L’archivio del tag «film»

Un film russo da vedere

Con il post cinematografico di oggi faccio un nuovo tentativo di consigliarvi un film russo non troppo deprimente. Rispetto alla volta scorsa dovrebbe trattarsi, a mio giudizio personale, di un film molto meno pesante ma quasi altrettanto bello.
Questa volta vi consiglio il film di Pavel Chukhraj «Ladro» (1997).

Mi è sembrato di capire che sia stato tradotto anche in italiano, quindi non dovreste riscontrare dei grossi problemi nel trovarlo. Come non dovreste avere dei grossi problemi nel comprendere la sua trama: è un film ben fatto e non (per fortuna!) un ammasso di stereotipi raccolti insieme per accontentare lo spettatore occidentale.


Il cinema russo a Milano

Dal lunedì 24 al venerdì 28 settembre si terrà a Milano la cosiddetta «Missione culturale russa». Si tratta di una serie di iniziative volte alla promozione della cultura russa in Italia. Tutti i dettagli possono essere letti sulla pagina dedicata della Camera di Commercio Italo-Russa. Io, almeno nel post di oggi, mi dedicherei ai film russi che verranno proiettati in quei giorni.
In primo luogo, devo constatare che dei 5 film in programma solo uno è stato girato da un regista realmente famoso (e non tutti come è sostenuto nell’annuncio). Si tratta del film «Bolshoj» di Valerij Todorovskij che dovrebbe essere proiettato il venerdì 28 settembre. Ed è un film veramente bello: ve lo avrei già consigliato per iniziativa propria se solo avessi la certezza che fosse tradotto in italiano. Ora sono molto contento che i milanesi abbiano la possibilità di vederlo. E non importa se, eventualmente, non vi intendete del balletto classico: la sola storia raccontata nel film vi porterà ai giusti ragionamenti circa il raggiungimento dei propri obbiettivi. Il raggiungimento che comporta tanti sforzi, sacrifici, conflitti e, infine, un certo risultato. In sostanza, parla della vita passiva che ci aiuta a scappare da una vita deprimente.
Il secondo tra i programmati film che conosco è «Rock» di Ivan Shakhnazarov. Evito di consigliarvelo perché mi è sembrato mediocre.
Gli altri tre film mi sono totalmente sconosciuti. In parte perché non sono ancora usciti ufficialmente, e in parte perché non mi è mai capitato di leggere alcunché su di essi (e già questo mi fa sorgere alcuni dubbi).
Ecco, volevo comunicarvi solo questo.

P.S.: i non-milanesi possono consolarsi con altri miei consigli cinematografici.


Un film russo da vedere

Come ho già scritto in precedenza, sono in molti a notare la mia tendenza di consigliare dei film russi poco allegri. Probabilmente hanno ragione. Allo stesso tempo, però, non sanno ancora la grande verità che sto per svelarvi.
Finora non vi ho mai consigliato i tre film russi psicologicamente più pesanti di sempre.
Purtroppo, uno di film non è stato tradotto in italiano. Un altro ancora è stato tradotto, ma verrà consigliato più avanti in una occasione ben precisa che ho in mente. Quindi rimane il terzo film…
Non riesco a resistere e lo consiglio oggi: «Cargo 200» di Aleksei Balabanov, uscito nel 2007. È un gran bel film, ma vederlo in una stagione ancora non tanto brutta dovrebbe farvi soffrire un po’ meno.

Per introdurre il film dico solo che in molte scene riconoscete l’origine di molte situazioni e di molti personaggi già noti personaggi già noti per – chiamiamola così – cultura generale.
(E forse riconoscerete un attore già visto in un film molto noto).


Un altro film non cupo

Oggi faccio un altro tentativo di consigliare ai miei amatissimi lettori un film russo non troppo cupo o triste (il primo tentativo è stato fatto quasi un mese fa). Si tratta comunque di una impresa non facilissima: non perché mancano dei film russi allegri di qualità, ma perché nella maggioranza dei casi essi non sono tradotti in italiano. Inoltre, non so ancora quanto sia opportuno consigliarvi dei film russi tradotti in inglese.
Il film che sto per consigliarvi oggi, però, dovrebbe essere reperibile con una certa facilità anche in italiano. Ebbene, il film è «Città Zero» (1988, regista Karen Shakhnazarov).

Per evitare di fare dei spoiler, mi limito a comunicarvi che si tratta di un curioso «trapianto» della trama de «Il castello» di Kafka nella realtà quotidiana della tarda URSS. Quindi pur risultando, formalmente, un film mistico/di fantascienza, «Città Zero» descrive in modo quasi documentale i processi decisionali nello Stato sovietico. La sua fortunate realizzazione è stata possibile allo stato abbastanza avanzato della Perestroika e alla conseguente espansione del concetto della «critica costruttiva», ma anche alla autorevolezza del regista.
È un film fortemente consigliato!


Un film non troppo cupo

Secondo alcuni miei amici e conoscenti italiani, tendo a consigliare sempre dei film russi per nulla allegri. Riconosco che tale osservazione non è priva di fondamento e, finalmente, faccio un tentativo di invertire la tendenza.
Il mio primo passo su tale strada sarà abbastanza cauto. Per non passare da un film di Zvjagintsev direttamente a una commedia leggera, oggi consiglio un bel film catastrofico che finisce però positivamente per la maggioranza dei protagonisti.
Si tratta di «Metro» (uscito nel 2013) del regista Anton Megerdichev.
Come potete immaginare già dal titolo, il film è ambientato nella metropolitana. Spero dunque che i miei lettori siano liberi certe fobie e riescano a vederlo: è uno dei soli due film catastrofici di qualità realizzati in tutta la storia del cinema russo (l’altro è del 1979). Tra le altre cose, potrete contemplare una parte della metropolitana moscovita (compresi le carrozze classiche) e – la cosa molto più importante dal punto di vista cinematografico – uno dei migliori attori russi dei giorni nostri: Serghei Puskepalis (che nel film interpreta il medico/padre della bambina).
Spero che il film non deluda le vostre aspettative.


Un bel film

Il film «Loveless» di Andrej Zvjagintsev era stato nominato all’Oscar, ma non l’ha vinto. Questo però non significa che non siaun gran bel film. In più, è un film fortemente consigliato da me (spero che questa ultima affermazione non venga considerata come un difetto).
Ci terrei di comunicare – a tutti coloro che conoscono già il regista – che «Loveless» rappresenta una certa anomalia nella sua filmografia. Infatti, è il suo primo film che lascia una piccola speranza allo spettatore. Si tratta di una speranza misera, ma pur sempre di una speranza.
Vorrei evitare di fare dei spoiler, quindi scrivo così: dopo aver visto il film ho continuato a pensare «ma era lui o non era lui?»
Il regista interrogato si è rifiutato di rispondere.


Quando se non oggi?

Questa domenica è perfetta per postare un bel cortometraggio dedicato alla religione…
In internet si trovano numerosi cortometraggi realizzati seguendo il medesimo trama. La versione che ho scelto io mi sembra stilisticamente e tecnicamente migliore rispetto a tante altre.
Insomma, vi consiglio fortemente di vedere «Kissing Hank’s Ass» assieme a tutta la famiglia già riunita a casa per l’occasione (è richiesta la capacità di leggere in inglese).


Cortometraggio russo №14

Oggi ho deciso di farvi vedere un cortometraggio di Mikhail Segal, uno dei registi russi più interessanti e promettenti di oggi.

Il titolo del presente corto (del 2013) andrebbe tradotto in italiano come «Quali sono le nostre azioni?» ma, visto che i sottotitoli sono in inglese, indico pure il titolo «What do we do?».

Dei lungometraggi di Mikhail Segal vi consiglierei il «Franz + Polina» del 2006: so che è stato tradotto in inglese e, forse, in alcune altre lingue europee. La versione con i sottotitoli inglesi è disponibile su youtube.

Si tratta di un film anomalo per il cinema russo in quanto parlando della Seconda guerra mondiale è l’unico a mostrare l’esercito nazista come un insieme di esseri umani e non di demoni mascheratisi da uomini. In una certa misura si potrebbe fare un paragone anche con il resto del cinema occidentale che tratta la tematica della guerra.


Cortometraggio russo №13

Sperando che i miei lettori non abbiano nulla contro i film con i sottotitoli, oggi ripeto l’esperimento.

Questa volta, infatti, vediamo il primo dei tre film studenteschi di Andrej Tarkovskij: «The Killers» del 1956. Si tratta dell’adattamento cinematografico dell’omonimo racconto di Ernest Hemeingway pubblicato nel 1927.

Ci tengo a precisare che i sottotitoli non sono stati fatti da me. Ma, ameno, siamo fortunati per il fatto che sono in italiano.

Andrej Tarkovskij è uno dei pochissimi registi russi meritatamente noti in Occidente, quindi non c’è bisogno che io ve lo presenti. Ne tantomeno che vi consigli qualche suo lungometraggio. Quindi mi limito a dirvi che «Andrej Rublev» è uno dei miei film preferiti di Tarkovskij.


Cortometraggio russo №11

Cari lettori, gioite! La rubrica dedicata al cinema russo torna sulle pagine del mio blog. Chi vuole (ri)vedere le puntate precedenti, vada pure nella categoria «cinema russo».

Io, nel frattempo, condivido con voi un nuovo cortometraggio russo muto che ho trovato di recente. Si tratta di «Il duro lavoro delle vecchie Moire», un film studentesco di Petr Buslov girato nel 2000. La voglia di farvelo vedere mi ha addirittura spinto a tradurre con dei sottotitoli le scritte fondamentali per la comprensione del film.

Buona visione!

Purtroppo non ho ancora visto nemmeno uno dei lungometraggi di Buslov e di conseguenza non posso consigliarveli. Quindi consiglio il film in cui è impegnata, Alena Babenko, una delle attrici del corto di oggi: provate a vedere «A Driver for Vera» (2004, regista Pavel Chukhraj). Secondo me in inglese si trova.