Il giorno del Natale ortodosso io, pur essendo un apateista, non potevo non selezionare – per il post musicale del sabato – qualche esempio di musica sacra suonata dalla gente palesemente ortodossa in tutti i sensi.
Il primo brano selezionato è la canzone «Angels In Heaven» interpretata da Chris Rodrigues e Abby the Spoon Lady:
Il secondo brano di oggi è invece la canzone «The Cuckoo» interpretata da Les Blackwell e Abby the Spoon Lady:
In qualità del regalo di Natale vi lascio link del canale YouTube della Spoon Lady.
L’archivio del tag «country»
Il grande chitarrista canadese Neil Young ha suonato (e cantato) in diversi generi musicali – da solista e in diversi gruppi – e ha avuto una certa influenza su diversi gruppi, guadagnandosi pure il soprannome del «Godfather of Grunge» per avere influenzato lo stile dei Nirvana, Pearl Jam e alcuni altri… Però la sua musica più nota tra le masse è quella dei generi folk- e country-rock. Di conseguenza, anche il mio primo post musicale dedicato a Neil Young seguirà quella moda (in qualche modo devo conciliare la divulgazione con il populismo, ahahaha).
Per oggi ho pensato di selezionare due brani dall’album «Harvest» del 1972.
La prima canzone selezionata è la «Heart of Gold»:
La seconda canzone di oggi è la «Are You Ready for the Country?»:
Ecco, per oggi è andata così, ma sicuramente tornerò ancora più volte alla musica di Young.
In conclusione, dichiaro di ammirare la determinazione con la quale Neil Young ha lottato – sul territorio dove ha potuto farlo – contro la disinformazione circa il Covid-19. Almeno per lui ci sono delle cose più importanti del guadagnare soldi a ogni costo.
Il duo country-rock statunitense The Everly Brothers fu particolarmente famoso e popolare nel primo perido della propria attività: dal 1956 (l’anno dell’esordio) al 1963 (l’anno in cui i fratelli Phil e Don furono chiamati alla marina militare USA). La stilistica del duo influenzò diversi gruppi famosi dei decenni successivi: in particolare (secondo me) il ben noto anche a voi duo Simon and Gurfunkel (il quale, però, è diventato meritatamente famoso senza imitare cecamente i protagonisti del mio post di oggi).
Ricordando i gruppi di una simile popolarità e influenza, ma allo stesso tempo anche datati (quest’anno The Everly Brothers avrebbero festeggiato 66 anni di attività), è sempre ammissibile postare anche le loro canzoni più famose: c’è sempre qualcuno che non se le ricorda o addirittura non conosce. Quindi per il post musicale di oggi ho scelto le seguenti due canzoni de The Everly Brothers.
La prima è la «Bye Bye Love» (dall’album «The Everly Brothers» del 1957). Si tratta del secondo singolo del gruppo nel senso cronologico e della prima loro canzone diventata popolare.
La seconda canzone selezionata per oggi è la «Cathy’s Clown» (dall’album «A Date with the Everly Brothers» del 1960). Questa è stata la prima canzone pubblicata dallo studio americano Warner Bros. Records in UK; nel 1963 The Beatles avevano arrangiato la parte vocale di «Please Please Me» seguendo l’esempio di questa canzone.
È abbastanza curioso ricordarsi del fatto che non troppo tempo fa (certo, relativamente) questa era la musica giovanile alla moda.
In molte cuffie funzionanti in giro per il mondo capita, più o meno frequentemente, la musica che potrebbe essere definita poco tipica per il proprietario. Nelle mie cuffie, per esempio, un giorno è capitato il primo album di Jamey Johnson. Ho pensato che a questo punto potrebbe essere sfruttato per la rubrica musicale del sabato.
La prima canzone selezionata è «The Dollar» (dall’album «The Dollar» del 2006, appunto):
Mentre la seconda canzone è "Ray Ray’s Juke Joint (sempre dallo stesso album):
Forse un giorno darò una possibilità anche agli altri album di Jamey Johnson, ma non so ancora se e quando…
Pochissimi artisti nella storia sono riusciti a riconquistare la popolarità precedentemente persa o notevolmente diminuita. La maggioranza degli artisti di ogni genere passati di moda, purtroppo, nel migliore dei casi tenta di continuare per tutta la vita su quell’unica strada che una volta li aveva portati alla fortuna.
Una delle fortunate – e abbastanza rare – eccezioni è la cantante statunitense Brenda Lee.
La prima fase della grande popolarità di Brenda Lee corrisponde al periodo tra la fine degli anni ’50 e la prima metà degli anni ’60, quando la cantante si afferma nei generi rock ’n roll e rockabilly. La seconda fase, invece, è quella degli anni ’70–’80, quando Brenda Lee realizza una svolta abbastanza improvvisa verso il country. Alcune persone, a volte anche quelle un po’ più informate della media, sono addirittura convinte che ci siano stati alcuni anni di pausa tra le due fasi tanto diverse. In realtà, però, quel brevissimo momento di passaggio stilistico è stato semplicemente contrassegnato – oltre alle questioni familiari – da uno sfortunato (meno male!) tentativo di frenare il calo della popolarità diventando un po’ più pop. Ed è bellissimo costatare che la seconda fase è stata decisamente più duratura e caratterizzata dalle opere musicali spesso ancora più interessanti.
Per il post di oggi ho selezionato due canzoni di Brenda Lee che rappresentano entrambi i grandi periodi della sua attività musicale.
La prima canzone scelta è «All Alone Am I» (dall’album «All Alone Am I» del 1963):
Mentre la seconda è «Rock On Baby» (dall’album «Now» del 1974):