L’archivio del tag «cibo»

La ricetta del nulla

Ormai, non è certo notizia (come io non sono una agenzia stampa) che l’IKEA ha «finalmente» «svelato» la ricetta delle sue famose polpette.
Quello che manca ora è la spiegazione del perché prepararle e mangiarle a casa.
Il pop-corn, per esempio, è buono quando è mangiato nel buio di una sala cinematografica. Mentre nel buio della propria casa (e davanti a un computer) lo stesso pop-corn sembra solo una specie di polistirolo salato che lascia delle briciole da tutte le parti.
Un hamburger, per esempio, è buono in mezzo a un viaggio palloso in autostrada, mentre a casa sembra un panino fragile un po’ scomodo da mangiare.
Le polpette della IKEA mangiate, appunto, all’IKEA vengono servite al sottocosto e già solo per questo creano un grande entusiasmo tra i consumatori. In più, consentono di fare una pausa nelle ricerche pallose dei mobili (io odio i negozi fisici) e creano l’illusione di trovarsi in un luogo pieno di prezzi vantaggiosi. Ma sono certo che a casa il 99% della magia verrebbe meno.
Chissà quante persone avranno il coraggio di riconoscerlo pubblicamente.


Are you lovin it?

La catena Burger King ha una nuova e un po’ particolare pubblicità video. Perseguendo l’obiettivo di mostrare che i loro hamburger vengono realizzati senza l’uso dei conservanti, ne hanno filmato uno – lo stesso esemplare – «per 34 giorni»… Facendoci dunque vedere come si copre di muffa e marcisce facilmente, proprio come un prodotto naturale.

Dopo avere visto il risultato finale, avete sicuramente sentito la voglia incontrollabile di mangiarne uno, vero?
Io, per esempio, da decenni dubito fortemente che i vari famosi fast food usino realmente solo gli ingredienti naturali. E ora mi sento autorizzato di proporre pure uno slogan innovativo: «Divoralo almeno finché non è marcio».
Complimenti al Burger King per la migliore antipubblicità dell’anno.


Che notizia

Dicono che in Italia sta calando sensibilmente il consumo (e quindi la produzione) del pane.
Non vorrei che qualcuno si offenda, ma in termini di qualità tra tutti i «pani nazionali» che conosco, quello italiano è al penultimo posto. Di peggio riescono a fare solo i francesi.
Insomma, è una classica non-notizia. Merita di essere discussa solo in quanto rappresenta una scelta troppo facile tra due possibilità: imparare o smettere.


Gente creativa

Le madri degli alunni di una scuola di Krasnojarsk che quest’anno hanno finito la scuola si sono distinte in una opera artistica originale. Hanno preparato una torta con le foto di tutti i componenti della classe…
A voi non ricorda niente?

A me (e non solo a me) ricorda una cosa non molto allegra. Ma quelle madri pieni d’amore per i propri figli non si rendono proprio conto di quello che hanno combinato.


La “mappa della lingua”

È veramente strano che alcune leggende continuino a vivere nelle teste delle persone nonostante la facilità assoluta della loro smentita.
Molte persone, per esempio, sono convinte che la lingua, intesa come organo del corpo, sia divisa in zone «competenti» per il riconoscimento dei vari gusti (la punta per il dolce, i lati per l’acido, la parte posteriore per l’amaro, una zona intermedia per il salato). Chiunque può toccare per esempio il sale con la punta della lingua e poi con qualsiasi altra sua parte.


Aprire un ananas

Non se anche voi avete già visto quel recente video sul modo «corretto» e «facile» di aprire e consumare un ananas.


Purtroppo, si tratta di un frutto che non piace, quindo non ho molta voglia di spendere tempo e soldi per testare il suddetto metodo. Molti altri, però, lo hanno fatto e ora sostengono che non si possa comunque fare senza l’aiuto di un coltello (la comprensione del francese, la lingua del video, non è fondamentale).

Se, a differenza di me, siete interessati a questa tecnica, provate e poi raccontatemi del risultato.


Una festa mai in ritardo

Per puro caso ho scoperto che il 17 gennaio sarebbe stata la Giornata internazionale della pizza italiana. Direi che si tratta di un evento festeggiabile con una frequenza abbastanza alta e, di conseguenza, è impossibile farlo in ritardo.
Alle persone malefiche intenzionate a festeggiare mangiando la festeggiata e, allo stesso tempo, indecise sul come passare il tempo fino all’orario di cena, propongo di divertirsi con degli esercizi matematici come questo:


I prodotti locali

Non so se tutti si rendono conto del fatto che la moda contemporanea dei prodotti locali è una forma di nazionalismo. Potremmo chiamarlo nazionalismo alimentare, ma è sempre nazionalismo.
La concezione secondo la quale i prodotti locali sarebbero per forza più buoni, mentre il loro acquisto sarebbe più economico e «responsabile» mi fa pensare a delle analogie non molto allegre. In realtà le uniche caratteristiche dei prodotti che contano sono la qualità e il gusto. Tali caratteristiche non dipendono dalle coordinate geografiche, ma dalla capacità di utilizzare le risorse disponibili (che possono essere simili, quasi identiche o molto diverse tra le varie zone).
Avendo la possibilità di scegliere il meglio tra i prodotti generati dal nostro pianeta locale, dovremmo fregarcene dei confini amministrativi e statali.
E poi dovremmo mandare affanculo i «geni» marketing che hanno inventato il concetto del locale.


Il cibo sano

Il concetto del «cibo sano» è una delle più grosse stronzate del mondo. Se non mangiate l’asbesto e non bevete l’acido solforico, tutto quello che mangiate è sano. Una persona che mangia continua a vivere. Una persona che non mangia schiatta molto prima (e molto peggio) di quella che mangia.
Ogni generazione ha dei propri stereotipi alimentari: si può mangiare i grassi, non si può mangiare i grassi, poi di nuovo si può. L’unica cosa certa è che si può mangiare qualsiasi cosa. Più il cibo è vario meglio è. Non esiste un solo prodotto infinitamente positivo per la salute. Anzi, ogni prodotto esistente nella natura produce – in una misura più o meno rilevante – anche qualche effetto negativo. Inoltre, se tutti i giorni mangiate solo le carote, non solo non diventate perfettamente sani, ma vi rompete pure il cazzo vi annoiate pure.
Le patatine fritte e la Coca-Cola fanno male solo quando la persona non mangia null’altro. Chi mangia solo le mele si danneggia altrettanto gravemente.
Insomma, siate sereni e mangiate tutto ciò che volete.


La famosa formula

Enjoy! Una ricerca segreta russa ha mostrato dove va ricercata la famosa formula della Coca-Cola (anche essa segreta):