L’archivio del tag «guerra»

Senza una gamba

In settimana mi è capitato di leggere due o tre articoli sui genieri ucraini che hanno perso una gamba durante la guerra, ma sono comunque tornati a fare il proprio lavoro. Mi ero chiesto come fanno a lavorare dal punto di vista pratico… Oggi posto uno dei risultati delle mie ricerche:


Vogliono le garanzie

Ieri i ministri degli Esteri dell’UE non sono riusciti a trovare un accordo sullo stanziamento di una tranche di 500 milioni di euro di aiuti militari all’Ucraina dal Fondo europeo per la pace. Come si poteva facilmente prevedere, è successo per colpa della Ungheria: la banca ungherese OTP è stata – come richiesto – rimossa dalla lista nera delle società europee che continuano a operare in Russia, ma il Governo ungherese vuole delle garanzie legali che tale esclusione sia permanente.
Qualcuno riesce a immaginare come sia possibile una garanzia del genere? Al massimo, le garanzie in merito potrebbe (e, in teoria, dovrebbe) dare la banca stessa all’UE: promettendo di non collaborare mai più con la Russia putiniana.
È abbastanza facile immaginare che pure il Governo ungherese capisca l’impossibilità della sua richiesta. Di conseguenza, possiamo ipotizzare che, molto probabilmente, vuole qualche altro favore oltre a quello già ottenuto.


Cosa vediamo

È il momento di guardare quella foto proveniente da Gaza e rispondere alla domanda: cosa vediamo in essa?

La mia risposta: vediamo delle auto bruciate e/o rovinate in un cortile non ben definito. E non vediamo nemmeno il cratere di una esplosione, per non parlare delle montagne di corpi e delle macerie di un edificio distrutto. Non so che tipo di fantasia sia necessaria per definire tutto questo una conseguenza di una esplosione in un ospedale che ha ucciso «da 300 a 800 persone».
Non capisco quindi perché tanti giornalisti e persone comuni si ostinino a ripetere l’espressione «esplosione nell’ospedale», che è stata diffusa dalla propaganda terroristica. Dopo un certo numero di ripetizioni, l’espressione stessa si impadronirà delle menti dei lettori meno intelligenti, che poi si metteranno a manifestare contro le vere vittime del terrorismo.


Da ieri sappiamo ufficialmente che l’esercito ucraino ha i missili ATACMS, quelli chiesti agli USA già all’inizio della invasione russa.
Secondo The Wall Street Journal, qualche giorno fa gli USA hanno finalmente fornito – segretamente – all’Ucraina un primo piccolo lotto di missili con una gittata di circa 160 chilometri. La versione dei missili fornita è dotata di munizioni a grappolo.
Proprio alcuni di quei missili sono stati utilizzati contro i campi di aviazione di Lugansk (regione Donbass) e Berdiansk (regione Zaporizhzhya) controllati dalle truppe russe. Le perdite russe solo a Berdiansk sarebbero:
– 9 elicotteri;
– equipaggiamento speciale;
– lanciamissili per la difesa aerea;
– deposito di munizioni;
– piste di atterraggio danneggiate;
– decine di uccisi e feriti.
Bene, direi: almeno in una guerra possiamo sperare in progressi positivi e visibili.


Tre risoluzioni

I membri del Consiglio europeo ci hanno messo un po’ di tempo, ma alla fine sono riusciti a fare lo sforzo mentale necessario per orientarsi nella situazione. Il 15 ottobre, otto giorno dopo l’inizio della guerra, hanno diffuso una dichiarazione con la quale condannano il terrorismo di Hamas: meglio tardi che mai. Certo, non è detto che non ricomincino a finanziarlo alla prima occasione utile «per motivi umanitari», ma per ora bisogna riconoscere che hanno fatto un passo verso la parte del bene.
«In compenso», per ora mi sembra un po’ difficile che si svegli l’ONU o qualcuna delle sue singole strutture. Una risoluzione è stata proposta dai rappresentanti della Russia, ma essa non menzionava in alcun modo Hamas (una organizzazione amica della Russia) e conteneva solo discorsi sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi: il Consiglio di sicurezza non ha appoggiato la bozza della risoluzione e il rappresentante russo Nebenzya ha gridato a lungo allo «spregevole blocco delle tentate soluzioni».
Sorprendentemente, si sono svegliati prima del previsto i vari deficienti su Facebook. Sanno che l’Israele, dopo il massacro dei suoi cittadini da parte di Hamas, vuole finalmente eliminare Hamas da questo mondo e sanno che Hamas si è trincerato nella Striscia di Gaza utilizzano i civili come uno scudo umano, ma accusano di crimini l’Israele che a) chiede ai residenti della Striscia di andarsene per non essere danneggiati nell’operazione contro Hamas e b) ricorda la grande verità della impossibilità delle guerre senza vittime. Probabilmente, da cittadini buoni e responsabili, gli israeliani dovevano continuare a farsi uccidere all’infinito… Boh.
Vedo che più o meno tutto continua come al solito.


La lettura del sabato

L’articolo segnalato per questo settimana è una piccola raccolta di testimonianze – ricevute sul posto – sull’attacco missilistico russo al villaggio ucraino di Groza il 5 ottobre. Presumo che le persone più interessate abbiano già letto e visto abbastanza dettagli «tecnicamente» bellici, dunque ora vi mancano solo le parole dirette delle persone del posto.


Le bandiere

Per fortuna la maggioranza delle persone ha poche occasioni nella vita (almeno, spero che tutti ne abbiano meno bisogno possibile) per poter apprezzare l’importanza di gesti di sostegno apparentemente piccoli, ma in realtà fatti al momento giusto e con uno certo stile da una persona che a sua volta si trova in una situazione abbastanza particolare. Tra le occasioni capitate a me, posso ricordare pubblicamente le parole di un collega palestinese: nei primissimi giorni della guerra in Ucraina mi ha fatto capire, con la tipica diplomazia orientale, quanto bene capisce lo stato mentale del cittadino di uno Stato che ha iniziato una guerra di m…
Tra le occasioni visibili a tutti, ora posso ricordare le bandiere israeliane esposte a Kiev:

Tutti sono liberi a inventare cosa volevo dire con questo post.


Un’altra guerra

Il Servizio Stampa delle Forze di Difesa Israeliane chiede di non diffondere le immagini di coloro che sono stati uccisi e catturati da Hamas perché si tratta di familiari di qualcuno. È una logica comprensibile, come tante altre logiche secondo le quali non andrebbero mostrate le vittime delle guerre e del terrorismo. Ma, allo stesso tempo, ogni volta mi chiedo: come si fa a trasmettere l’idea che le guerre e il terrorismo sono brutte cose se non facciamo vedere i loro effetti?

Chissà quanti altri personaggi e gruppi in giro per il mondo hanno deciso che ora, mentre l’Occidente è concentrato sulla guerra in Ucraina, si possa tentare di fare qualcosa di «straordinario».


Il sabotaggio ferroviario

L’articolo che consiglio ai miei lettori questo sabato è il riassunto – aggiornato al 5 ottobre – della statistica sui procedimenti penali contro le persone coinvolte nel sabotaggio ferroviario in Russia. I cittadini accusati sono (di solito) quelle persone che tentano di ostacolare il trasporto del materiale militare russo verso il confine con l’Ucraina danneggiando, appunto, l’infrastruttura ferroviaria. Sfortunatamente, non tutti riescono nella loro impresa. Sfortunatamente, spesso vengono identificati e fermati. Fortunatamente, esistono e continuano ad agire.
Per iniziare a comprendere l’entità del fenomeno, leggete l’articolo.


L’arte militare

Nell’aeroporto di Engels (nella regione di Saratov) dove sono basati i bombardieri strategici Tu-95 russi, sono apparsi dei bombardieri dipinti. Si vedono nelle immagini satellitari scattate da Planet Labs il 29 settembre. Come nota il progetto The War Zone, è possibile che si tratti di mock-up, ma dato che non proiettano alcuna ombra, è probabile che gli aerei siano stati semplicemente dipinti nel parcheggio dell’aeroporto. Allo stesso tempo, a giudicare dai dettagli, uno dei disegni era già finito quando è stata scattata l’immagine satellitare, mentre l’altro non era ancora terminato.


Sicuramente si tratta di un trucco per fregare i droni ucraini che periodicamente entrano sul territorio russo per colpire quella parte della logistica militare russa che viene utilizzata direttamente per intervenire sul fronte ucraino. Ma dal punto di vista tecnico è un trucco da Seconda guerra mondiale o da Paesi del terzo mondo. Infatti, i sistemi di spionaggio e/o di orientamento moderni avanzati sono perfettamente capaci di distinguere gli oggetti bidimensionali e tridimensionali. Quindi avrei due ipotesi: o i vertici militari russi non sono particolarmente aggiornati sulle tecnologie moderne, o hanno fatto sparire (come succede da decenni) pure i fondi per la realizzazione dei modellini bidimensionali…