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L’ignoranza senza confini

Non so se si sia trattato della prima volta nella storia – perché non sono così attento alla cronaca – ma il 2 dicembre 2022 è stato tentato il furto di una delle opere di Banksy.
Chi non ha il tempo e/o la curiosità di leggere il breve articolo sulla notizia, riassumo molto brevemente: un matematico trentaduenne di Kiev, assieme a uno scultore di Čerkasy, è andato nella città di Gostomel, ha staccato un pezzo di muro con una delle opere «ucraine» di Banksy (giustificandosi con il presunto fatto che «lo street art è di tutti, quindi è di ognuno») e dopo l’arresto ha detto che il suo obiettivo sarebbe stato quello di salvare l’opera vendendola all’asta Sotheby’s.

Meno male che in questo periodo, a volte, non solo i gerarchi russi riescono a farmi ridere…
P.S.: si trattava della seguente opera:


Banksy in Ucraina

Interpretando il contenuto delle varie opere di Banksy, l’ho spesso trovato una persona poco intelligente, incline a semplificare e banalizzare.
Fino a pochi giorni fa non mi è però capitato di prestare una particolare attenzione ai luoghi in realizza le proprie opere. Più precisamente, fino al momento in cui hanno iniziato a circolare le prime voci circa la comparsa di alcune sue opere in Ucraina. Il 14 novembre, poi, su The Art Newspaper è stata pubblicata la conferma: le 7 opere avvistate a Kiev e nella relativa Regione sono state ufficialmente riconosciute da Banksy come proprie.
Significa che non ha avuto paura di andarci. Bravo. Sul serio.
E ora salvo in questo post le foto dei setti disegni: purtroppo, anche la loro vita è rischio tutti i giorni.
1. Kiev, Maidan Nezalezhnosti (Piazza della Indipendenza): i bambini che si dondolano su un riccio ceco come su una altalena:

2. Borodyanka: un bambino che vince contro un uomo in uniforme da arti marziali: Continuare la lettura di questo post »


Molto seriamente

Ho appena letto che il noto quadro di Banksy «Devolved Parliament» è stato venduto a 9,9 milioni di sterline all’asta di Sotheby’s, il venditore e l’acquirente sarebbero sconosciuti.
Ma a me sembra evidente che siano, rispettivamente, Theresa May e Boris Johnson.
Altrettanto evidente è che relativamente a breve dovrebbe verificarsi un nuovo cambio del proprietario dell’opera.

Dopo il Brexit poi – se accadrà nel corso della nostra vita, lo vedremo – il quadro si autodistruggerà.


Tutti sono utili

La notte scorsa a Parigi è stata «rubata» una opera di Banksy: era disegnata sul retro del cartello di un parcheggio sotterraneo.
Pur non essendo un grande ammiratore di Banksy, devo riconoscere la sua potenziale utilità pratica. Chi vive in una città che almeno in teoria poteva essere visitata da egli, può copiare qualche sua opera su un cartello stradale particolarmente fastidioso. Chi invece vuole far avvicinare nel tempo la ristrutturazione del proprio palazzo, può copiarla sul muro o sul portone d’ingresso. Etc. etc.
Accendete la fantasia come lo fanno gli artisti veri.
Ah, il disegno rubato è stato questo:

Ma voi ne potete scegliere quello che vi piace di più.


Banksy guardabile

Ho letto solo oggi che il quadro di Banksy «Devolved Parliament» del 2009 è tornato ad essere esposto al Bristol Museum.

In molti casi, purtroppo, Banksy mi è sembrato una persona non particolarmente intelligente (proprio per il contenuto delle sue opere), ma nell’ottica della Brexit sarei disposto a riconoscere il suddetto quadro una delle manifestazioni migliori della satira contemporanea. Non essendo britannico, per lo stesso motivo forse ci aggiungerei pure la regina.