Sul secondo mandato di Zelensky

Il media ucraino «Telegraf» scrive che Vladimir Zelensky ha già deciso di candidarsi per un secondo mandato presidenziale, mentre il suo ufficio sta «motivando» Valery Zaluzhny — che sembra essere più popolare tra gli elettori ucraini — offrendogli il primo posto nella lista del partito «Servo del Popolo» e il posto di Presidente nella Verkhovna Rada (Parlamento ucraino).
Non seguo la stampa ucraina (anzi, non la seguo quasi, non conosco nemmeno abbastanza la lingua), quindi all’inizio sono rimasto sorpreso da quanto ai media ucraini mancassero di argomenti per le pubblicazioni: alle elezioni, ovviamente, si dovrebbe pensare in anticipo, ma in Ucraina, per legge, il loro svolgimento dipende direttamente dalla fine delle ostilità (non si possono fare prima).
Poi mi sono reso conto che la mia sorpresa dovrebbe essere rivolta più al modo di citare la notizia che all’argomento stesso o alla posizione di Zelensky. Infatti, il compito principale di Zelensky è ora quello di continuare a essere percepito come un presidente pienamente funzionante (e che non si sta preparando a lasciare) con il quale continuare a parlare di sostegno alla Ucraina nella guerra contro l’aggressore come prima. Per quasi tre anni Zelensky ha svolto la propria funzione principale nel miglior modo possibile: ha tirato fuori gli aiuti dai rappresentanti dell’»Occidente«. Avrebbe potuto fare meglio, ma questo «meglio» non dipende da lui, bensì dai rappresentanti dell’"Occidente". E se tutti si mettono a correre a negoziare con il presunto successore, sarà l’Ucraina a perderci: finché il successore non assumerà il potere, gli aiuti arriveranno in volumi ancora più ridotti di adesso.
Potrei quindi suggerire che le intenzioni dichiarate di Zelensky di puntare a un secondo mandato non sono necessariamente legate ai suoi piani reali per il proprio futuro politico.


… per non cambiare niente

Ieri Mark Zuckerberg ha annunciato in un video-messaggio che la Meta Corporation abbandonerà i servizi di fact-checkers sulle proprie piattaforme (Facebook, Instagram e Threads). Secondo Zuckerberg, il sistema attuale ha «raggiunto un punto in cui ci sono troppi errori e censure». E ha aggiunto: «Semplificheremo le regole e riporteremo la libertà di espressione sulle nostre piattaforme», adottando le annotazioni degli utenti come il social network X di proprietà di Elon Musk. Inoltre, gli utenti potranno ancora segnalare i post che secondo loro violano le politiche della comunità. Questi reclami saranno presi in considerazione prima dei risultati della scansione automatica dei contenuti.
In sostanza, nonostante la gioia di Zuckerberg per la fine della politica imposta da Biden, nella politica di Facebook non cambierà un tubo: come prima, i vari servi delle varie propagande (quelle politiche e quelle sociali, quelle positive e quelle negative) potranno continuare a «segnalare» i post a loro sgraditi. Mentre i moderatori di Meta continueranno a bannare la gente o i loro singoli post senza fare lo sforzo di leggere e/o comprendere cosa sia stato realmente pubblicato. Da anni conosco questo fenomeno – diffusissimo – nel segmento «russo» del Facebook (dove si scrive tanto e seriamente di politica), ma a volte mi arriva qualche notizia anche sugli utenti che scrivono in altre lingue.
Mi resta solo ricordare le parole di Zuckerberg e osservare.


Buon Natale

Buon Natale a tutti coloro che lo festeggiano oggi. Speriamo che Egli eviti di mandare i propri rappresentanti terrestri ortodossi pure a casa vostra (e che li ritiri da dove si sono già intromessi).

Avete letto la Parola di un apateista. Nema.


Parliamo di qualcosa di sacro

Alla vigilia di Natale ortodosso pure io, un apateista eterno, mi sento in dovere di 1) essere più buono e 2) condividere con i miei lettori qualche notizia sacra.
Bene, ora ci provo.
Il 3 gennaio è passata una notizia in Russia:

Un’arca con una reliquia del santo ortodosso Ilya Muromets è stata consegnata ai militari della Buryatia nella zona della Operazione Militare Speciale. D’ora in poi, egli diventerà il patrono spirituale dei soldati che svolgono missioni di combattimento nell’area meridionale di Donetsk.
La cerimonia di consegna si è svolta in una delle chiese del campo militare. In onore dell’evento si è tenuto un servizio di preghiera in cui i presenti hanno potuto venerare le reliquie di San Ilya Muromets.

Ovviamente, tutti voi sanno che con l’espressione «Operazione Militare Speciale» lo Stato russo definisce la guerra invasiva in Ucraina. Ma non tutti sanno chi sia «stato» il personaggio mitologico Ilya Muromets.

Ebbene, egli è ritenuto il più grande (in tutti i sensi) dei leggendari bogatyri, antichi cavalieri erranti russi. In base alle relative leggende, avrebbe operato nella seconda metà del XII secolo. Uno dei dettagli più importanti della sua vita: fu a servizio del principe di Kiev, aiutò a difendere il Principato da nemici facendone fuori delle quantità leggendarie.
Cosa dite, sono riuscito nel mio compito natalizio? Ho portato qualcosa di positivo nelle vostre vite?


I fuochi d’artificio di Capodanno

Il primo video dell’anno riguarda una tematica tradizionale: i fuochi d’artificio di Capodanno 2025 delle varie città del mondo.

Meno male che qualcuno li sa fare.


La musica del sabato

La puntata precedente della mia rubrica musicale era dedicata a una canzone natalizia. Per logica — e, soprattutto, per la mia volontà personale — la puntata odierna deve invece essere dedicata a una canzone da Capodanno.
Conosco diverse canzoni più o meno interessanti che corrispondono al semplice principio appena formulato (e ne avevo già postata qualcuna negli anni passati), ma questa volta ho voluto postare due interpretazioni della «Bringing In A Brand New Year».
Inizio con la versione originale composta da Charles Brown (fa parte del suo album «Charles Brown Sings Christmas Songs» del 1961):

E poi aggiungo l’interpretazione di B. B. King, pubblicata nel 2001:

Bene, ora ho rispettato anche la festa invernale più importante per me ahahaha


La lettura del sabato

In qualità della prima «lettura del sabato» dell’anno proverei a segnalarvi qualcosa di più globale del solito, qualcosa che dipende un po’ meno dagli avvenimenti degli ultimi giorni e si concentra un po’ di più sulle tendenze.
L’articolo segnalato oggi è dedicato ai tentativi di Putin di uscire dall’isolamento internazionale, alle possibilità del suo successo su questa strada e a quello che dipenderà dalla sua fortuna nei suddetti tentativi. Si tratta anche di una buona descrizione della posizione corrente dello Stato russo sulla scena diplomatica internazionale.


Le notizie sul frigorifero

In questo periodo ancora prevalentemente festivo stanno succedendo talmente poche cose (i «piccoli» attentati negli USA sono quasi gli unici avvenimenti) che nemmeno i grandi tabloid «esperti» non sanno più cosa inventarsi per riempire le proprie pagine e mantenere vivo l’interesse dei propri lettori. Dunque scendono ancora più in basso, molto più in basso di quanto avremmo potuto immaginare…
Ecco, per esempio, il famosissimo The Sun: scrive che sarebbe stato tentato un avvelenamento di Bashar al-Assad in Russia, ma che l’ex Presidente siriano sarebbe stato, alla fine in qualche modo salvato (i dettagli non vengono specificati). In qualità della fonte The Sun cita come fonte «l’account online del General SVR, presumibilmente gestito da un’ex spia russa di alto livello».
Fortunatamente per The Sun, i lettori inglesi non sanno chi sia quel General SVR.
Sfortunatamente per The Sun, le «notizie» su esso pubblicate a volte finiscono pure sotto gli occhi dei russi, quindi delle persone che sanno benissimo chi è General SVR.
Ebbene, il canale telegram «General SVR» è di Valery Solovey, un politologo russo, teorico della cospirazione, «analista politico», «storico», pubblicista e attivista sociale. Da molti anni Solovey è famoso per l’invenzione quasi quotidiana dei segreti statali rivelati solo a lui (in realtà si tratta di voci poco fondate), delle notizie scandalistiche (sempre false) e delle previsioni politiche (mai realizzatesi) basate su quelle notizie. Per esempio, nell’autunno del 2023 aveva raccontato che Vladimir Putin sarebbe morto e conservato in un frigorifero fino al momento più adatto per la comunicazione della notizia ufficiale alla popolazione…
Ora mi stupisco per il fatto che The Sun non abbia scritto che quel frigo ha pure un regime di cura medica (presumo, contro il consumo eccessivo della vodka russa).


Il Capodanno in Ucraina

Tra le varie cose lette e viste ieri sui festeggiamenti del nuovo anno in giro per il mondo, non potevo naturalmente saltare i reportage sulla notte di Capodanno in Ucraina… Da tempo alcune persone residenti in diverse città ucraine mi dicono che da loro la guerra si percepisce – dal punto di vista della vita quotidiana – solo quando suonano le sirene per un ennesimo attacco aereo o va via la corrente elettrica. Per uno come me che sta al sicuro è difficile valutare, ma suppongo che spesso lo dicano anche per farsi un po’ di coraggio e/o per non mostrarsi arresi. Comunque sia, mi fanno una certa impressione certe immagini viste ieri.
Per le vie di Kiev, per esempio, si vedono gli alberi fatti di munizioni consumate:

E i «fuochi» utilizzati per Continuare la lettura di questo post »


1 gennaio

La data odierna è poco adatta alle pubblicazioni divertenti: quando ci svegliamo, dobbiamo pensare solo a riprenderci dal grande divertimento appena fatto (anche se in modo adeguato ai tempi che corrono). Quindi ripetiamo una grande verità…
Probabilmente non lo sapevate.
Oppure speravate che qualcuno fosse più fortunato di voi.
Ma, in ogni caso, non fa assolutamente male ripeterlo.
Ebbene, ho una notizia triste per voi: in tutto il mondo occidentale – e non solo per voi – il primo gennaio è una giornata inesistente.
La gente si sveglia di pomeriggio, si rende conto di non poter bere o mangiare, non sa di preciso cosa avesse fatto prima di essersi addormentata e cosa dovrebbe fare ora. Nel momento in cui le persone riacquistano una minima parte della capacità di intendere e volere, è già la sera.
Nel frattempo le vie delle città restano vuote, non succede alcunché in giro per il mondo.
In sostanza, sui libri scolastici si potrebbe tranquillamente scrivere che un anno normale ha 364 giorni. E ciò sarà vero.
In conclusione del post illuminante di oggi vorrei esprimere le mie più sincere condoglianze a tutti coloro che l’1 di gennaio sono costretti ad andare al lavoro. Nella prossima vita verrete premiati generosamente.

P.S.: oh, ma posso vedere il trailer del 2025?!