L’archivio del tag «humor»

Niente superstizioni

Nel 1871 una signora di Québec noleggiò un carro funebre al solo scopo di sdraiarsi nella bara e fumare una pipa girando per la città e osservando il panorama. Evidentemente, fu una persona con la mente totalmente libera dalle superstizioni…

Al giorno d’oggi non sono disponibili le informazioni sulla identità e le motivazioni della signora. Il brevissimo articolo di giornale dell’epoca, raccontando l’episodio, dice ben poco e, addirittura, potrebbe sembrarci un po’ comico:

Ora, nel XXI secolo, si potrebbe anche provare a ripetere lo scherzo per osservare la reazione dei social e dei media tradizionali, ma i carri funebri moderni mi sembrano essere strutturati in un modo un po’ meno adatto all’esibizionismo…
Allo stesso tempo, nel mondo ci sono abbastanza freak e/o persone di un buon senso dello humor. Quindi speriamo!


La sociologia orale

Dei quali aspetti della guerra difficilmente leggerete sui giornali? Per esempio, di come l’esercito russo viene preso in giro in Russia dalla «gente comune». Solo alcuni esempi:
Quando a Sebastopoli si vede nuovamente una colonna di fumo, significa che la Flotta russa del Mar Nero sta eleggendo una nuova ammiraglia.
Il Cremlino avverte Kiev: «Se continuate a rifiutarvi di negoziare, ci ritireremo pure dalla regione di Zaporizhzhya!»
Kirill Stremousov (ormai ex governatore di Kherson nominato dal Cremlino): Kherson sarà ceduta alla Ucraina solo passando sopra il mio cadavere.
Sergei Shoigu ha finalmente deciso di occuparsi del proprio lavoro: della difesa.
Una decisione bellissima, ma è ancora meglio ritirarsi dietro il Volga.
Andrey Turchak (il vice-presidente della Camera alta del «parlamento» russo): «La Russia è a Kherson per sempre!». La durata del «per sempre» russo è diventata più chiara: va da marzo a novembre.
P.S.: ai tempi di pace avrei pubblicato un lungo post per spiegare che la vita reale in uno Stato può essere appresa e compresa non dalle notizie sui media, ma da come e su quali argomenti scherza la gente. Spero di ricordarmi di scriverlo in futuro.


Ingaggia un killer

Nel 2005 l’americano Bob Inner aveva creato – assieme ad alcuni amici – il sito RentAHitman.com. Doveva essere un esercizio pratico (e allo stesso tempo scherzoso) per prepararsi ad aprire una azienda di cyber-security. I progetti imprenditoriali non si erano però realizzati, non si era nemmeno riuscito a rivendere il dominio del sito. Di conseguenza, Bob aveva deciso di tenersi quel sito solo come un ricordo…
«RentAHitman» propone di risolvere i problemi dei propri clienti con l’aiuto di uno dei suoi 17.985 agenti sul campo altamente qualificati (in realtà il suddetto numero è la quantità approssimativa delle stazioni di polizia negli USA) e nel rispetto della legge «Sulla tutela dell’anonimato dei killer» del 1964. Inoltre, il sito riporta le recensioni dei presunti clienti soddisfatti.
Ebbene, qualche anno dopo Bob Inner aveva deciso di controllare la casella postale associata al sito per verificare se è arrivata qualche proposta d’acquisto per il dominio. Ma ha trovato circa trecento mail inviate dalle persone realmente interessate a ingaggiare un killer. Ora i giornali scrivono che Bob avrebbe trasmesso le richieste ricevute alla polizia, dando il via ad alcuni arresti e condanne penali.
Tutta questa storia è sicuramente curiosa e divertente, ma io ho due domande. No, ormai non chiedo più perché nel mondo ci siano tante persone incapaci di comprendere lo humor: ne conosco tantissime pure io e, purtroppo, sono costretto a considerarle quasi come dei portatori di una certa forma di disabilità. Prima di tutto mi chiedo: chi ha dimostrato – tra i «clienti» sfortunati e i loro avvocati (ma pure altre parti del processo penale) – la più grave incapacità di comprendere lo humor? La seconda domanda: perché l’autore del sito era tanto convinto della serietà dei visitatori del sito da decidere di denunciarli? Boh…
L’idea del sito, comunque, è divertente. Potete andare a vederlo con i propri occhi.


Le future avventure della Ever Given

Torniamo a parlare della tristemente nota porta container «Ever Given». La nave è stata (quasi) sbloccata, quindi ora si può scherzare sulle sue avventure con un po’ più serenità. Per esempio, si può provare a immaginare le sue future imprese di portata mondiale.
Garrett Dash Nelson, un dipendente della Boston Public Library, ha deciso di dedicare il suo progetto «Ever Given Ever Ywhere» proprio a quel genere delle fantasie. In sostanza, il sito permette di prendere la «Ever Given» e piazzarla in un qualsiasi punto della mappa.
Facciamo pure qualche esempio concreto.
Potremmo cominciare dallo stretto di Messina (il problema del ponte è risolto!):

Oppure, potremmo mettere la «Ever Given» nelle acque del lago di Como:

Ma starebbe bene anche nel canale di Drake:

Vabbè, ammetto che il sito permette di modificare le dimensioni della porta container. Se volete vedere le sue dimensioni effettive, mettete una spunta vicino alla voce «Boat isn’t to scale».


Ig Nobel Prize 2020

Una delle letture migliori che possano essere fatte in questo finesettimana è sicuramente quella sui vincitori dell’Ig Nobel Prize 2020.
(Ricordo che si tratta di un premio «scientifico» per le ricerche e le scoperte più assurde o divertenti dell’anno.)
Non so se quest’anno il premio migliore sia quello per il management (ai killer cinesi in subappalto) oppure quello per la pace (ai diplomatici indiani e pakistani che reciprocamente bussavano alla porta di notte).
Ma in ogni caso sono felice per il fatto che pure quest’anno diverse persone hanno trovato le forze morali e mentali per ridere o per svolgere la ricerca scientifica seria.


La paura è noiosa

Di solito le persone incapaci di produrre o almeno comprendere gli scherzi sembrano solo un po’ stupide. A volte sono pure fortemente spaventate dalla vita circostante… Ci sarà una connessione tra la paura e l’intelligenza? Boh… Io, intanto, racconto una breve storia sull’argomento.
Questo è il logo della catena dei negozi alimentari russi «Красное&Белое» («Krasnoe&Beloe», traducibile come «Rosso&Bianco»), che inizialmente si specializzava quasi esclusivamente nel commercio degli alcolici:

Questa, invece, è la bandiera adottata dalla parte (maggiore) della popolazione bielorussa che da oltre due settimane sta protestando contro la «vittoria» di Aleksander Lukashenko alle elezioni presidenziali del 9 agosto 2020 (era stata la bandiera ufficiale della Bielorussia indipendente dal 19 settembre 1991 al 7 giugno 1995):

Ieri, il 25 agosto, un sito satirico russo (specializzato nella pubblicazione delle fake news palesemente assurde) ha pubblicato un articolo sulla catena dei negozi di cui sopra. A quanto risulta dall’articolo, il fondatore/proprietario della azienda avrebbe «ringraziato i protestanti bielorussi per la pubblicità dei suoi negozi». Avrebbe anche dichiarato che «sarebbe felicissimo se la bandiera della sua azienda diventasse la bandiera ufficiale della Bielorussia». Infine, avrebbe promesso al popolo bielorusso «un camion di alcolici e tanti sconti».
Insomma, si è trattato di uno scherzo di media qualità, per nulla offensivo. Stamattina, però, alla redazione del sito satirico è giunta una mail minacciosa proveniente dal reparto delle pubbliche relazioni della catena dei negozi. Nella mail si parlava dei «danni reputazionali» e si minacciava una causa legale nel caso della mancata rimozione dell’articolo dal sito.
È abbastanza evidente che le aziende grandi hanno sempre paura di esprimersi pubblicamente sui conflitti politici riguardanti i loro mercati di interesse. La paura aumenta quando non si ha la certezza sulla posizione del proprio Stato (in questo caso altrettanto poco rispettoso dei diritti di proprietà). Ma i danni reputazionali, per fortuna o purtroppo, sono costituiti dalla reazione della gente comune, quindi dei clienti attuali e potenziali. La paura, però, opprime la ragione. Non permette di capire che — e come — ogni scherzo altrui può essere rivolto a proprio favore: per esempio, con uno scherzo analogo.
Sì, si potrebbe fare un grafico su cui segnare, attraverso dei punti, la distanza di ogni persona da tre punti cardinali: l’intelligenza, l’umorismo e la paura.


Una soluzione professionale

Ogni tentativo di hackerare il sistema è bello non solo dal punto di vista estetico (mi piacciono la fantasia e il senso di humour), ma anche perché evidenzia le imperfezioni del mondo circostante. Oggi racconto di una caso che mi è piaciuto particolarmente.
Nel 2016 il programmatore statunitense Joseph Tartaro aveva deciso di registrare per la propria auto la targa con la sola scritta «NULL». La sua idea si basava sul fatto che in molti linguaggi di programmazione – compreso il SQL che si usa per la gestione dei database – l’espressione NULL si utilizza in qualità dell’identificatore di un valore assente o non assegnato. Di conseguenza, secondo Tartaro, egli non verrebbe mai multato perché i sistemi di controllo e di elaborazione dati non sarebbero riusciti a elaborare correttamente la targa della sua automobile.

Purtroppo, però, nella realtà è successa una cosa esattamente opposta. Continuare la lettura di questo post »


Mancato

Come molto probabilmente vi ricordate, il 30 marzo 1981 il Presidente Ronald Reagan rimase ferito in un attentato.
Non so se vi è mai capitato di vedere anche la reazione di Reagan al suono di un palloncino scoppiato durante un suo discorso a Berlino (tenuto nel 1987):


Le scene obsolete

Nel XX secolo molte scene comiche si basavano su uno dei due scenari popolari:
a) qualcuno scivola sulla buccia di banana;
b) qualcuno viene bagnato dall’acqua di pozzanghera quando ci passa una auto.
Quando è stata l’ultima volta che vi è capitato di vedere la buccia di banana per strada?
A me è capitato forse una volta negli ultimi vent’anni: l’avrò vista vicino a qualche cestino strapieno.
Quando è stata l’ultima volta che vi è capitato di essere stati bagnati da una auto?
A me è capitato alla fine di aprile vicino a Crespi d’Adda ed è stata la prima volta in non mi ricordo nemmeno quanti anni.
Il fatto è che gli umani hanno imparato, per fortuna, a installare e usare i cestini e a costruire le strade sulle quali non si accumula l’acqua. Almeno, nel mondo sviluppato è così.
Quindi gli scenari popolari di cui sopra non funzionano più, non si usano più nei film. Ed è veramente strano vederli ancora (anche se raramente) nelle opere di recente produzione.
P.S.: secondo me, nella maggioranza dei casi si trattava di una comicità di dubbia qualità.


Pesce

Il testo del presente post è uno scherzo del 1° aprile molto divertente.
Ora che non ho più questo debito nei confronti della data e della comunità, posso continuare a vivere serenamente per un anno.
Trovo veramente angosciante l’obbligo imposto si essere felici e contenti nelle date prestabilite. La vita è bella quando è spontanea.
P.S.: quando diventerò il Presidente del mondo, autorizzerò tutti a festeggiare qualsiasi cosa in qualsiasi data solo in base alla disponibilità dell’umore adatto.