L’archivio del tag «lada niva»

La comprano ancora!

Mi ricordo che nei miei primi anni in Italia per strada incontravo con una certa regolarità degli esemplari più o meno datati della Lada Niva. La frequenza di questi incontri si era però progressivamente ridotta fino a uno o due all’anno: probabilmente perché le nuove Lada non si vendevano più nell’UE (per dei motivi delle emissioni troppo alte), mentre quelle vecchie «morivano».
Ma ecco che, alla fine di dicembre, ho per puro caso incontrato un esemplare nuovissimo: a giudicare dal design e dalla targa, la macchina è stata prodotta e immatricolata nel 2021.

A tutti gli interessati ricordo che nel 2019 il produttore AvtoVAZ ha ricomprato la quota «mancante» del 50% nella joint venture GM-AvtoVAZ e ha quindi riavuto il diritto di utilizzare il marchio «Niva» per il proprio modello storico.
Mi sento positivamente divertito ogni qualvolta vedo una auto russa sulle strade europee. In più, sono contento per il fatto che la Lada sia riuscita a tornare sul mercato italiano. Ma, allo stesso tempo, devo constatare che la Lada Niva non è il miglior fuoristrada russo: i ben noti a molti italiani modelli della UAZ, pur essendo molto più spartani, sono anche decisamente più affidabili e resistenti. In più, sono pure facilmente riparabili con le forze proprie anche in mezzo a una foresta. Di conseguenza, le persone in cerca di un fuoristrada tradizionale — quello fatto non solo per le strade asfaltate e privo della elettronica superflua — e poco costoso sono invitati a fare una scelta giusta, ahahaha
P.S.: su Instagram mi hanno segnalato che il Corpo forestale del Trento ha circa una decina delle Lada Niva. Appena posso, vado a controllare di persona e vi aggiorno!


Niva di nuovo Lada

Con una certa soddisfazione informo tutti gli appassionati dell’automobilismo di un evento epocale (non so quanto sia corretto chiamarlo con il nome di giustizia storica): il produttore automobilistico russo AvtoVAZ — quindi il produttore delle Lada — ha riacquistato il diritto di utilizzare il marchio Niva.
Penso che più o meno tutti gli esperti conoscano la Lada Niva classica, quella prodotta dal 1977 al 2002. (I vecchietti con la memoria ancora più scarsa della mia possono rivedere il mio articolo dedicato al modello in questione.) Nel 2002, però, la AvtoVAZ aveva creato una joint venture con l’americana General Motors, partecipandovi con dei cespiti materiali e immateriali per un valore complessivo di 100 milioni di dollari. Tra quei beni immateriali, in particolare, era compreso anche il marchio Niva. La General Motors aveva dunque iniziato a produrre la Chevrolet Niva «sulla base del modello classico». Ma in realtà il modello sembrava un pseudo fuoristrada anonimo:

Mentre la AvtoVAZ era costretta a produrre il proprio modello glorioso con il semplice nome «4×4». Stilisticamente era decisamente più in linea con la tradizione:

Il martedì 10 dicembre, dopo una serie di trattative non particolarmente lunghe e pesanti, l’AvtoVAZ ha finalmente firmato l’accordo sull’acquisto della quota americana nella suddetta joint venture. Ora è dunque possibile parlare del ritorno della Niva in patria.
Le notizie positive, purtroppo, finiscono qui. L’industria automobilistica russa contemporanea ha fatto alcuni progressi tecnologici negli ultimi dieci anni, ma continua a produrre le vetture di qualità sensibilmente lontana dagli standard moderni. Lo si nota in tutti gli aspetti: gli standard ecologici adottati, la resistenza della carrozzeria, la sicurezza dei passeggeri, la qualità di assemblaggio e la scelta di ceri materiali. Bisogna essere proprio un grande fanatico per comprare con dei soldi propri una auto russa nuova in qualità del mezzo di trasporto unico o principale.
Se volete proprio possedere una Lada Niva (oppure una UAZ, un altro modello glorioso), considerate pure le vetture vecchie: almeno non tradiranno le vostre aspettative.


Nel 1970 l’appena fondata fabbrica automobilistica sovietica VAZ iniziò a produrre il suo primo modello: la 2101 «Kopeika» (volendo potete vedere il mio articolo sull’argomento).
Nel 1971 l’URSS iniziò a esportare le 2101 in Occidente. Proprio in quella occasione fu inventato il nome Lada, inizialmente riservato solamente alle vetture da esportazione. Le automobili Lada raggiunsero i loro risultati commerciali migliori in Finlandia, Svezia, Norvegia e Islanda. Relativamente benesi vendevano anche in Australia, Canada e alcune zone della America Latina. Ogni prodotto per essere venduto bene ha bisogno di essere pubblicizzato. Oggi, dunque, vediamo gli esempi più interessanti della pubblicità occidentale della Lada.
L’esempio più bello è la video-pubblicità inglese della Lada realizzato in stile National Geographic nel 1980.

Lo stesso stile è stato adottato per l’opuscolo stampato:

Continuare la lettura di questo post »


I sedili della Lada Niva

Lo scorso weekend un lettore mi chiese dei consigli sui sedili anteriori da installare sulla sua Lada Niva 2121. In effetti, quelli di serie non sono proprio comodissimi, quindi quasi tutti i proprietari di una Niva decidono, prima o poi, di cambiarli.

Per i numerosi proprietari italiani di Lada Niva elenco le sei opzioni più apprezzate in Russia: Continuare la lettura di questo post »


La nuova Lada 4×4 Urban

Tutti (o quasi) sanno che la storica Lada Niva non può più chiamarsi in questo modo perché nel 2006 il marchio Niva è stato ceduto alla Chrysler. L’auto in questone, invece, si chiama ora semplicemente Lada 4×4. Ma la gente continua a chiamarla Niva. Se qualche alieno non sapesse di quale auto sto parlando, ecco la sua versione dei primi 2000:

Tre anni fa avevo già scritto un articolo sulla Lada Niva, mentre oggi vorrei raccontare brevemente della ultima, in ordine cronologico, sua versione.

Si chiama Lada 4×4 Urban ed è stata presentata alla fine di giugno 2014 alla riunione annuale degli azionisti ai AvtoVAZ (la casa produttrice). All’inizio di agosto, invece, l’auto è stata presentata al fan club europeo della Niva, riunitosi a Stadtoldendorf in Germania.

Ovviamente vorremmo sapere cosa è cambiato, cosa ha di nuovo la nuova versione della Niva? Armiamoci del microscopio e andiamo a scoprirlo. Continuare la lettura di questo post »