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Pare una iniziativa logica

Bene, il Governo greco propone ancora una volta all’UE di valutare l’opportunità di introdurre il «passaporto vaccinale». L’obiettivo sarebbe quello di consentire alle persone già vaccinate contro il Covid-19 di viaggiare in tutta Europa, salvando dunque almeno la stagione turistica estiva del 2021.
Allo stesso tempo, mi è capitato di leggere diverse osservazioni sulla presunta discriminazione delle persone non vaccinate che deriverebbe dalla introduzione di un «passaporto» del genere.
A questo punto va constatato che i critici della proposta greca si sono svegliati un po’ tardi: più o meno tutte le limitazioni agli spostamenti locali, nazionali e internazionali introdotti in giro per il mondo (dunque anche nell’UE) hanno in realtà poco di legale. Di conseguenza, è abbastanza facile ipotizzare una sensibile quantità di cause giudiziarie contro i vari governi in un futuro neanche tanto lontano, quando i mesi (o gli anni) della pandemia passata verranno analizzati dagli umani in un modo più razionale che emotivo. L’introduzione di una misura giuridicamente discutibile in più non cambierebbe orami la situazione generale in un modo radicale.
Al giorno d’oggi, però, il «passaporto vaccinale» svolgerebbe almeno due funzioni importantissime. In primo luogo, permetterebbe di evitare il secondo anno economicamente catastrofico di fila. Certo, viste le dinamiche della vaccinazione, non si tratta di tornare ai livelli turistici del 2019, ma nemmeno riempire le zone di vacanza con le sole persone che accettano il rischio (e ribadisco che le persone adulte devono avere la possibilità di rischiare come pare a loro).
In secondo luogo, il «passaporto vaccinale» costituirebbe una arma potentissima contro i militanti dell’antivaccinismo (che stranamente esistono ancora su questo pianeta): si saranno stancati pure loro di essere prigionieri della loro città, Regione o Stato.
E quindi spero che facciano questo «passaporto vaccinale»: ci servirà tanto anche a livello nazionale, nella vita quotidiana.


L’arte genuina

Purtroppo bisogna riconoscere che la storia e l’arte delle epoche passate sono giunte fino a noi rese irriconoscibili dalla censura. Il passato è stato abbellito fino al punto che si potrebbe addirittura avere l’impressione che i nostri antenati non avessero mai conosciuto la parola «cazzo».
Per fortuna, però, alcune informazioni attraversano i secoli e i millenni per farci comprendere che le persone creative sono sempre state normali e capaci di inserire la cultura in un cotesto a loro contemporaneo (oppure, inversamente, non avere paura di riconoscere l’esistenza della cultura nella vita quotidiana a loro contemporanea). I seguaci dell’etica puritana stanno facendo il possibile, ma non riescono a cancellare il 100% delle testimonianze.
Al The Met di New York è stata organizzata la mostra della ceramica dell’Antica Grecia del V a.C.. Prevalentemente si tratta dei frammenti dei vasi e delle coppe per il vino.
Guardando quegli oggetti possiamo immaginare con quanta serenità e soddisfazione vissero e crearono le opere artistiche gli antichi greci. La loro vita fu molto più bella e varia delle fantasie sterili dei dipendenti museali.
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Sul referendum greco

Io non so chi siano realmente quei deficienti che dubitavano, almeno inizialmente, della vittoria del «NO» al referendum greco. Basterebbe ricordare che poco più di cinque mesi fa, il 25 gennaio 2015, la coalizione di Tsipras aveva vinto le elezioni politiche con un programma incentrato sul non pagamento dei debiti. Ieri, il 5 luglio 2015, il 61% dei greci ha ribadito di voler continuare a vivere alle spese del resto dell’UE. A vostre spese. Alle spese di te, che ora stai leggendo questo testo.

Nella logica perversa della Sinistra europea, però, chi non vuole mantenere un Paese di parassiti con le proprie tasse è un cattivo. Cattivo come i tedeschi che versano la quota più grande del capitale della BCE (quasi il 18%).

Io so bene, invece, chi sono quei deficienti che ora si complimentano con il «popolo greco». Sono quelle persone che sono state educate ad una concezione assistenzialista del mondo. Sono quelle persone che, in fondo, sognano di vivere anche essi a spese degli altri. E, la cosa più grave, sono convinte che qualcuno debba qualcosa a essi. Ebbene, no: nessuno vi deve aiutare per un cazzo. Potete andare avanti a spendere più di quello di guadagnate per fallire come la Grecia. Potete provare a fare il possibile per stare meglio e vivere più o meno bene secondo i propri redditi.

Ma è importante capire che la vera giustizia sta nella diseguaglianza: se c’è un ricco capace di guadagnare, ci devono essere anche cinque poveri capaci solo a pulire i cessi nella casa del ricco.

Le scimmie sono scese dagli alberi e hanno avviato il progresso per la sola pigrizia: volevano raccogliere più banane impiegando meno forza fisica. Quel socialismo moderno che oggi prevale in Europa è una forza di vettore opposto al progresso, irrazionale: spinge gli umani a pretendere più banane di quelle che hanno la forza di raccogliere.


L’amore per i soldi altrui

In Grecia, all’indomani della molto probabilmente definitiva immersione nella merda, si discute sulla possibilità di tenere un referendum sul pagamento dei debiti.

Secondo me si tratta di una inutile ripetizione da risultato scontato. Pochi mesi fa, infatti, la coalizione di Alexis Tsipras aveva vinto le elezioni promettendo ai greci una bella e facile vita alle spese dell’UE. L’attuale Governo greco potrebbe dunque attuare il proprio programma senza ricorrere ad altre consultazioni popolari (le quali, tra l’altro, costano).

E’ evidente che la risposta «non paghiamo i debiti» avrebbe vinto ancora una volta.


La ricetta greca

Un breve riassunto del programma elettorale di Syriza:

– non paghiamo i debiti all’UE,
– nazionalizziamo le banche e facciamo una super tassa sui ricchi (perché vogliamo attirare gli investimenti),
– aumentiamo gli stipendi e le pensioni (la BCE ci deve dare i soldi necessari),
– sanità e istruzione gratis per tutti (la BCE ci deve dare i soldi necessari),
– insomma, facciamo la bella vita che c’era prima del default,
– e dopo tutto questo aspettiamo che l’economia si riprenda.

E ora raccontatemi pure quanto è stronza la Merkel. E che voi siete tanto buoni da voler continuare a sostenere la brava gente greca.