L’archivio del tag «musica»

Natale in 4K

Oggi potrebbe essere l’occasione giusta per dare spazio a una edizione straordinaria del post video-musicale.
A dicembre del 1984 il duetto Wham! – composto da George Michael e Andrew Ridgeley – pubblicò la canzone «Last Christmas». Pure quelle persone che non sono mai state dei grandi fan del gruppo (come me, per esempio) reagiscono prontamente al titolo della canzone: «I gave you my heart».
Ebbene, 35 anni dopo la Sony Music Entertainment ha pubblicato la versione restaurata (oppure è meglio dire rinnovata?) del relativo video: ora è possibile vederlo in qualità 4K. Considerato il risultato, si potrebbe addirittura pensare che la Sony avesse ingaggiato degli attori e dei bravi stilisti per girare di nuovo il video:

Se qualcuno si fosse dimenticato di come era prima quel video: Continuare la lettura di questo post »


La musica del sabato

Gli Uriah Heep è un gruppo eccezionale in tutti i sensi. Da un lato, negli anni ’70 del secolo scorso avevano dimostrato (per la prima volta nella storia) che il hard rock può essere una musica di qualità. Dall’altro lato, a partire dagli anni ’90 stanno dimostrando – con un impegno che meriterebbe di essere speso in qualcosa di più utile – che le persone incapaci di fermarsi in tempo diventano ridicole.
Potrei fare due esempi concreti – tratti dalla vita reale – riguardanti proprio il gruppo.
L’esempio № 1. Verso la metà degli anni ’90, durante un viaggio automobilistico con un mio conoscente, avevo sentito alla radio una canzone che sembrava una pessima imitazione degli Uriah Heep del loro periodo migliore.
«Chi sono questi deficienti?», chiesi io.
«Guns n’ Roses», rispose il mio conoscente.
L’esempio № 2. Più o meno nello stesso periodo storico ebbi una conversazione sull’argomento con un mio parente, un ingegnere del suono ben integrato nel mercato musicale russo.
«Perché leggo così spesso delle visite degli Uriah Heep in Russia?», chiesi io.
«Perché sono vecchi, ormai scadenti e disposti a suonare pure alle feste di compleanno. Mentre i nostri petrolieri sono disposti a pagare per il solo marchio», rispose il mio parente.
Ecco, come succede per tanti altri musicisti (e non solo musicisti), preferisco ricordare gli Uriah Heep dei loro tempi migliori e ignorare totalmente quello che sono diventati dopo. Le due canzoni scelte quasi a caso dovrebbero dare una idea del livello della formazione del gruppo considerate classica: Mick Box, David Byron, Ken Hensley, Gary Thain e Lee Kerslake.
La prima canzone scelta è «Look at Yourself» (dall’album «Look at Yourself» del 1971):

La seconda canzone di oggi è «Stealin’» (dall’album «Sweet Freedom» del 1973):

Perché ho deciso a postare la loro musica proprio in questo periodo? Perché molti sostengono che il vero inizio della storia del gruppo si sia verificato nel periodo natalizio del 1969. Proprio in quei giorni era nato anche il nome «Uriah Heep», ispirato al nome di un personaggio del romanzo «David Copperfield» di Charles Dickens (il centenario della morte del quale veniva ricordato in quel periodo).


La musica del sabato

Per l’edizione odierna della mia rubrica musicale ho volute scegliere qualche composizione di Sergej Prokofiev. Non è sempre necessario scegliere qualcosa di raro o poco noto: il mio obiettivo è sempre stato quello di condividere la musica bella.
Così, oggi vi propongo la famosissima Sinfonia n. 5 in Si bemolle maggiore, scritta tra l’estate e l’autunno del 1944.

Oggi non volevo distrarvi con troppe parole.


Marie Fredriksson

Oggi, all’età di 61 anni, è morta Marie Fredriksson, la cantante dei Roxette.

Ma noi abbiamo la fortuna di poterla ricordare attraverso diverse canzoni simpatiche che ci ha lasciato.

(e aggiungo pure il link ai Roxette nella mia rubrica musicale)


La musica del sabato

Nel mondo ci sono (ci sono state e purtroppo ci saranno) numerose persone non vedenti. Ma solo quattro di loro potrebbero comparire nella mia rubrica del sabato: Jeff Healey, Stevie Wonder, Andrea Bocelli e Ray Charles (in realtà, quest’ultimo è già comparso una volta). Si tratta di una proporzione stranamente bassa rispetto ai musicisti sani… Ma in realtà le persone di solito preferiscono apparire vittime anziché fare qualcosa per stare meglio su questo Pianeta. Così, per esempio, mi vengono in mente solo tre studenti annoiati famosi: Bill Gates, Steve Jobs e Mark Zuckerberg.
Però, il testo sta prendendo una strada pericolosa. Torniamo alla musica. Il nostro protagonista di oggi è Stevie Wonder. È abbastanza difficile scegliere solamente due delle sue canzoni contenute in oltre trenta album. Ancora più difficile è tentare di scegliere qualcosa di «rappresentativo». Quindi scelgo a caso.
La prima canzone di oggi è «Superstition» (dall’album «Talking Book» del 1972):

E la seconda è «Sir Duke» (dall’album «Songs in the Key of Life» del 1977):

Prima o poi farò un post a parte sulle esibizioni dal vivo di Stevie Wonder: hanno alcune particolarità curiose.


La musica del sabato

Penso che il compositore Henry Mancini sia ben noto anche alle persone che non sanno alcunché del cinema americano. Di conseguenza, non ha molto senso non solo presentarlo, ma pure postare le sue opere più famose…
Però vedo che le persone sono spesso in disaccordo tra loro sul concetto della «musica famosa». Quindi tra l’infinità delle opere di Henry Mancini ne scelgo a caso due…
Uno: «The windmills of your mind»

E due: «Evergreen»


La musica del sabato

Alla fine di settembre avevo postato due canzoni di Sting nella mia rubrica musicale. Prevalentemente per motivi di giustizia storica dovrei postare anche qualcosa dei Police, il gruppo di origine di Sting.
Il gruppo mi sembra molto meno interessante del cantante-solista, ma ha comunque prodotto qualche canzone ascoltabile.
In qualità della prima metterei la «Every Breath You Take» (dall’album «Synchronicity» del 1983):

E la seconda potrebbe essere la «Roxanne» (dall’album «Outlandos d’Amour» del 1978):


La musica del sabato

Giya Kancheli è stato uno dei compositori georgiani contemporanei più interessanti e sono costretto di scriverlo al passato solamente per una questione formale: è morto il 2 ottobre 2019.
Nel mondo Kancheli è noto prevalentemente per le sue composizioni orchestrali, mentre nella maggioranza degli Stati dell’ex URSS è conosciuto anche come l’autore delle musiche di diversi film popolari.
Per il post musicale di oggi ho pensato però di scegliere qualcosa di universalmente apprezzabile. Potrebbe essere, per esempio, la Sinfonia n. 5 «To the Memory of My Parents» (finita e suonata per la prima volta nel 1977).

In qualità del bonus track metterei un esempio della musica da film (dato che in un certo senso l’ho già annunciata). Qualcosa di molto semplice, per esempio il tema principale del film «Mimino» (per pura coincidenza, sempre del 1977).

Forse più in avanti lo sentiremo ancora. Ma non è necessario aspettare che succeda per l’iniziativa mia.


La musica del sabato

Due mesi fa avevo postato nella mia rubrica musicale la canzone «The House of the Rising Sun» cantata dagli Animals. Si era trattato della versione di maggior successo commerciale della canzone. Essa, però, è nota almeno dall’inizio del XX secolo e, di conseguenza, è stata cantata e registrata da numerosissimi artisti più o meno famosi. Oggi ho pensato di postare tre interpretazioni meno «tradizionali».
La prima è quella di Bob Dylan, il quale ha inserito la canzone nel proprio primo album («Bob Dylan» del 1962). In questo caso pure la stilistica dell’artista non è esattamente quella alla quale sono abituato io.

La seconda versione della canzone che ho pensato di postare è quella di Glenn Yarbrough (inclusa nel suo album «Here We Go Baby» del 1957). Una delle più originali che mi sia capitato di sentire.

In via eccezionale, metto anche il terzo video. Si tratta della «The House of the Rising Sun» tradotta in francese e cantata da Johnny Hallyday (uscita come singolo nel 1964). In questo caso è stata chiamata «Le pénitencier», dando una interpretazione ben precisa al testo. Infatti, l’espressione inglese «la casa del sole nascente», secondo le varie opinioni, può indicare una casa chiusa, un carcere, una casa da gioco o una bettola.

Ogni confronto scientifico può andare avanti per molto tempo. Ma io concluderei la sessione odierna proprio così.


La musica del sabato

Il compositore Gaetano Donizetti è meritatamente noto in tutto il mondo per le sue opere (melodrammi). Ne scrisse quasi settanta e una buona parte di esse è ancora apprezzata dal pubblico e dai musicisti. Molto probabilmente, lo studio delle sue doti fu il vero motivo del furto del suo cranio dalla tomba. Purtroppo, però, i risultati di quella ricerca ci restano sconosciuti, quindi ci concentriamo sulla musica.
Considerate la specializzazione del compositore, oggi adotto un metodo un po’ anomalo per la mia rubrica musicale. Inizio con il brano «Il segreto per esser felici» tratto dalla opera «Lucrezia Borgia» (data per la prima volta il 26 dicembre 1833 al Teatro della Scala)…

(Il teatro degli Arcimboldi di Milano, 2011)
… e poi metto l’opera intera per i più interessati:

La sceneggiatura è, in questo caso, un po’ particolare ma a me interessa prevalentemente la musica.