Pare che i capi di Stato e di Governo europei si sono già messi d’accordo (con una velocità che mancava da decenni, ahahaha) sulla opportunità di accogliere la proposta greca: introdurre prima dell’estate il «passaporto vaccinale» digitale che permetta agli europei vaccinati contro il Covid-19 di circolare liberamente in UE.
In merito a questa notizia positiva, posso fare due osservazioni.
Prima di tutto, sono contento che ci siano arrivati a concordare uno strumento digitale, quindi più difficilmente falsificabile.
In secondo luogo, spero che ora qualcuno vada oltre il piccolo traguardo già raggiunto e proponga di concedere dei permessi almeno temporanei alle persone con gli anticorpi. Allargare l’insieme delle persone (o, se preferite, lavoratori e consumatori) liberi sarebbe una cosa giusta e conveniente.
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Bene, il Governo greco propone ancora una volta all’UE di valutare l’opportunità di introdurre il «passaporto vaccinale». L’obiettivo sarebbe quello di consentire alle persone già vaccinate contro il Covid-19 di viaggiare in tutta Europa, salvando dunque almeno la stagione turistica estiva del 2021.
Allo stesso tempo, mi è capitato di leggere diverse osservazioni sulla presunta discriminazione delle persone non vaccinate che deriverebbe dalla introduzione di un «passaporto» del genere.
A questo punto va constatato che i critici della proposta greca si sono svegliati un po’ tardi: più o meno tutte le limitazioni agli spostamenti locali, nazionali e internazionali introdotti in giro per il mondo (dunque anche nell’UE) hanno in realtà poco di legale. Di conseguenza, è abbastanza facile ipotizzare una sensibile quantità di cause giudiziarie contro i vari governi in un futuro neanche tanto lontano, quando i mesi (o gli anni) della pandemia passata verranno analizzati dagli umani in un modo più razionale che emotivo. L’introduzione di una misura giuridicamente discutibile in più non cambierebbe orami la situazione generale in un modo radicale.
Al giorno d’oggi, però, il «passaporto vaccinale» svolgerebbe almeno due funzioni importantissime. In primo luogo, permetterebbe di evitare il secondo anno economicamente catastrofico di fila. Certo, viste le dinamiche della vaccinazione, non si tratta di tornare ai livelli turistici del 2019, ma nemmeno riempire le zone di vacanza con le sole persone che accettano il rischio (e ribadisco che le persone adulte devono avere la possibilità di rischiare come pare a loro).
In secondo luogo, il «passaporto vaccinale» costituirebbe una arma potentissima contro i militanti dell’antivaccinismo (che stranamente esistono ancora su questo pianeta): si saranno stancati pure loro di essere prigionieri della loro città, Regione o Stato.
E quindi spero che facciano questo «passaporto vaccinale»: ci servirà tanto anche a livello nazionale, nella vita quotidiana.
In Cipro hanno revocato 26 passaporti (quindi cittadinanze) concessi in cambio degli investimenti. Si tratterebbe di nove russi, otto cambogiani, cinque cinesi e membri delle loro famiglie.
Dato che la cittadinanza cipriota attualmente costa 2,5 milioni di euro (una delle più care al mondo), non è l’unica acquistabile e rappresenta una merce abbastanza richiesta tra le persone provenienti dagli Stati non particolarmente tranquilli (Russia compresa), trovo importante sottolineare un concetto.
L’acquisto (nel senso finanziario) di una qualsiasi cittadinanza è uno dei modi migliori di sprecare i soldi. Certo, libera l’acquirente da una notevole quantità di problemi burocratici all’estero, permette di viaggiare nel mondo più liberamente e soggiornare di più all’estero. Ma nemmeno un sceicco con dieci mogli e venti figli riuscirebbe a spendere almeno un milione di euro per i visti e per i permessi di soggiorno (indipendentemente dal loro nome locale in ogni determinato Paese) in tutta la sua vita.
Allo stesso tempo, la vendita delle cittadinanze sarebbe un modo molto facile per dare un po’ di vita al bilancio pubblico. Anche all’Italia converrebbe adottarlo: tantissimi ricchi «Pinocchi» in cerca di una via di fuga legale verso l’estero sarebbero felici di approfittarne. Mentre agli italiani verrebbe risparmiata qualche tassa inutile.
Tutti coloro che avessero già letto dei passaporti russi in regalo – per decreto presidenziale – ai cittadini ucraini devono sapere che si tratta di una ennesima scelta politica più tattica che politica. E, soprattutto, provocatoria: si fa solo perché si può farlo.
Infatti, trovo molto deboli tutte le spiegazioni razionali di tale mossa che mi è capitato di leggere e sentire negli ultimi giorni.
L’aumento dei cittadini russi nel sud-est ucraino potrebbe essere una giustificazione della annessione? Gli anni di conflitto in quei territori hanno dimostrato che la Russia non ha bisogno di alcuna giustificazione.
Vladimir Putin vorrebbe premiare gli ucraini che hanno combattuto contro il Governo ucraino in quei territori? Si è sempre ritenuto libero da alcun debito materiale o morale nei confronti dei veterani e dei famigliari dei militari russi uccisi nei vari conflitti.
Si vorrebbe in tal modo aumentare la base elettorale del partito «Russia Unita»? (Secondo le stime dei giornalisti si tratterrebbe di almeno 3,8 milioni di nuovi cittadini grati per il regalo.) La realtà dimostra che il partito è capace di vincere anche in assenza delle manifestazioni materiali del voto a suo favore.
Insomma, mi sembra che la distribuzione dei passaporti sia più un gioco da bullo, un modo di infastidire in modo divertente la classe politica occidentale.
Come avete probabilmente già sentito o letto, a partire dalla domenica 11 giugno 2017 i cittadini ucraini possono entrare in UE senza visto. Per pura curiosità sono andato a vedere le condizioni che hanno accompagnato tale gesto di grande generosità da parte dell’Europa. Con il termine curiosità intendo dire che mi sono insospettito. Infatti, non voglio offendere nessuno, ma bisogna essere realisti: rispetto a tanti altri, l’Ucraina è uno Stato poco tranquillo politicamente e poco sviluppato economicamente per godere di un simile previlegio.
Ho dunque letto le condizioni. Grazie ai loro autori ho riso bene.
Prima di tutto, gli ucraini che vogliono andare in Europa devono, una volta giunti al confine, presentare le informazioni sullo scopo del viaggio, sulla disponibilità dell’alloggio, sulla disponibilità dei mezzi finanziari sufficienti per tutta la durata della permanenza in UE, la conferma della intenzione di fare rientro in Ucraina (per esempio il biglietto di ritorno) e l’assicurazione medica. In sostanza, si tratta degli stessi documenti che normalmente si presentano per ottenere un visto. L’unica differenza: non si paga più per il rilascio del visto.
Ma non è finita. In secondo luogo, gli ucraini che vogliono andare in UE senza il visto, possono trascorrere sul territorio europeo solo 90 giorni ogni 6 mesi. Senza il visto non possono studiare o lavorare in Europa.
In terzo luogo, è stato fatto tutto il possibile per escludere da questo regime agevolato gli abitanti della Crimea e delle regioni di Donetsk e Lugansk. Infatti, gli ucraini che vogliono andare in Europa devono essere in possesso di un passaporto biometrico modernizzato (le cui caratteristiche sono state concordate con l’UE ben più tardi dei fatti del 2014).
Mi dispiace per gli amici ucraini, ma la loro euforia è poco fondata sui fatti reali. Perché per i comuni viaggiatori ucraini non c’è alcun reale cambiamento in meglio.
P.S.: non immaginate quanto mi divertono gli abitanti della Crimea che da diversi giorni stanno cercando di (ri)ottenere i passaporti ucraini. Molti di loro avevano festeggiato l’invasione russa sperando di avere le pensioni più alte e gli investimenti statali nelle infrastrutture. Ma visto che i soldi non arrivano (perché mancano anche per quasi tutto il resto della Russia – tranne la Cecenia), quegli ometti avidi stanno già inseguendo un’altra fonte di beni gratuiti.
Ho appena scoperto un sito fighissimo: «Passport Index». Esso permette di vedere la classifica della utilità di tutti i passaporti del mondo, confrontarli tra loro, vedere le possibilità che questi concedono.
Cliccando sulla immagine di un qualsiasi passaporto, è possibile vedere le sue caratteristiche dettagliate. Ecco, per esempio, il passaporto italiano e il passaporto russo.
Possiamo pure confrontarli.