L’archivio del tag «diplomazia»

Laurie Bristow

Molto probabilmente a qualcuno è già capitato di leggere dell’ambasciatore britannico Laurie Bristow, il quale non ha lasciato l’Afghanistan per poter controllare personalmente l’evacuazione dei connazionali e dei collaboratori afghani.
In merito a questa sua decisione, l’aspetto che in un certo senso mi preoccupa è la tendenza di definire eroe una perona che non molla tutto e non scappa dal proprio lavoro alla prima difficoltà seria riscontrata. Nelle condizioni ideali, la presenza fisica costante di un ambasciatore sul territorio è sempre meno necessaria: serve solo per alcune (poche) conversazioni tecniche che gli umani, nonostante tutto, sono ancora abituati a fare di persona. Laurie Bristow, invece, ha deciso di essere presente nel posto giusto al momento giusto: in un luogo di emergenza, dove la gestione non poteva essere effettuata «a distanza» o rinviata ai tempi migliori.
Il confine tra l’eroismo (da una parte) e le pure professionalità e serietà (dall’altra) è sempre stato, nella mia logica, molto più lontano. In un mondo sano quel confine non dovrebbe essere tracciato esageratamente vicino alla normalità.


In cerca della sedia

Più o meno tutti hanno almeno sentito parlare che nelle sedi istituzionali turche si osserva un forte deficit di mobili, in particolare delle sedie.
Qualcuno ha anche logicamente osservato che le manifestazioni pubbliche alle quali partecipano i rappresentanti di più Stati o Istituzioni, vengono solitamente precedute dagli accordi degli «uffici del protocollo» su tutti i dettagli dell’incontro previsto.
A questo punto si potrebbe sospettare che una delle parti (l’ufficio europeo o quello turco) non abbia fatto bene il proprio lavoro. Oppure, si potrebbe sospettare che la parte turca abbia violato gli accordi raggiunti (è solo un sospetto, quindi non mi distraggo facendo delle riflessioni sul «cattivo» Erdoğan).
Ma, in fondo, quelli sono tutti esercizi mentali inutili perché troppo lontani dai normali rapporti tra più persone adulte e razionali. Quindi non posso non citare il più normale tra i commenti letti, quello di un professore della mia Facoltà:

Credo – mi posso sbagliare – che nell’ordine protocollare, il Presidente del Consiglio europeo preceda il Presidente della Commissione anche se, ovviamente, non si può parlare né di Capo di Stato, né di Capo di governo vista la natura sui generis della U.E. Dal canto suo, Erdoğan è Capo di Stato e di governo dopo l’ultima riforma costituzionale turca (sempre, se non mi sbaglio). D’altro canto, se è vero che il Ministro degli Esteri turco era seduto sul divanetto, in quanto Ministro, il suo rango – sempre scontata la natura sui generis della U.E. – era inferiore a quello della Presidente della Commissione. Probabilmente, un cerimoniale più attento, da parte europea, avrebbe curato un allestimento simile a quello di altre visite bilaterali U.E.–Turchia, ovvero con Erdoğan al centro e i due Presidenti (di Commissione e Consiglio) ai lati (e ciò poteva essere fatto anche rispetto al distanziamento anti COVID-19: la sala sembra molto larga). Ciò detto, se fossi stato Charles Michel, con un gesto di cavalleria sia istituzionale – fra Commissione e Consiglio – che da gentiluomo attento alla parità di genere, avrei chiesto io che fosse portata un’altra sedia, rimanendo in piedi fino a che ciò non fosse avvenuto.


Il Su-24 abbattuto: le contromisure

Passati ormai otto giorni dal 24 novembre, il giorno in cui è stato abbattuto dalla Turchia un bombardiere russo, possiamo parlare delle contromisure. In teoria, la contromisura di proporzioni eque sarebbe l’abbattimento di un aereo turco da parte della Russia. Una contromisura del genere, però, rischierebbe di trasformarsi facilmente in una guerra tra la NATO e la Russia: speriamo che di evitarla! Vediamo quindi le possibili contromisure di natura meno fatalistica. Dico «possibili» perché ho pensato di dividerle in due gruppi: quelle adottate dallo Stato russo e quelle proposte dalla opposizione. Penso che sia inutile precisare che le proposte della opposizione non vengono nemmeno lette dal Presidente e dal Governo. Noi, però, leggiamo tutto e siamo sempre in grado di scegliere quali misure ci sembrano più sensate.

Tutte le contromisure che la Russia si è dimostrata capace di prendere sono ora riunite nel decreto presidenziale firmato da Vladimir Putin il 28 novembre 2015. Esse sono:
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