Ieri pomeriggio ho avuto l’ennesima conferma del fatto che spesso do per scontate delle cose che non lo sono per una parte più o meno ampia dei miei lettori. Per esempio: nel video dedicato alle manifestazioni di protesta nei seggi elettorali russi che ho postato ieri si vede una ragazza che versa del liquido verde nell’urna elettorale (non è stata l’unica a farlo, in giro per la Russia si sono verificati alcuni altri episodi dello stesso tipo). Nel pomeriggio di ieri ho capito che tale gesto va spiegato ai miei lettori italiani. Più precisamente, spiego 1) che liquido era e 2) perché è stato scelto proprio quel liquido.
1) Quel liquido è la soluzione acquosa o alcolica dallo 0,05% al 2% di verde diamante ed è utilizzato sul territorio dell’URSS, già da oltre un secolo, come medicinale antisettico (il suo nome popolare è «zelionka»). È indicato per la disinfezione di cicatrici fresche post-operatorie e post-traumatiche, abrasioni e tagli. È uno degli antisettici più attivi e ad azione rapida. In Italia non mi è mai capitato di vedere questo farmaco: non so se qualcuno degli italiani lo conosca, non so nemmeno come tradurre in italiano il suo nome ufficiale…
2) Quel liquido è stato scelto per esprimere il proprio dissenso alla quinta «elezione» di Putin alla Presidenza della Russia assolutamente non a caso. Infatti, nel lontano 2017 il personaggio, ucciso un mese fa, che avrebbe dovuto essere il vero candidato-concorrente al «vincitore» delle «elezioni-2024» era stato aggredito in un modo abbastanza innocente secondo i criteri dei giorni nostri: gli era stata gettata in faccia una grande quantità di quel liquido disinfettante di colore verde. All’epoca tale aggressione aveva provocato solo una piccola lesione a un occhio… Ma oggi quella aggressione viene ricordata al mandante di tutte le aggressioni e, infine, della morte.
Al posto del colore verde avrebbe potuto essere il colore rosso (di un altro liquido che Putin ha sulle mani), ma nel contesto specifico delle elezioni che si svolgono poco dopo la morte del suo oppositore principale il colore verde ha il significato altrettanto forte e chiaro. Almeno per i russi che capiscono il contesto.
Ora, spero, lo capite anche voi.
Le votazioni che devono giustificare la nomina di Putin a un nuovo mandato presidenziale sono ancora in corso (oggi è l’ultimo dei tre giorni), ma oggi posso già postare un video che mostra i primi risultati parziali di quelle votazioni. Cosa succede nei vari seggi in giro per la Russia:
In realtà le manifestazioni sono più numerose, mentre il suddetto video mostra le loro tipologie più diffuse.
A volte mi capita di sentire nella testa l’eco lontano di qualche canzone, ma non riuscire a capire quale canzone sia… E poi passo giorni o settimane a cercare di ricordarmi quella canzone. L’ultimo (dal punto di vista cronologico) caso è stato realmente strano: ho scoperto che nella mia testa c’era l’eco della canzone «How Long Have You Been Blind» di Harry Belafonte. È strano perché io non sono proprio un fan di questo cantante.
E allora perché ho postato la suddetta canzone nella mia rubrica musicale? Perché ho scoperto che, secondo me, è molto più ascoltabile l’interpretazione di Lenny Kravitz:
In realtà, ascolto abbastanza poco pure Lenny Kravitz, ma a volte si può fare.
Le «elezioni» presidenziali in Russia sono ancora in corso (l’ultimo giorno è domani), quindi è ancora troppo presto per consigliarvi qualche testo serio sull’argomento: aspetterò almeno una settimana e/o la percentuale ufficiale con la quale Putin si rinominerà al suo quinto mandato.
Nel frattempo, vi segnalo un articolo dedicato a una delle conseguenze (oppure è meglio dire continuazioni) della attività presidenziale di Putin: un articolo dedicato ai modi con i quali le autorità russe cercano trasformare i bambini – o, più ampiamente, i minori – ucraini rubati dal territorio ucraino occupato in bambini russi. Anzi, in bambini russi comodi allo Stato russo. Si tratta di decine di migliaia di persone, ma anche se fossero molti meno, i metodi i motivi non sarebbero stati meno gravi. In una certa misura è una lettura particolare o addirittura pesante.
Molto probabilmente sapete già che oggi in Russia sono iniziate le votazioni per la rinomina di Putin alla carica del Putin della Federazione russa. Per tradizione, tale evento si chiama «elezioni presidenziali»; per la prima volta nella storia russa (se non contiamo il cosiddetto «referendum costituzionale» del 2020) l’evento durerà tre giorni: fino alla domenica 17 marzo compresa.
Ovviamente, potremmo dirci già ora il nome del vincitore, ma non sappiamo ancora quale percentuale dei «voti» gli sarà assegnata. Quest’ultima indecisione si aggrava da almeno tre elementi:
1) non si sa cosa si fara alle schede elettorali nel corso delle due notti tra i giorni di votazione (quelle già utilizzate dagli aventi diritto verranno sostituite o, magicamente, aumenteranno in quantità?);
2) non si sa con quale intensità varrà manipolato il «voto elettronico» (quello via internet: incontrollabile dall’esterno, basato su meccanismi tecnici dubbi e di fatto obbligatorio per molti dipendenti pubblici);
3) sappiamo che questa volta ai seggi fisici – quelli tradizionali – non ci saranno gli osservatori indipendenti.
Di conseguenza, io non sono nemmeno sicuro che qualcuno degli addetti ai lavori vorrà sprecare il tempo e le forze per il conteggio dei voti realmente espressi. Secondo me non è da escludere che alla fine si limitino a scrivere direttamente la percentuale voluta dal (sì: dal) candidato. [E proprio in questo senso le «elezioni» presidenziali russe si differenziano da quelle parlamentari: il partito «Russia Unita» putiniano non può perdere, ma i parlamentari vanno «tenuti in forma» con una certa dose di indecisione sui risultati finali delle elezioni per i vari partiti rimanenti.]
So solo che la propaganda statale russa cercherà di trasmettere le immagini di una grande partecipazione popolare alle elezioni di Putin: per tentare di far credere che il personaggio e la sua politica sono, appunto, sostenuti dalla maggioranza della popolazione. Molto probabilmente tenteranno anche di far passare per il sostegno a Putin pure le immagini della iniziativa della opposizione di presentarsi in massa davanti ai seggi il mezzogiorno del 17 marzo: quella iniziativa che secondo l’idea di Alexey Navalny e di alcuni altri oppositori dovrebbe mostrare – in assenza di altri metodi – la quantità delle persone contrarie alla politica putiniana (secondo me valida almeno in qualità di una terapia psicologica: in ogni lotta è importante non sentirsi soli).
In questi giorni avrò il modo di verificare almeno una parte delle mie considerazioni.
Il 12 marzo l’amministrazione di Joe Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari da 300 milioni di dollari per l’Ucraina. Tale pacchetto comprende:
– missili antiaerei Stinger;
– munizioni supplementari per i lanciarazzi multipli HIMARS;
– proiettili d’artiglieria da 105 mm e 155 mm, comprese munizioni ad alto esplosivo e munizioni a grappolo avanzate a doppio uso;
– sistemi anticarro AT-4;
– munizioni per armi leggere;
– munizioni per lo sgombero degli ostacoli, pezzi di ricambio e altre attrezzature di supporto.
Ma la cosa purtroppo più importante è che si tratta di un pacchetto sostanzialmente misero, quasi invisibile per l’esercito ucraino che sta combattendo con la stessa intensità di prima.
A questo punto devo constatare che le parole di Putin (pronunciate nella famosa intervista a Carlson) sul fatto che Biden sarebbe il presidente americano più comodo per la Russia putiniana non sono assolutamente uno scherzo o un tentativo di indurre gli americani di votare il candidato opposto (sapete quale). Intenzionalmente o no, ma ha detto la verità: un presidente americano che aiuta l’Ucraina con tale «forza» è effettivamente molto comodo allo Stato russo attuale.
La sera di ieri, il 12 marzo, Leonid Volkov – uno dei principali collaboratori di Alexey Navalny – è stato aggredito a martellate vicino alla sua abitazione a Vilnius.
Tra parentesi: (alcuni media occidentali definiscono Volkov il collaboratore principale di Navalny. Ebbene, i giornalisti di quei media non sono molto aggiornati: lo era fino ad almeno cinque o sei anni fa. Ma non importa: questo fatto non rende l’aggressione un fatto meno grave).
Il fatto interessante è che in una intervista rilasciata poche ore prima Leonid Volkov, rispondendo alla domanda su quali siano i rischi principali che vede ora per la squadra di Navalny, ha detto: «Il rischio principale ora è che saremo tutti uccisi. Beh, è una cosa abbastanza ovvia».
Lo capisce lui, lo capiscono gli altri, lo dovrebbero capire anche le autorità di diversi Stati…
Come al solito (o quasi), pure quest’anno mi sono dimenticato la data della cerimonia degli Oscar… Ma non è ancora troppo tardi per recuperare.
Non so se vedrò mai i pluripremiati «Oppenheimer» e «Killers of the Flower Moon»: di solito vedo i film il venerdì sera, dunque guardando uno di quei due rischio seriamente di addormentarmi più o meno a metà, dopo le prime cinque due ore. Però posso esprimermi, almeno brevemente, su alcuni altri film coinvolti nella premiazione di quest’anno.
«The Zone of Interest» (2 Oscar) è uno dei migliori film che ho visto negli ultimi anni. Avrei potuto scrivere solo della «banalità del male», ma aggiungo che il film aiuterà a ricordare che nessuno dei personaggi peggiori di questo mondo fa il male con l’intenzione ben formulata e compresa di fare il male: il problema sta nel fatto che vede il bene, il dovere, la giustizia, la bellezza e tante altre cose positive in un modo diverso dal nostro. Il film riesce a parlarne con la massima chiarezza senza ricorrere ad alcun tipo di «scene forti» (anche se Sandra Hüller in alcune scene esagera un po’). E, soprattutto, questo film non parla solo del passato, ma pure del presente.
«Anatomy of a Fall» (1 Oscar) è un film bello nel suo contenuto, ma esageratamente Continuare la lettura di questo post »
Ora sono pronto a comunicarvi la notizia della pubblicazione sul mio sito del traslitteratore dell’alfabeto bielorusso. Come sapete – o come potete facilmente immaginare – si tratta di uno strumento che converte con un click i caratteri cirillici bielorussi in caratteri latini. Nel caso specifico dello strumento proposto, la traslitterazione – o, se preferite, la romanizzazione – dell’alfabeto bielorusso può essere eseguita secondo qualsiasi dei 9 sistemi ufficiali esistenti.
Testatelo e pubblicizzatelo tra le persone alle quali potrebbe essere utile. E, ovviamente, scrivetemi dei difetti e degli errori trovati. Spero che lo strumento si riveli utile ad almeno una persona su questo pianeta.
Seguiranno gli annunci degli traslitteratori di altri alfabeti.
Le persone più interessate possono scrivermi di quale traslitteratore hanno bisogno.
Il pattugliatore russo «Sergey Kotov» del progetto 22160 è stato varato il 29 gennaio 2021. La notte tra il 4 e il 5 marzo 2024 è stato distrutto nel Mar Nero, vicino allo stretto di Kerch, dalla marina ucraina con droni marini Magura V5: è stato colpito a poppa, a dritta e a sinistra. Non mi capita spesso di vedere i video delle operazioni del genere sul mare, dunque salvo queste immagini:
Dal punto di vista militare l’Ucraina raggiunge i successi più visibili proprio sul mare. Potrebbero sembrare meno significativi rispetto ai successi che vorrebbe (e vorremmo) vedere arrivare sulla terra ferma, ma in realtà hanno una loro importanza: incidono sulla logistica militare russa.