L’archivio del tag «copyright»

I promemoria commerciali

Parliamo di alcuni simboli che funzionano da promemoria nel contesto giuridico-economico contemporaneo.
I simboli noti a tutti sono:
© Copyright – il simbolo della tutela dei diritti d’autore
® Registered trademark – il simbolo del marchio commerciale registrato
℗ Phonorecord – registrazione audio, il simbolo indica la tutela dei diritti connessi relativi ai contenuti dei dischi
™ Trademark – il simbolo del marchio registrato (si usa tanto negli USA)
℠ Servicemark – il simbolo del marchio registrato per il settore terziario (si usa tanto negli USA)
Tantissime persone non sanno utilizzare i simboli appena elencati. Una scritta di questo tipo, per esempio, non ha alcun senso:
Le nostre motozappe sono le più motozappe del mondo ©
Infatti, i diritti d’autore in tale contesto non c’entrano nulla, quindi l’uso del simbolo del copyright è una manifestazione di ignoranza.
Ma capitano anche delle eccezioni fortunate. Una nota catena dei negozi di arredamento, per esempio, usa il simbolo in un modo corretto:

In ogni caso, però, è importante ricordare che l’utilizzo di ognuno dei simboli elencati sopra non è altro che un semplice promemoria per le persone. Quei simboli non aggiungono e non garantiscono alcun diritto al proprietario legittimo di tutto ciò che li riporta. Quest’ultimo concetto è spiegato bene nel mio recente paragrafo di Inerario.


Inerario, §18

Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 18) ha per obiettivo limitare l’uso smisurato, ingiustificato e spesso dannoso del simbolo © (copyright) e altri simili.
Il testo dovrebbe essere utile non solo agli sviluppatori e designer, ma anche alle persone che, semplicemente, pubblicano su internet qualsiasi tipo di contenuti: testi, foto, disegni etc.
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo18/


I diritti d’autore è un argomento interessante, importante per tutti coloro che pubblicano qualcosa su internet e, allo stesso tempo, quasi totalmente sconosciuto – dal punto di vista tecnico – ai non-giuristi. Di conseguenza, è facile osservare una grande quantità degli autori, programmatori, designer, fotografi etc che compiono azioni prive di ogni senso solo a causa delle loro fantasie ridicole sul concetto del diritto d’autore.
La cosa fondamentale che ogni non-giurista deve sapere del diritto d’autore è semplicissima: ogni opera umana ha un autore. Ogni testo, ogni immagine, ogni meccanismo, ogni melodia o qualsiasi altra cosa è stata creata da qualcuno. Nel momento della creazione di una opera umana nasce il diritto del creatore di definirsi autore. Tale diritto non può essere tolto, comprato, ricevuto in regalo o ceduto in qualsiasi modo. Come non può cambiare, per esempio, il proprietario di un nome proprio. Ed è per questo che ogni autore ha l’eterno diritto morale di essere considerato l’autore della sua opera.
Precisiamo, tra parentesi, che ai fini del presente paragrafo non hanno alcuna importanza i concetti specifici di «opera collettiva», «contratto di esecuzione» e tanti altri che permettono ai giuristi di non preoccuparsi del proprio futuro finanziario. A noi ora interessa il concetto generico dell’autore.
Nel caso di una eventuale vendita dell’opera si tratta della cessione dei diritti patrimoniali e non dell’intero diritto d’autore. L’acquirente dell’opera compra dunque la possibilità di utilizzarla e, eventualmente, l’accordo del creatore a non vendere la stessa opera agli altri (per esempio, un logo o un design del sito). Quindi all’autore rimane comunque la possibilità di utilizzare la propria opera nel proprio portfolio.
Di conseguenza, l’esistenza dei diritti d’autore non dipende in alcun modo dalla presenza del simbolo © sulla opera. Anche qualora il simbolo dovesse mancare, l’autore con tutti i suoi diritti esiste comunque, quindi la sua opera non può essere copiata, rubata, venduta etc.
Il simbolo © può svolgere la funzione del promemoria per i ladri delle opere intellettuali, la funzione della pubblicità dell’autore o qualsiasi altra funzione non propriamente giuridica, ma non aggiunge nessun nuovo diritto all’autore. E, ovviamente, non funziona da amuleto che fa scappare i ladri. In moltissimi casi si farebbe bene a evitare di metterlo: per non rovinare l’aspetto estetico della propria opera.

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L’altro ingresso

Nella vita reale è importantissimo capire un semplice principio (possiamo anche chiamarlo life hack): se non riuscite a trovare la soluzione di un problema, cercatela dalla parte opposta.
Vediamo subito un esempio storico. L’ex presidente Theodore Roosevelt, essendo molto insoddisfatto del proprio successore William Taft, decise nel 1912 di tornare alla Presidenza. Durante la campagna elettorale, dunque, pensò di distribuire 3 milioni di opuscoli con il testo di un proprio discorso e una foto sulla copertina.
Nella parte bassa della foto è ben visibile la scritta «copyright 1910 by moffett studio chicago». Vediamola subito per capire di cosa si tratta.

Solo quando gli opuscoli furono ormai stampati, il capo della squadra di Roosevelt (un certo George Walbridge Perkins I) si accorse di quella scritta. E comprese subito tutta la catastroficità dell’errore: non fu ottenuta l’autorizzazione all’uso della foto. La legge sui diritti d’autore avrebbe dunque consentito al fotografo di chiedere 1 dollaro per ogni copia della foto distribuita. I 3 milioni di dollari del 1912 equivalgono ai 60 milioni di dollari di oggi. Si volle dunque evitare una spesa del genere. Allo stesso tempo, la ristampa degli opuscoli con una foto diversa avrebbe comunque comportato delle spese (e una perdita di tempo).
G. W. Perkins decise di contattare il fotografo Moffett per cercare di concordare le condizioni migliori. E gli inviò un telegramma: «Intendiamo distribuire tre milioni di opuscoli con la foto di Roosevelt sulla copertina. È una ottima opportunità per il fotografo. Quanto è disposto a pagare se scegliamo una delle sue foto? È necessaria una risposta immediata». Maffett fu veloce a rispondere: «Vi ringrazio per l’opportunità, sono disposto a pagare 250 dollari».
P.S.: come avrete capito da questa storia, un altro life hack si chiama «studiate». Ma lo conoscete già senza il mio aiuto.


Humor inglese online

Il bellissimo e utilissimo sito Sci-Hub (che ovviamente nessuno di noi si permette di utilizzare), si è poco fa trasferito dal dominio «.io» al dominio «.ac». Per pura curiosità sono andato a vedere di chi fosse quest’ultimo dominio.

Ora devo riconoscere che ai gestori di Sci-Hub non manca l’umorismo: pur essendo assegnato all’Isola dell’Ascensione, il dominio «.ac» viene spesso utilizzato come acronimo della parola «academic». Una buona parte degli accademici di tutto il mondo dovrà sentirsi particolarmente beffata.


Geografia giuridica

Non sono ancora abbastanza vecchio da dimenticare le cose più interessanti della vita. Quindi posso affermare che tra tutti i libri di diritto che mi è capitato di leggere negli ultimi quindici anni, solo uno aveva le immagini all’interno. Era «I marchi d’impresa nella Comunità europea» di Salvo dell’Arte che consiglio vivamente a tutti.

Chi è ancora convinto che un testo accademico debba essere per forza monotono, dovrebbe cambiare idea in fretta. Infatti, se scrivete e/o pubblicate un libro stilisticamente pesante, non apparite più intelligenti o competenti di quanto lo siate realmente. Apparite semplicemente noiosi.

I lettori potrebbero essere aiutati con delle immagini come questa:

L’immagine mostra la durata della protezione della proprietà intellettuale in vari Stati del mondo. Se la sovrapponiamo, per esempio, al mappamondo colorato in base alle varie famiglie giuridiche o alle organizzazioni interstatali, riusciamo a individuare più facilmente quali sono le parti del mondo realmente in conflitto.

La gente incapace di ragionare con le immagini può andare a indovinatefarecosa.