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L’arma chimica russa

Come forse avete già sentito, la Russia ha trovato un nuovo modo di ricattare l’Ucraina.

In sostanza, il 19 febbraio l’Ucraina aveva richiesto di portare e forniture giornaliere a 114 metri cubi entro due giorni. (Attualmente la compagnia ucraina Naftogaz è contrattualmente vincolata a anticipare i pagamenti per il gas ogni mese, avendo però il diritto di richiedere con due giorni di anticipo l’ampiezza della fornitura giornaliera).

La Gazprom, da parte sua, non ha soddisfatto la richiesta, aumentando le forniture solamente alle regioni ora controllate dai separatisti. Secondo la controparte ucraina, però, le forniture alle regioni incontrollabili (iniziate il 19 febbraio) non farebbero parte del contratto, dunque quel gas non dovrebbe essere «scalato» dalla quantità prepagata dalla Ucraina.

Cosa posso dire sull’argomento? E’ ovvio che se l’Ucraina considera le regioni di Donetsk e Lugansk come proprie, dovrebbe pagare il gas fornito a esse. Allo stesso tempo, però, sono delle regioni occupate sul territorio delle quali gli agenti dell’ucraino Naftogaz non possono verificare l’effettivo adempimento del contratto e il volume reale del gas richiesto da parte dei consumatori finali. Di conseguenza, le due regioni possono facilmente essere trasformate in una specie di «buco nero».

La difficile situazione creatasi avrà delle conseguenze per l’Europa. Nel peggiore dei casi arriverà meno gas dalla Russia. Nel migliore dei casi l’Europa dovrà sponsorizzare l’Ucraina, fornendole i soldi pretesi dalla Russia per il gas fornito ai propri combattenti sul territorio ucraino.


Il Re è morto, viva il petrolio

Gli «analisti», gli «esperti», i rappresentanti del Regno e gli scienziati britannici possono dire quel che vogliono, ma la morte del Re di Arabia Saudita Abd Allāh bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd potrebbe diventare la notizia economica più importante del mese (e forse più). Nonostante le continuità e regolarità nel cambio della persona al potere tipiche di una monarchia, le decisioni sulla estrazione (e quindi sul prezzo) del petrolio potrebbero cambiare nelle prossime settimane.

Buona fortuna a tutti noi.


Pensavo peggio

Secondo Forbes questi sono i migliori dieci:

Questa è l’Italia:

Non vorrei offendere, ma mi aspettavo di trovarla un po’ più in basso. E allora scrivo così: in Italia è bello condurre gli affari, ma è inutile. Si pagano tante tasse per pagare tante ore di lavoro dei giudici.
Chi ha capito, ha capito.

P.S.: la Russia si trova in 91-sima posizione per una pluralità di motivi, in parte già noti ai miei lettori.