L’archivio del tag «aerei»

Per gli aerofobi

Il 2017 è stato l’anno più fortunato nella storia della aviazione.
Nel corso dell’anno sono stati effettuati 36.800.000 voli. Nello stesso periodo sono morti negli incidenti aerei 79 persone. Tra questi sono incluse anche 39 persone morte a causa dello schianto di un Boeing cargo in Kirghizistan: 4 membri dell’equipaggio e 35 abitanti del villaggio sul quale è caduto l’aereo in questione.
Nel 1972 negli incidenti aerei sono morte 2469 persone.


Il rifornimento in volo

Spero che non si siano allenati a terra con le auto:


Ho appena scoperto che il 19 luglio il Governo ucraino ha deciso di procedere alla liquidazione – la quale dovrebbe avvenire entro due mesi – del grande (in vari i sensi) produttore degli aerei «Antonov». Le tre fabbriche del produttore verranno assegnate al gruppo industriale «Ukroboronprom» che esegue i lavori per il Ministero della Difesa ucraino.
Il motivo della operazione è la crisi dell’"Antonov«, che pur avendo firmato accordi per la costruzione di 18 aerei, ne aveva costruiti appena 2 (due) nel 2015 e ben 0 (zero) nel 2016.
Volete sapere il motivo dei ritmi così lenti? Il motivo è la guerra con la Russia, dalla quale non arrivano più le componenti necessarie per la costruzione degli aerei. Nel 2015, con la costruzione degli ultimi 2 aerei, le scorte si erano esaurite.
In questa occasione volevo parlare non della guerra e dei suoi effetti, ma di un curioso fenomeno economico-sociale. Come probabilmente alcuni di voi sanno, ai tempi dell’URSS fu molto diffusa la pratica di costruire in ogni repubblica socialista e quasi in ogni regione russa una (spesso unica) enorme realtà industriale. Ognuna di queste grosse aziende dipendeva però totalmente dalle forniture di materie prime e di vari prodotti provenienti dagli altri produttori sovietici geograficamente lontani. In sostanza, fu uno dei modi di «cucire» insieme un enorme territorio quale fu l’URSS. Dopo il crollo di quest’ultimo, però, molte delle sue ex repubbliche si trovarono con delle industrie apparentemente inutili: prive di fornitori nazionali e di mercato consolidato, ma in presenza di una alta concorrenza dei produttori esteri prima banditi dall’URSS.
Ovviamente, al giorno d’oggi – vivendo in un mondo globale – ci rendiamo sempre più conto che anche gli Stati dovrebbero specializzarsi nella produzione solo di alcuni beni senza sprecare le risorse nell’inutile tentativo di essere autosufficienti in tutto. L’"Antonov" poteva dunque benissimo rimanere l’unica industria seria dell’Ucraina. Ma porcamucca, perché in 25 anni non hanno diversificato i fornitori?! La capitolazione dell’URSS di fronte al mondo globale doveva servire anche a quello!
Mentre ci riflettete su questa Grande Domanda, io vi faccio vedere l’aereo dell’"Antonov" più conosciuto al mondo: l’AN-225.



Su quest’ultima foto l’AN-225 sta trasportando la navicella spaziale sovietica «Buran»:


Il nuovo aereo di Putin

Per il trasporto del Presidente in Russia su lunghe distanze si usa l’aereo Ilyushin Il-96-300. Eccone uno:

Oggi vi faccio vedere, senza caricarvi di troppi commenti, gli interni del nuovo aereo di Putin (in servizio da l’anno scorso). Stilisticamente, sembra più una roba asiatica che occidentale…

Sala riunioni:

Ah, l’intero parco aereo del presidente è composto da 9 velivoli.

D’oro solo in parte:

Si sa che Putin è fortemente dipendente dallo sport.

La presenza del letto matrimoniale sembra confermare alcune voci. Ma noi non scendiamo a quei livelli, vero? Precisiamo solo i quadri sopra il letto sono quelli temporanei (le foto sono state scattate prima della fine dei lavori).

La postazione per le conversazioni private:

La cucina:

Tutte le poltrone e tutti i divani sono attrezzati di cinture di sicurezza.

Dicono che sarebbe uno degli aerei presidenziali russi più ricchi da sempre.


Dottoressa

Oggi in Russia è un giorno di lutto nazionale. I più attenti di voi conoscono già il motivo: alle 5:27 del 25 dicembre non lontano da Sochi è sparito dai radar l’aereo TU-154 (RA-85572) del Ministero della Difesa russo. Alle 7:21 è stata avvistata una macchia d’olio sul mare, alle 8:50 sono stati avvistati i primi frammenti del velivolo. Si dice che l’aereo sia caduto pochi minuti dopo il decollo, a 6 chilometri dall’aeroporto.

A bordo c’erano 92 persone: 8 membri dell’equipaggio, 64 membri della orchestra del Ministero della Difesa, alcuni dipendenti di tre canali televisivi e la diretrice di una organizzazione benefica Elizaveta Glinka.

Ci sara ancora tempo per parlare dei dettagli della tragedia. Per ora le informazioni sulle cause sono poche. Non è nemmeno chiaro il motivo della tappa a Sochi: l’aereo era decollato dall’aeroporto militare Chkalovsky vicino a Mosca e diretto in Siria (di solito quei voli sono diretti).

Ci sarà ancora tempo per parlare dell’orchestra, i 64 membri (su 135 totali) non ci sono più: nonostante il comprensibilmente basso livello di simpatia verso il loro datore di lavoro, mi dispiace per le loro famiglie.

Non voglio parlare dei dipendenti di tre canali televisivi, ai quali non riuscirei applicare il sostantivo giornalisti. Ma pure loro hanno delle famiglie. Non sarei in grado di gioire nemmeno per la loro morte.

In qualsiasi altra circostanza, come in quella che ha causato la pubblicazione del presente post, sarebbe stata una enorme tragedia la scomparsa di Elizaveta Glinka, nota ai russi come dottoressa Liza. La sua scomparsa è una enorme tragedia. Era un medico, nata nel 1962 a Kiev e residente a Mosca dai tempi dell’università, che aveva dedicato praticamente tutta la sua vita professionale e sociale all’aiuto alle persone meno fortunate della Russia. È diventata realmentefamosa nel 2007, dopo la fondazione della organizzazione «L’aiuto giuso», attraverso la quale offriva quotidianamente assitenza medica e il cibo ai senzatetto e nullatenenti di Mosca (nel suo ambulatorio in cenro e da un furgone in varie zone della città). Inoltre, dai primi anni 2000 aveva costanemente avuto un ruolo rilevante nella raccolta e organizzazione di aiuti destinati alle persone colpite dalle calamità naturali (chiunque poteva partecipare anche fisicamente almeno per vedere che alle sue mani non si appiccicava nulla) e guerre causate dallo Stao russo. In quest’ulimo caso (delle guerre, appunto) è stata più volte criticata da alcune menti pervertite per la collaborazione con il regime dittatoriale. Io, invece, vorrei paragonarla a Oskar Schindler, anche se non era né ricca né spensierata nella vita personale quanto lo fu egli. Dottoressa Liza aveva degli obiettivi precisi e lavorava per raggiungerli.

Un sacco di gente le augurava la morte. I «patrioti» professionali russi per la provenienza dalla Ucraina e per il marito americano. I «patrioti» professionali ucraini per gli aiuti ai bambini vittime della guerra nel sud-est dell’Ucraino. I «filo-russi» professionali del sud-est ucraino per il fatto che evacuava i bambini rimasti orfani a causa della gurra nel sud-est ucraino verso i territori pacifici dell’Ucraina. Gli abitanti di quella zona del centro di Mosca, dove in uno spazio semi-interrato la dottorezza Liza aveva il suo ambulatorio per i senzatetto. L’amministrazione cittadina di Mosca che volevano una parte di immobile così preziosa da impiegare in altri modi.

Dottoressa Liza stava portando i medicinali all’ospedale di Latakia ma non ci è arrivata. L’odio di tutte quelle persone è stato acconentato. Non siamo rimasti in un mondo con una brava persona in meno.


Benvenuti

Mark Gubin, residente a Milwaukee (Wisconsin, USA), ha inventato un bel scherzo. Sul tetto della sua casa – la quale si trova vicino all’aeroporto locale Mitchell International Airport – ha disegnato la grossa scritta «Benvenuti a Cleveland». La distanza tra le due città è di 700 km (in auto).

Spero che nell’aeroporto sia costantemente presente una quantità sufficiente di ambulanze.


MH17: solo parole

Come avrete letto, ieri è stata presentata la seconda parte del rapporto provvisorio sull’abbattimento del volo MH17 sopra l’Ucraina.

Purtroppo la notizia più interessante consiste nel fatto che nel rapporto di ieri sono state semplicemente raccolte (e quindi formalizzate) molte delle informazioni già note e verificate da mesi (o addirittura da circa due anni). E’ già qualcosa, ma con questi ritmi per la formalizzazione delle accuse alle persone concrete ci vorranno diversi anni.

Boh, forse fanno bene a mostrare l’intenzione di svolgere una indagine accurata e di non aggravare le relazioni con la Russia. Ma un po’ più coraggio ci vuole.


Altri video in materia possono essere visti sul canale del Ministero della Giustizia olandese.

Quindi oggi colgo l’occasione di ricordare a quelle persone che hanno abbastanza cervello per inventarsi un lavoro in proprio (se quello dipendente non si trova) un concetto semplicissimo. Nel XXI secolo un bravo investigatore privato è una persona capace di cercare le informazioni su internet. Non ringraziatemi troppo…


Scatola cinese

Venerdì 18 dicembre a Mosca è stata aperta la scatola near dell’aereo russo abbattuto dalla Turchia.

L’apertura è avvenuta in diretta televisiva, la procedura è stata ripresa da 4 telecamere.

Il risultato è stato sorprendente. Prima di tutto guardate questo fotogramma:

E ora vi faccio una breve spiegazione tecnica.

Prima di tutto, bisogna specificare che le scatole nere degli aerei possono registrare le informazioni in tantissimi modi. Quelli più diffusi in passato scrivevano su fili metallici, nastri magnetici o le pellicole fotografiche. Oggi, invece, funzionano un po’ come le nostre chiavette USB: all’interno hanno un hardware simile che funziona sulle schede della stessa tipologia.

Secondo: come potete vedere, le schede si sono spezzate. Più o meno lo stesso succederebbe alla vostra chiavetta USB chiusa in un barattolo metallico e buttata giù da diecimila metri. Lo succederebbe, essenzialmente, per tre motivi contemporaneamente: 1) le schede sono sottili e fragili; 2) le schede sono fissati in pochi punti; 3) all’interno della chiavetta c’è troppo spazio vuoto che permette alle schede di sbattersi una infinità di volte durante la caduta.

Terzo: è facilmente visibile che per la scatola nera sono state utilizzate le schede e il telaio che normalmente si utilizzano per gli elettrodomestici di casa. Saranno stati comprati direttamente in Cina o su qualche negozio online?

Quarto: una volta tutta elettronica di bordo degli aerei russi (e sovietici) era pesante, tecnicamente obsoleta e costosa. Allo stesso tempo, però, era difficile da rompere perché (ma non solo) tutti gli spazi vuoti tra le componenti e le pareti interne delle singole «scatole» erano riempiti con una materia simile al silicone. Di conseguenza, ogni pezzo era ben protetto dagli urti dovuti alle cadute.

Quinto: le schede (flash) di memoria danneggiate in quel modo non sono altro che spazzatura. E’ impossibile recuperare alcuna informazione da esse.

Conclusione: la televisione di Stato russa ha svelato in diretta uno dei più grandi segreti militari. Tale segreto consiste nel fatto che in Russia non sanno produrre (e nemmeno montare in modo sicuro) l’elettronica aerospaziale.

Un grande saluto a tutti coloro che considerano la Russia una Grande Potenza.

Preciso subito che io non sto ridendo per le figuracce della Russia e non voglio essere cittadino di una grande potenza. Io voglio essere cittadino di uno Stato normale nel quale, semplicemente, funziona tutto.

P.S.: i più curiosi possono vedere il video della apertura della scatola nera di cui sopra:
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Il Su-24 abbattuto

Oggi al confine turco-siriano è stato abbattuto un bombardiere russo Su-24. Il Ministero della Difesa russo sostiene che sarebbe stato abbattuto col fuoco tera-aria mentre si trovava sopra il territorio siriano. La Turchia, invece, sostiene che l’aereo russo sarebbe stato abbattuto dai due F16 turchi dopo la violazione delle spazio aereo turco e dieci (10) avvisi ignorati in 5 minuti.

Non chiediamoci cosa facesse un aereo militare russo sopra un territorio controllato dai «ribelli» non alleati con l’ISIL. Chiediamoci quale dei due Stati dice la verità sull’accaduto.

E’ molto più probabile che la versione veritiera sia quella turca. Infatti, da quando è iniziato l’intervento russo in Siria, sono state numerose le proteste della Turchia sulla violazione del suo spazio aereo. La Russia, da parte sua, ha sempre ammesso i fatti ma sostenendo, di fatto, che gli aerei russi possano passare dove pare a loro. Di conseguenza, la Turchia ha finalmente mantenuto la promessa di «prendere le contromisure».

A questo punto i vertici politici e militari russi hanno due possibilità:

1) Cercare di mantenere dei buoni rapporti con un alleato storico (anche se si è rivelato un «alleato») e riconoscere che le perdite dal «fuoco amico» capitano in tutte le guerre.

2) Insistere di avere ragione e dichiarare guerra alla Turchia, quindi alla NATO. Sarebbe la fine.

Non prendo per ora in considerazione l’opzione di «fare finta di niente», anche se Putin e compagni ne sarebbero capaci.

Sottolineo, infine, che l’avvenimento in questione ci illustra come sono fragili certe illusioni. La Russia considerava da tempo la Turchia un alleato strategico, con l’aiuto del quale avrebbe potuto continuare a vendere il gas in Europa. E invece arriva questo schiaffo (o forse addirittura lo sputo) in faccia.

Concludo con il video della caduta dell’aereo: Continuare la lettura di questo post »


Avete bisogno di soldi?

Nel frattempo l’FSB promette 50 milioni di dollari statunitensi a chi fornisce le informazioni utili alla cattura dei responsabili della caduta dell’A321 sul Sinai.

Propongo di fornire all’Ente tanto generoso la testa l’indirizzo del Gran Mufti della Russia Talgat Tadzhuddin. Infatti, il 3 aprile 2003, in occasione della dichiarazione di jihad agli USA (!), aveva dichiarato: «I musulmani russi sono molto influenti negli Stati Uniti – ha detto il Mufti – useremo le nostre leve. Per ora raccoglieremo fondi per acquistare armi da impiegare contro gli americani e cibo per gli iracheni» (link in italiano).

Quelle organizzazioni per quali i musulmani russi avevano raccolto fonti sono tuttora attive. Anzi, i risultati del loro costoso operato si possono ora «apprezzare» in tutto il mondo. Pure in Europa.

Ieri, il 16 novembre 2016, Vladimir Putin aveva dichiarato di avere una lista di circa 40 Stati che finanziano l’ISIL. Vorrei vedere la lista completa…


Foto di A. Pospelov