Ho una salutare buona notizia per le persone che non si sono ancora decise sulle vacanze da fare questa estate. Stamattina il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha firmato un decreto che liberalizza molti aspetti delle visite turistiche nella cosiddetta «zona di alienazione» di Chernobyl.
Di conseguenza, ricordo a tutti gli interessati il mio consiglio pratico dell’anno scorso.
P.S.: non ho ancora visto la nota serie della HBO, ma le persone affidabili dicono che è fatta abbastanza bene. Quindi in breve avrete il mio parere.
L’archivio del tag «chernobyl»
Sto per suggerire una idea un po’ particolare per le vostre vacanze estive…
Fino a poco fa l’accesso (almeno quello legale) ai locali della centrale nucleare di Černobyl era possibile solo per il personale tecnico e i giornalisti (tra i quali compresi anche i blogger di un certo livello di popolarità). Per di più, solitamente le visite si limitavano al padiglione del sarcofago al canale con i siluri.
A partire dal marzo 2018, però, ogni cittadino onesto può accedere alla centrale, vedere come procedono la bonifica dell’intera area e il processo della dismissione del reattore avariato. Una visita guidata da un giorno costa circa 84 euro (2700 grivnie ucraine). Le domande di iscrizione alle visite vanno effettuate sul sito ufficiale: https://visit.chnpp.gov.ua/en/.
Chi la possibilità tecnica ed economica di andarci, ci vada: la centrale nucleare di Černobyl è un posto incredibile e unico (per fortuna!) sul nostro Pianeta. E, contrariamente a quanto si possa pensare, è un posto sicuro.
Foto di Dmitry Chernyshev
Questo corridoio – che almeno a una persona nata e cresciuta nell’URSS sembra una dei soliti corridoi abituali all’interno di una struttura pubblica – è in realtà un posto particolarissimo. È il corridoio che porta verso gli interni sigillati del sarcofago, quindi verso quei luoghi dove il livello di radiazione è tuttora sufficientemente altoper uccidere un umano in pochi minuti. Naturalmente non vi faranno arrivare fino a quei luoghi. Però vi faranno vedere, tra le altre cose, anche questo pezzo di corridoio. E voi, probabilmente, capirete cosa intendeva Kafka con le sue descrizioni della morte apparentemente molto prosaiche.
Oggi è l’anniversario della catastrofe tecnologica di Chernobyl. Per ora ho poco da aggiungere a quanto ho già scritto sull’argomento nel 2016. Quindi oggi mi limito a pubblicare una raccolta di video e foto della città di Pripyat, concentrandomi su quel che resta degli appartamente privati.
Tutte le foto sono di Sergei Melnikov.
Come sapranno bene i miei lettori attenti, il 26 aprile si celebra la giornata internazionale dell’ignorante impaurito. Avrebbe potuto rimanere solo una giornata di commemorazione (non importa se internazionale o no). Avrebbe potuto essere pure una giornata di divulgazione scientifica in materia di fisica nucleare (meglio se a livello internazionale). Ma l’incidente della centrale di Chernobyl rimane una delle pseudo-motivazioni degli sostenitori delle mitiche fonti rinnovabili.
Di conseguenza, le speranze per il miglioramento della salute mentale della popolazione mondiale dipendono dalle persone che…
a) ci capiscono qualcosa della energia nucleare;
b) hanno la capacità e la voglia di scriverne.
Non posso, purtroppo, sostenere di essere un genio di fisica (anche se a scuola fu una delle mie materie preferite), ma tento comunque di dare un piccolo contributo.
Oggi, 30 anni dopo Chernobyl, le probabilità di una catastrofe analoga sono prossime allo zero per tre motivi:
1) I reattori moderni sono dotati dei sistemi «foolproof» e «geniusproof»: gli impianti elettronici sono quindi creati apposta per non permettere di fare stronzate o eseguire degli esperimenti azzardati;
2) Se gli impianti di cui sopra vengono comunque in qualche modo ingannati da una persona troppo determinata nel volere «giocare con gli atomi», i suoi tentativi verranno bloccati dal centro di controllo centrale (a livello nazionale).
3) Qualora fosse ingannato pure l’organo operativo centrale, l’incidente non avrà degli effetti al di fuori dalla cupola che isola il reattore dall’ambiente circostante. La cupola contenente il reattore danneggiato viene semplicemente sigillata in senso tecnico e giuridico.
4) Avrei potuto consigliarvi quanto scrive Eugene Kaspersky in materia della sicurezza informatica delle centrali nucleari ma, purtroppo, lo fa in russo. Comunque, non preoccupatevi: esistono già dei bei prodotti anche per questi tipi di clienti.
A qualcuno verrebbe da chiedere: perché tutte queste cose non sono state pensate, progettate e create prima dell’incidente di Chernobyl? Oppure: perché non si è aspettato la possibilità di utilizzare l’energia termonucleare? La risposta è una: perché il progresso è un processo sequenziale. Nemmeno lo scienziato o l’ingegnere più geniale non può prevedere proprio tutto. E, se non ci fossero degli errori, non ci sarebbe nemmeno il bisogno di continuare a cercare e trascinare in avanti il progresso scientifico.
Per lo stesso motivo i motociclisti porterebbero sin da subito i caschi metallici, i piloti non resterebbero soli nelle cabine di pilotaggio e gli uomini metterebbero i prodotti di gomma non solo sulle ruote delle auto.
Detto tutto questo, metto quello che forse molti di voi si aspettavano di vedere in questo post: alcune foto della città di Pripyat (a circa 3 km da Chernobyl).
Tutte le foto sono di Dmitry Chernyshev.