Per una buona parte dei lettori del mio sito italiano oggi dovrebbe essere un giorno festivo.
I giorni festivi non vanno sprecati: indipendentemente dal tempo, dall’umore o dallo stato di salute. Di conseguenza, oggi vi faccio notare che sulla piattaforma Google Arts & Culture è stata creata una bella sezione dedicata alla cultura ucraina.
Tutti gli interessati possono, grazie al suddetto strumento, «visitare» virtualmente diversi musei d’arte, vedere degli esempi della architettura in 3D, scoprire la cultura popolare, contemplare le aree naturali. Sicuramente chiunque riuscirà a trovare qualche filone in linea con i propri interessi.
P.S.: per non riesco nemmeno a ipotizzare quante delle cose visibili su internet sono già state danneggiate o distrutte dalla guerra…
L’archivio del tag «google»
Ora che lo so, mi sembra una notizia logica e facilmente prevedibile, anche se prima non ci avevo proprio pensato a questo aspetto…
Il servizio Google Maps ha reso visualizzabili – nella massima risoluzione – le immagini satellitari delle strutture strategiche e militari situate sul territorio russo. Ora la risoluzione delle immagini raggiunge 0,5 metri per pixel, mentre prima la qualità era notevolmente più bassa (quando si poteva proprio parlare della qualità).
Tra una molteplicità di luoghi è possibile vedere, per esempio, le immagini satellitari dell’incrociatore portaerei «Admiral Kuznetsov» (non so se conoscete le sue avventure ridicole relativamente recenti, ahahaha), del caccia Su-57, della base aerea vicino a Kursk…
Le persone più interessate all’argomento appena sollevato possono dedicare questo weekend lungo alla ricerca dei luoghi più interessanti (se non sapete proprio da dove iniziare, pensate ai possibili luoghi di posizionamento delle navi militari), mentre io pubblico solo alcuni esempi concreti un po’ banali.
L’incrociatore portaerei «Admiral Kuznetsov»:
Una base di stoccaggio di munizioni nucleari vicino a Murmansk:
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Probabilmente vi ricordate che all’inizio del 2020 Google aveva finalmente chiuso il proprio progetto malriuscito Google+. Ancora «più probabilmente» non ve ne eravate accorti: quel social network era talmente strano che le grandi masse non lo avevano mai apprezzato. La versione corporate del Google+ era comunque stata mantenuta, anche se rinominata in Google Currents.
Ebbene, nei giorni scorsi ho letto che i resti dell’ex Google+ verranno chiusi a partire dal 2023. Finalmente, direi: nemmeno le creature digitali possono essere vive a metà.
A questo punto, però, mi chiedo se qualcuno troverà mai la voglia e la capacità di creare uno strumento realmente bello e comodo per la condivisione dei contenuti seri e leggibili dal punto di vista grafico. Non mi aspetto molto da Google (che troppo spesso chiude anche i propri servizi migliori) o da Meta (che in quasi sedici anni non è riuscita a produrre qualcosa che sia almeno al livello tecnologico degli anni ’90), ma qualcuno dovrebbe anche imparare dagli errori altrui prima o poi…
Alla fine dell’anno scorso ho scoperto, con una certa sorpresa, che in qualità dello strumento per le video-chiamate e le video-conferenze è improvvisamente diventato popolare il Google Meet. E nell’ultimo mese mi è già capitato di utilizzarlo – su invito di altre persone – quasi una decina di volte.
È uno strumento gratuito (lo è da marzo del 2020) e, inoltre, accessibile per default a tutti coloro che hanno una casella postale Gmail (quindi a circa il 90% delle persone che usano seriamente una casella mail personale). In ogni caso, il Google Meet può essere anche installato sul computer e/o sullo smartphone.
Oltre al libero accesso, lo strumento ha anche altri vantaggi: una buona qualità dell’audio e del video, una connessione stabile, un menu abbastanza comprensibile e la possibilità di condividere facilmente lo schermo con gli interlocutori.
Tra i difetti ho notato la chat testuale un po’ scomoda, la durata massima di un’ora per conferenza e, soprattutto, un notevole consumo della batteria del dispositivo utilizzato (in un caso quest’ultima cosa stava per rendere ancora più pesante una figura di M che stavo già facendo di mio ahahaha).
In generale, direi che uno strumento consigliabile a tutti.
Ma non riesco a capire perché la sua popolarità mi sia rimasta totalmente sconosciuta fino alla fine del 2021.
Per l’ennesima volta è stato dimostrato che su Google Maps si può trovare di tutto…
Questa volta, in particolare, sulla mappa del Missouri è stato avvistato il bombardiere strategico subsonico statunitense Northrop B-2 Spirit. Sarebbe l’aereo più costoso al mondo, costa circa quattro miliardi di dollari.
Per i più curiosi, ecco una sua foto più dettagliata:
Ma, comunque, volevo comunicare che si possono trovare delle cose più incredibili sulle fonti accessibili a tutti.
Sono infinite le sorprese del mondo digitale. Questa volta scopriamo – e ci sorprendiamo – che già questa estate a New York aprirà il primo negozio offline di Google. Nel negozio si potrà comprare gli smartphone Pixel, i notebook Pixelbook, gli activity tracker Fitbit, le componenti dello smart home Nest e altre cose.
Non avrei mai immaginato di dover leggere una notizia proprio durante il periodo storico in cui pure i miei vicini di casa apparentemente meno «tecnologici» (a causa dell’età o dell’evidente grado di istruzione) hanno dovuto imparare a usare l’Amazon. Paradossalmente, lo noto da un indicatore poco ovvio: dalla quantità dei cartoni con la freccia curva che negli ultimi quindici mesi sono aumentati tantissimo tra la spazzatura.
Dall’altra parte, proprio Google a volte mi manda ancora le lettere cartacee. Quindi aspetto un po’ prima di scommettere sul fallimento del negozio analogico…
Google ha realizzato – e pubblicato in settimana – il più grande aggiornamento del proprio progetto Google Earth dal 2017. In particolare, è stato perfezionato lo strumento Timelapse: mettendo insieme 24 milioni delle fotografie satellitari scattate tra il 1984 e il 2020, gli autori dell’aggiornamento hanno mostrato – nei video di altissima qualità – come sono cambiati i vari luoghi del nostro pianeta. Per esempio, è possibile vedere come sono cresciute le città, come sono cambiate le foreste o i fiumi etc.
Non riuscendo (e, in realtà, non volendo) scegliere una sola categoria di cambiamenti, oggi posto ben due video. Inizio con la crescita delle città:
E poi scelgo qualcosa che riguardi la natura. Per esempio, i cambiamenti delle foreste:
I più interessati saranno capaci di accedere da soli agli altri video.
Una delle scelte più strane in merito alla campagna vaccinale anti-Covid è quella recente della Google: l’azienda ha promesso, tra le altre cose, di vaccinare 250 mila persone nei Paesi con il reddito medio-basso. Anche se dovesse riuscire a vaccinare la suddetta quantità di persone in ogni Stato scelto, probabilmente non si tratta di numeri particolarmente rilevanti… Ma, comunque, è sempre meglio di niente, quindi complimenti a Google.
Ah, e poi la stessa azienda promette la pubblicità gratuita – per un valore massimo di 250 milioni di dollari – delle informazioni veritiere sui vaccini. Chi non vive negli Stati con il reddito medio-basso potrebbe provare a usufruire almeno di questa parte della spesa!
Per fortuna o purtroppo, all’interno di ogni grossa azienda possono coesistere delle tendenze positive e negative. All’inizio di dicembre avevo scritto di un peggioramento del Gmail. Ora, invece, è arrivato il momento di scrivere di un miglioramento del Google Maps.
Ebbene, qualche giorno fa mi sono accorto di una innovazione comoda e interessante: la possibilità di visualizzare i punti principali della strada dal punto A al punto B. Se, infatti, chiedete al Google Maps di tracciare un percorso (non importa se da fare in auto, a piedi o in bicicletta), lungo la linea colorata della vostra futura strada potrete vedere dei punti bianchi rotondi: sono le tappe principali del percorso. Avvicinando il cursore a qualsiasi punto (sì, la cosa funziona particolarmente bene con il computer) potrete vedere la foto di quella tappa così come avreste osservato il luogo dal vostro mezzo di trasporto. Questo sarà utile per non chiedervi, durante il viaggio, se si stia facendo la strada giusta (e non consumare troppe risorse per il navigatore).
Giusto per la cronaca aggiungo che sulle mappe di Yandex (il grande concorrente di Google nel segmento russo dell’internet) la stessa funzione è molto più evoluta perché permette di visualizzare la foto di qualsiasi punto scelto del percorso, quindi non solo di quelli prestabiliti dal sito. Trascinando il cursore lungo il percorso, si ottiene quasi una specie di filmato di quello che si vedrà durante il viaggio.
Resta da capire se e quando si potrà sfruttare appieno queste bellissime funzioni, ahahaha
Ho letto che all’inizio di ottobre negli uffici del Google sono già iniziati i preparativi per il Halloween. Il 2 ottobre la dipendente Dana Fried ha pubblicato la foto di una curiosa installazione, posizionata nel foyer dell’ufficio di Seattle:
Not sure whether spooky or just sad? pic.twitter.com/E8uvavkuQf
— Dana Fried 🔜 Big Bad Con (@leftoblique) 2 ottobre 2019
Google, purtroppo, è tristemente noto anche per la tendenza di uccidere con le proprie mani tutti i propri servizi. E, soprattutto, farlo indipendentemente dalla loro popolarità e potenzialità economica. Google Reader e Picassa, per esempio, mancano tantissimo anche a me. Quindi spero che quel «cimitero» umoristico faccia anche riflettere un po’ ai manager… Se vanno avanti così, prima o poi troveranno opportuno chiudere pure il Gmail.
Ai più curiosi, smemorati, poco informati, troppo giovani o semplicemente spensierati ricordo dell’esistenza del cimitero virtuale dei servizi Google. Andate a visitarlo per farvi una idea sulla entità sterminio.