Sappiamo che i disegnatori dei cartoni animati ebbero una vita difficile prima della nascita dei computer moderni: dovettero disegnare fotogramma per fotogramma ogni movimento di ogni personaggio o oggetto. E meno male che ebbero l’idea di utilizzare gli strati delle pellicole trasparenti.
Pochi giorni fa ho scoperto che pure la realizzazione delle musiche dei cartoni animati fu un lavoro piuttosto impegnativo. Ecco un bel esempio:
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Nella mia ribrica musicale è arrivato di nuovo il momento della musica classica. Oggi ascoltiamo il Concerto per due violini di Johann Sebastian Bach. La versione del video sottostante è una storica esebizione comune del noto violinista russo David Oistrakh e dell’altrettanto noto violinista statunitense Yehudi Menuhin. Infatti, nel 1945 Menuhin fu il primo musicista straniero a suonare nell’Unione Sovietica dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Non posso assolutamente ignorare, nella mia rubrica musicale, la grande data odierna. Proprio oggi, il 4 agosto 2018, il grandissimo musicista jazz Louis Armstrong avrebbe compiuto 117 anni.
Io lo ricorderei con i seguenti due brani.
Prima di tutto il «Go Down, Moses» (proprio l’interpretazione di Armstrong, registrata il 7 settembre 1958, è la versione più nota di questo spiritual):
E poi il «Basin Street Blues» (nel ripertorio di Louis Armstrong già dal 1929):
La balalaika è uno dei due strumenti musicali russi più noti al mondo. Allo stesso tempo, però, non è assolutamente uno strumento antico: iniziò a diffondersi alla fine del XVII secolo e assunse il proprio aspetto attuale negli anni ’80 del XIX secolo (cioè nel periodo della massiccia invenzione e produzione di oggetti pseudo-russi abbastanza volgari ma aventi l’obiettivo di mostrare al mondo la presunta identità nazionale originale).
Essendo uno strumento piuttosto primitivo, la balalaika è molto difficile da suonare in modo piacevole. Infatti, avendo appena tre corde e il manico corto, lascia poco «spazio di manovra» al musicista.
Prima o poi scriverò un post serio sulla storia della balalaika e sui vari modi di suonarla. Il post musicale di questo sabato è dedicato solo a uno dei più grandi suoi suonatori contemporanei: Alexey Arkhipovsky. Come al solito, inserisco due brani.
Il primo è «La strada verso casa»:
E il secondo è «La Cenerentola»:
Il supergruppo Crosby, Stills & Nash (composto, come potete immaginare, da David Crosby, Stephen Stills e Graham Nash) pubblicò due bellissimi album nel 1969 e nel 1970, dopodichè si sciolse perché i componenti sentirono la necessità di dedicarsi ai progetti personali. Nel 1977, però, si riunirono per registrare un altro albume molto bello: «CSN». Proprio da esso ho scelto due brani per il post musicale di oggi.
Il primo è «Just A Song Before I Go»
E il secondo è «I Give You Give Blind»
Se un giorno avreste il bisogno di sincronizzare cinque metronomi, ricordatevi di questo metodo inventato per voi al dipartimento di fisica della università di Lancaster. Oltre ai cinque metronomi vi serviranno una lavagna di lunghezza sufficiente e due latine di birra. Alla fine della operazione la birra potrà essere regalata alla gente estranea alla ingegneria musicale.
Nel mondo esiste una notevole quantità di persone che compongono, suonano, registrano, sponsorizzano, insegnano, vendono, comprano, pubblicizzano, copiano e ascoltano musica (la quantità dei verbi da applicare a ogni singola persona può variare). E poi ci sono le persone che parassitano sulla musica: sono i cosiddetti critici. Tra questi ultimi è diffusa da decenni la moda di prendere qualcuno dei più noti gruppi rock e definirlo gratuitamente pop.
Ecco, proprio in quelle occasioni i «critici» dimostrano tutta la loro povertà culturale. Perché il vero pop con la maschera del rock indossata male è il gruppo britannico Smokie.
Certo, la parola pop non è sempre una parolaccia (lo è solo nel 99% dei casi) e il gruppo in questione non è il più forte a stimolare i sintomi di vomito (in alcune situazioni sentimentali diventa pure ascoltabile), ma il fatto rimane. È un vero esempio della maschera portata male.
Per comprendere la mia idea potreste ascoltare le seguenti due canzoni.
Pima di tutto, la «Living Next Door of Alice» (dall’album «Midnight Café» del 1976)
E poi la «I’ll Meet You at Midnight» (sempre dall’album «Midnight Café» del 1976)
La musica classica manca da troppo tempo nella mia giovane rubrica musicale. Quindi ho deciso di correggere la situazione postando due registrazioni del grande violoncellista russo Mstislav Rostropovich.
Perché proprio Rostropovich? Solo perché mi piace, ed è già una motivazione sufficiente.
La prima composizione musicale è del compositore Dmitri Shostakovich: Cello Concerto no. 1 in E flat major op. 107 Allegretto.
Mentre la seconda è del compositore Sergei Prokofiev: Symphony-Concerto for Cello and Orchestra op. 125.
Da tempo penso che la musica de «The Beatles» sia ormai moralmente obsoleta (ciò è dovuto anche al fatto che la tattica del manager non prevedeva il tempo necessario per il lavoro sulla qualità della musica). I resti della loro popolarità si basano, secondo me, esclusivamente sui ricordi radiosi di chi era giovane negli anni ’60 e ’70. La conseguente allo scioglimento del gruppo carriera da solista di Paul McCartney mi sembra invece tuttora interessante. Quindi il post musicale di oggi è dedicato proprio a egli.
La prima canzone è «Somedays» (dall’album «Flaming Pie» del 1997):
Mentre la seconda è «If You Wanna» (sempre dall’album «Flaming Pie» del 1997):
Il duo svedese Roxette è un rarissimo esempio del gruppo pop ascoltabile. Quindi oggi (formalmente perché il 30 maggio la sua componente femmenile Marie Fredriksson ha compiuto 60 anni) metto due loro canzoni nel post musicale del sabato.
La prima è «Crash! Boom! Bang!» (dall’album «Crash! Boom! Bang!» del 1994):
E la seconda è «Wish I Could Fly» (dall’album «Have a Nice Day» del 1999):