Io non posso credere alla versione ufficiale della propaganda statale russa secondo la quale Alexey Navalny sarebbe morto durante una passeggiata nel cortile del carcere. Non posso crederci per due motivi: uno logico e uno scientifico.
Dal punto di vista logico, è solo il secondo – e questa volta purtroppo riuscito – tentativo di eliminare un nemico personale di Putin. Lo hanno eliminato quando era indifeso nelle loro mani e quando loro stessi hanno perso totalmente la voglia di apparire almeno in parte normali. Non sappiamo ancora come è avvenuta tecnicamente l’uccisione di Navalny, ma già il semplice fatto della sua permanenza ormai pluriennale nelle condizioni non adatte alla vita è un tentativo di uccidere. Gli assassini sono dunque Putin e tutti i suoi collaboratori di vario rango.
Dal punto di vista scientifico, invece, preferisco consigliarvi il parere di un medico che commenta, professionalmente, la versione ufficiale della morte di Navalny. Per ora quel commento costituisce la nostra unica conoscenza concreta e credibile su quanto è accaduto. Lo spoiler: quella versione ufficiale è una minchiata stratosferica.
Sicuramente un giorno scopriremo tutta la verità. Proprio Alexey Navalny ci insegnava a cercarla senza arrendersi.
UPD: con alcune precisazioni che non cambiano il senso generale di quanto è scritto nell’articolo consigliato, quel commento è confermato dal medico con il quale ho già avuto il modo di parlare dell’argomento.
L’archivio del tag «politica»
Le elezioni presidenziali finlandesi sono state vinte – con il 51,6% dei voti – dall’ex premier Alexander Stubb. La figura del Presidente non è di importanza primaria tra le Istituzioni finlandesi, ma si tratta comunque di una personalità dello Stato importante.
Di conseguenza, sono stato contento di leggere alcune prime dichiarazioni del presidente eletto di un nuovo Stato-membro della NATO sulle questioni internazionali attuali. Per esempio, ha detto di non vedere una possibilità del «dialogo politico» con Putin mentre continua la guerra in Ucraina: «Tutti vogliamo trovare una via per la pace, ma mi sembra che al momento questa via passi solo attraverso il campo di battaglia».
I politici europei capaci di valutare realisticamente la situazione corrente sono, purtroppo, pochissimi (ma più di quelli capaci di prendere anche delle decisioni sensate), dunque non posso non esprimere la mia gioia di fronte alla comparsa di qualche nuovo (almeno per me) personaggio.
Anche se devo riconoscere che, a causa della vicinanza geografica alla Russia e ai tristi precedenti storici, i politici finlandesi sono molto più portati alla realisticità rispetto a un europeo medio.
L’articolo che vi segnalo questo sabato formalmente parla del partito di estrema destra Alternativa per la Germania, i cui deputati hanno coordinato i testi dei loro discorsi con i responsabili della FSB e, su ordine di questi ultimi, hanno «fatto causa» al Governo per fermare gli aiuti militari all’Ucraina.
Dal punto di vista sostanziale, però, l’argomento dell’articolo è ancora più interessante. Infatti, il suddetto testo ci mostra che i membri della FSB – anche quelli che dovrebbero essere specializzati nel reclutamento di agenti o utili idioti nell’Occidente – in realtà sono convinti che tutto, qualsiasi cosa di questo mondo, può essere ottenuto con i soldi. Sono convinti di poter comprare anche delle cose tecnicamente impossibili (per esempio, a causa delle procedure adottate negli Stati europei). Mentre gli intermediari europei della FSB stessa utilizzano l’organizzazione per riuscire a fare un po’ di bella vita.
Insomma, per chi conosce poco i modi di fare della FSB potrebbe essere un articolo molto prezioso.
Ah, sì: si tratta di un articolo un po’ più esteso di quello analogo che è stato pubblicato da alcune fonti europee.
Il Parlamento ucraino (Verkhovna Rada) ha prorogato per altri 90 giorni – fino al 13 maggio – la legge marziale e la mobilitazione generale dichiarate dopo l’inizio dell’invasione russa del 24 febbraio 2022. Il relativo disegno di legge, presentato dal Presidente Vladimir Zelensky, è stato sostenuto da 335 deputati su 355, mentre altri 20 non hanno partecipato al voto.
Si tratta di una misura assolutamente logica, normale, purtroppo quotidiana per l’Ucraina di oggi e, di conseguenza, non particolarmente interessante. Io ne scrivo solo per sottolineare un piccolo dettaglio temporaneo: in base alla legislazione ucraina vigente, le elezioni presidenziali, parlamentari e quelle locali sono vietate in Ucraina durante il periodo del vigore della legge marziale. Dunque, ora abbiamo una conferma definitiva del fatto che durante la fase attiva della guerra le elezioni presidenziali ucraine (che avrebbero dovuto svolgersi a marzo) non si faranno. A me questa continua a sembrare l’opzione meno brutta: alle elezioni devono poter partecipare i residenti di tutto il territorio nazionale e scegliere non in base alle promesse populiste (anche quelle normali per le elezioni democratiche) elaborate anche sull’argomento di una guerra difensiva.
Il National Security Archive della George Washington University ha pubblicato 11 documenti relativi alla prima visita del 42-esimo Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton in Russia e ai suoi incontri con l’allora Presidente russo Boris Eltsin. Il vertice Russia-USA si svolse dal 12 al 15 gennaio 1994. Tra i documenti pubblicati vi sono le trascrizioni e i resoconti degli incontri a due tra Eltsin e Clinton, nonché della loro cena a Novo-Ogariovo. In occasione della visita del presidente statunitense, Mosca, Washington e Kiev annunciarono di aver concordato il ritiro dell’arsenale nucleare sovietico dall’Ucraina. Trent’anni dopo, Clinton ha detto di essere dispiaciuto per il fatto che le autorità ucraine avevano rinunciato alle armi nucleari.
I più curiosi possono andare a vedere quei documenti per scoprire – questa vota dai documenti ufficiali – da come si parlava dell’ingresso della Russia nella NATO, della collaborazione USA–Europa–Russia e delle garanzie di sicurezza da dare alla Ucraina.
Al Ministero degli Esteri russo qualcuno ha deciso di raggiungere delle nuove vette del falso e ha pubblicato questo tweet (ancora disponibile):
Per chi non avesse capito, suggerisco: guardate le foto. Il tipo diversamente geniale che si occupa dei media ministeriali evidentemente vuole farci credere che quella mano fosse di Zelensky, ma allo stesso tempo ci fa sapere che quella mano è del militare fotografato da Zelensky stesso.
Il testo del tweet, invece, non ha alcunché di particolare. L’uso della parola «guerrafondai» (come delle altre accuse) da parte del Governo russo nei confronti degli altri è una scena comica che ormai non fa nemmeno ridere perché ripetutasi troppe volte; il personaggio chiamato con la parola «dio» non esiste veramente.
Non posso escludere che qualcuno dei visitatori di questo sito sia stato anche un lettore – almeno occasionale – del sito «Maritime Bulletin», un progetto che fino alla fine di dicembre pubblicava quotidianamente le varie notizie legate alla circolazione delle navi e, soprattutto, i commenti professionali sui vari fenomeni più o meno anomali e irregolari legati, appunto, alla circolazione delle navi.
Ecco, se quei lettori si stanno chiedendo perché il sito non venisse aggiornato dal 28 dicembre 2023, io posso comunicarvi il motivo. Il proprietario e l’autore del «Maritime Bulletin», Mikhail Voytenko, è morto alla fine di dicembre all’età di 65 anni.
Voytenko viveva da anni in Thailandia per motivi di sicurezza politica. Il 1° gennaio 2024, la polizia thailandese ha fatto irruzione nel suo appartamento su richiesta dei suoi parenti rimasti in Russia (con i quali Voytenko non contattava dal 29 dicembre) e lo ha trovato già morto. Pare che si sia trattato di un attacco cardiaco improvviso verificatosi nei giorni precedenti, dunque alla fine di dicembre 2023.
A questo punto, non so per quanto tempo il suo progetto «Maritime Bulletin» possa ancora rimanere online almeno in qualità [attuale] di un archivio. Prima o poi il dominio e il hosting scadranno a causa del mancato pagamento per il rinnovo e il sito sparirà… Almeno che Mikhail Voytenko non abbia lasciato, per le situazioni di emergenza, le password e le istruzioni per il rinnovo a qualcuno: ma noi non lo sappiamo e non abbiamo un mezzo sicuro per scoprirlo.
Di conseguenza, gli studiosi della storia marittima possono provare a salvare i materiali del sito potenzialmente interessanti finché sono ancora disponibili online.
P.S.: il destino dei siti personali, comunque, è triste. La maggior parte di essi è destinata a morire assieme ai loro creatori, senza permettere alla persona di lasciare al mondo una delle proprie opere più importanti.
Nella recente intervista a The Times l’ex premer britannico Boris Johnson ha definito come «total nonsense» e «Russian propaganda» le voci secondo le quali sarebbe stato egli a far saltare, nella primavera del 2022, le «trattative di pace» tra l’Ucraina e la Russia. Almeno in questo caso possiamo essere certi al 101% che Johnson dice la perfetta verità. Possiamo esserne certi per due motivi: uno logico e uno storico.
Il motivo logico per il quale possiamo credere a Johnson consiste nel fatto che all’epoca della propria permanenza alla carica del premier è sempre stato uno dei sostenitori più attivi e coerenti della Ucraina. Non poteva certo dare tutto quell’aiuto militare, diplomatico e morale e, allo stesso tempo, non capire quali fossero le reali intenzioni dello Stato russo. Non poteva non capire che almeno da parte russa non c’era in corso alcuna «trattativa di pace»: era appena stata fallita la missione iniziale di «conquistare Kiev in tre giorni», ma non c’era l’intenzione di accontentarsi di alcune zone dell’est ucraino. Prima o poi gli accordi sarebbero stati violati da Putin e la guerra sarebbe ripartita.
A quanto appena detto si collega il motivo storico per il quale possiamo credere a Boris Johnson: alle famose «trattative» la parte russa era rappresentata solamente da personaggi che non avevano alcun potere decisionale e/o peso rilevante nella struttura del regime putiniano. Le figure più note e «rilevanti» erano, infatti, l’ex ministro della cultura Vladimir Medinsky (un personaggio un po’ particolare, finge di essere uno storico senza esserlo e dichiara che la storia va scritta sulla base delle necessità dello Stato: viene regolarmente sfruttato per questa sua caratteristica) e il ben noto a voi Roman Abramovich (il cui ruolo è rimasto totalmente sconosciuto: non c’entra alcunché con la direzione dello Stato russo). Insomma, «il Cremlino» aveva affidato le trattative alle persone le cui firme, promesse, dichiarazioni e quant’altro valeva più o mento quanto la carta igienica sporca: in qualsiasi momento si poteva disdire tutto perché «creduloni ucraini, vi siete messi d’accordo con la gente che non decide nulla».
Di conseguenza, Boris Johnson non poteva far saltare una trattativa che nessuna delle parti aveva l’obiettivo di realizzare (l’Ucraina non ha mai avuto l’obiettivo di arrendersi di lasciare alla Russia i propri territori).
È bello quando i politici (almeno quelli quasi-ex) dicono la perfetta verità.
La grande scienziata Claudine Gay è l’autrice di ben 11 pubblicazioni scientifiche (prevalentemente sugli argomenti di razza e genere). Tutte quelle pubblicazioni sono in varia misura caratterizzate dalle copiature di vario genere, ma ora non importa più…
Perché la signora Gay si è finalmente decisa di dimettersi dalla Presidenza della Università di Harvard dopo appena sei mesi e due giorni di permanenza. Si è finalmente adeguata al contesto e io ne sono contento: come ogni qualvolta vedo un po’ di giustizia in questo mondo imperfetto.
Probabilmente alcuni di voi si sono accorti che il 2023 finisce di domenica. Di conseguenza, ho un motivo in più per postare – in qualità del video domenicale – qualche video-riassunto dell’anno uscente. La ricerca di un video del genere si è però rivelata una missione non facilissima. Infatti, mi sono accorto che quest’anno, pur lasciando l’impressione generale di una pazzia di portata planetaria, non è ricchissimo di eventi veri e propri. Abbiamo visto alcuni la conclusione, lo sviluppo o la stagnazione di alcuni processi negativi, ma mi vengono in mente pochissimi avvenimenti.
Vedo che pure gli autori dei video riassuntivi si sono trovati un po’ in difficoltà. Ecco, per esempio, il video del Time:
Oppure il video del VOX, ancora più strano:
Ma almeno il loro spirito corrisponde, in qualche modo, alla impressione che mi lascia il 2023…
Buon anno a tutti!