commissione sta girando l’indagine all’ufficio del pubblico ministero e al dipartimento dei dipendenti pubblici, quindi Putin potrebbe dover rispondere di fronte al proprio Ente per aver privato la città di 122 milioni di dollari [quelli americani, E.G.].
Natalia SHULYAKOVSKAYA
(«Megapolis-Ekspress», l’8 aprile 1992, N 15, pagina 19)
Il giornale moscovita «Megapolis-Ekspress» – di periodicità settimanale – è esistito dal 1990 al 2005 e nei primi anni era abbastanza serio. Già nel 1994 ha iniziato a trasformarsi velocemente in un classico esempio della stampa scandalistica, ma in questa sede tale fatto non ci interessa. Ora devo solo precisare che la foto del suddetto articolo viene spesso diffusa su internet assieme a una foto di Putin relativamente giovane: ma in realtà si tratta di una mossa pubblicitaria perché in origine l’articolo non era accompagnato da alcuna immagine.
Continuare la lettura di questo post »
Sicuramente vi ricordate che due settimane e mezzo fa Joe Biden aveva esplicitamente definito Vladimir Putin come un criminale di guerra. Molto probabilmente vi ricordate anche che tale definizione è stata criticata da molti per essere poco diplomatica…
Io, invece, già in quei giorni avevo seriamente dubitato della opportunità di essere diplomatici in determinate situazioni. Perché mi ricordo a cosa avevano portato i tentativi essere diplomatici — nei confronti di un pazzo dell’epoca — a cavallo tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso. A molti vengono in mente i parallelismi con gli eventi di quegli anni, ma non a tutti viene in mente che all’inizio — quando venne perso molto tempo — ad avere ragione fu il politico con il linguaggio meno diplomatico: Winston Churchill. Ma il mondo cambia, quasi un secolo più tardi tutto succede più velocemente: probabilmente anche a causa di una migliore diffusione della informazione.
Più velocemente arriva anche la comprensione di chi sia il politico con il quale bisogna coesistere.
Il prossimo passaggio: comprendere che non bisogna tentare di coesistere con certi personaggi.
Le persone più sensibili interrompano ora la lettura di questo post.
Continuare la lettura di questo post »