Donald Trump e Putin hanno parlato al telefono per ben un’ora e mezza e, pare, hanno concordato di iniziare a concordarsi avviare colloqui di pace sull’Ucraina. Si può scherzare ancora una volta sul fatto che non sembra un modo di finire la guerra in 24 ore, ma ormai non sarà più divertente. Si potrebbe far notare che una simile dichiarazione sul contenuto di una lunga (per due Capi di Stato è lunga) conversazione non significa alcunché e non contiene alcun impegno concreto, ma questo è ovvio per tutti.
Quello che è più interessante è che, secondo il portavoce presidenziale Peskov, Putin avrebbe invitato – durante la conversazione – Trump a Mosca. E secondo Trump lui e Putin avrebbero concordato di visitare gli Stati l’un dell’altro. Questo è il momento in cui si possono iniziare a fare scommesse e prepararsi a fare soldi a palate (sia come scommettitori che come allibratori). Putin avrà il coraggio di andare negli USA? E se lo farà, non gli accadrà nulla durante il viaggio? E Trump avrà la follia e l’indipendenza dalle opinioni dei suoi consiglieri per andare in Russia?
Scommetterei un miliardo di euro sulla risposta negativa a ognuna delle domande. Ma gli allibratori non devono preoccuparsi per i loro capitali: io non interessato ai giochi d’azzardo, ahahaha…
L’archivio del 2025 год
Nella intervista a The Guardian Vladimir Zelensky ha dichiarato che nel corso dei colloqui di pace con la Russia intende proporre di scambiare parte della regione russa di Kursk controllata dall’esercito ucraino con parte del territorio ucraino annesso dalla Russia.
Non so in cambio di cosa intende ottenere il resto dei territori ucraini occupati (dice che per lui sono tutti ugualmente importanti), ma ora non importa.
Anche se ipotizziamo che si arrivi a un punto delle trattative adatto a una proposta del genere, la cosa importante da capire è che Putin non accetterà. Non lo farà per almeno due motivi. In primo luogo, non mi sembra che sia interessato a raggiungere la pace: mentre è in corso la guerra, lui si sente completamente libero di fare qualsiasi cosa in Russia. Si sentiva liberissimo anche prima, ma la guerra gli permette di non inventare scuse: tutto può essere spiegato con le necessità e le difficoltà dei tempi bellici, «la Patria in pericolo» etc.
In secondo luogo, secondo la propaganda statale russa, sul territorio russo non sta succedendo alcunché di particolare: non si combatte, non c’è il «cattivo esercito nemico». Mentre lo scambio con il territorio ucraino annesso è, in sostanza, l’alterazione di un territorio già inserito nella «Costituzione» putiniana e largamente pubblicizzato come russo. Bisognerà inventare qualche scusa molto fantasiosa. In venticinque anni i collaboratori di Putin si sono allenati bene a inventare le scuse, ma perché fare uno sforzo in più?
E poi, infine, non so se Putin veda realmente come un problema la perdita di un piccolo territorio tradizionale russo.
Di conseguenza, a Vladimir Zelensky conviene continuare a pensare…
Le vendite di Tesla calano nel gennaio 2025 rispetto al gennaio del 2024. Gli esperti ritengono che questo fenomeno sia influenzato soprattutto dalle dichiarazioni politiche di Musk.
Dopo la visione di questo grafico mi è venuto un piccolo dubbio (oppure è una speranza?). Ho letto e sentito le voci un po’ contraddittorie sul livello di soddisfazione di Donald Trump dell’attivismo politico di Elon Musk: anche in base a quelle voci (ma pure per la semplice comprensione dei caratteri dei due personaggi) dovrebbe essere evidente che prima o poi litigheranno. Il primo si deluderà per un reale grado di libertà troppo basso rispetto alle energie spese e le illusioni fatte, il secondo sarà sempre più geloso per l’attenzione data allo sponsor rumoroso.
Ma i miei dubbi – e le mie speranze – non sono legati ai rapporti di Elon Musk e Donald Trump. Sono invece legati alla possibile reazione di tutte quelle persone che per lavoro vedono i grafici come quello riportato sopra. Gli azionisti, investitori e tutti gli altri che potrebbero far notare a Musk che l’azienda si sta trovando alle nuove difficoltà. Non so se riusciranno a farlo calmare (almeno in breve), ma sicuramente tenteranno di farlo.
Ovviamente, Trump farà tanti danni anche senza l’aiuto di Musk. Ma io preferisco concentrarmi su quest’ultimo: sarebbe bello che continuasse a dedicarsi allo sviluppo di alcune sue interessanti e utili aziende invece che alla politica.
Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 39) è dedicato al modo di impostare con il solo CSS una altezza sempre uguale del content e del sidebar. A differenza di un vecchio paragrafo di Inerario sullo stesso argomento, quello di oggi si concentra sulla situazione nella quale il sidebar si trova a destra (invece che a sinistra).
Il paragrafo è stato pensato prevalentemente per gli sviluppatori front end (e, ancora più specificatamente, per quegli sviluppatori che amano le soluzioni robuste e minimaliste allo stesso tempo). Avevo promesso di scriverlo moltissimo tempo fa: finalmente l’ho fatto!
https://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo39/
Il Presidente degli USA Donald Trump ha dichiarato in un’intervista al New York Post, pubblicata l’8 febbraio, di aver parlato al telefono con il Presidente russo Vladimir Putin per cercare di negoziare la fine della guerra tra Russia e Ucraina. Alla domanda sulla durata della suddetta conversazione telefonica Trump ha risposto: «Preferisco tacere».
Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov, da parte sua, il 9 febbraio ha dichiarato alla agenzia russa Interfax di non poter «né confermare né smentire» le informazioni sulla telefonata tra Putin e Trump: «Mentre l’amministrazione di Washington svolge il suo lavoro, ci sono molte comunicazioni diverse, e queste comunicazioni sono condotte attraverso diversi canali, e, naturalmente, in mezzo alla molteplicità di queste comunicazioni, io personalmente potrei non sapere qualcosa, potrei non essere a conoscenza di qualcosa. Pertanto, in questo caso non posso né confermare né smentire».
Il portavoce di Putin può non sapere una cosa del genere? Chi ci crede alzi il mouse (o il telefono) e si autodefinisca in una parola. O in due…
Io, da parte mia, posso solo dire che in teoria tutto è possibile, nulla può essere escluso. In generale, non vedo nulla di improbabile o addirittura sorprendente nel fatto che Trump sia in grado semplicemente di inventare le proprie conversazioni con Putin. Allo stesso modo, è capace di inventare l’esistenza sia dei negoziati che dell’accordo per la fine della guerra. Può dire che i negoziati si sono svolti molto tempo fa, che l’accordo è stato firmato con successo e che «preferisce tacere sul resto». E Peskov può continuare a commentare dicendo che non può né confermare né smentire. E sulla televisione statale russa i politologi e deputati (pro-Cremlino perché gli altri non sono in circolazione libera) inventeranno e analizzeranno le clausole di questo accordo immaginario e le posizioni dei due Capi di Stato. E il fatto che la guerra continui sarà spiegato con il comportamento delle persone cattive che stanno infrangendo un accordo così bello.
Dopodiché Trump si dedicherà ad altre cose per lui ben più importanti: comprare e annettere l’Australia agli USA e rinominare l’Oceano Indiano in Oceano Indigeno.
Non penso che sia il momento migliore per realizzare dei film apparentemente (apparentemente perché non l’ho ancor visto) cretini su un personaggio realmente pericoloso, ma non posso mica comandare tutti…
Ma almeno dal trailer sembra capire che gli autori vedono il personaggio come un piccolo uomo sfigato che si vuole vendicare con il mondo per le proprie sfortune precedentemente subite: effettivamente, può essere così anche nella vita reale.
Così, senza un motivo e senza una inutile introduzione, oggi posto due esempi di Chet Atkins «televisivo».
Inizio con il brano «The Entertainer» registrato nel 1975:
Il secondo brano «Mr. Sandman» di oggi è registrato nel 1954:
Bonus sociologico: è curioso osservare come si reagiva (o si riteneva necessario reagire) alla musica decenni fa.
L’articolo che segnalo questo sabato è dedicato non alla guerra, ma a un argomento di importanza simile per il nostro mondo. È il breve testo politologico (posso definirlo politologico?) dello storico Timothy Snyder sul tentato «colpo di stato digitale» negli USA.
Ovviamente ogni lettore può e deve valutare se, effettivamente, tale colpo viene tentato o condotto con successo, se ha luogo o meno etc. Ma il testo è comunque in un certo senso interessante.
L’inviato speciale per l’Ucraina e la Russia Keith Kellogg ha smentito le voci diffuse da certi media e ha dichiarato che non presenterà il piano di Donald Trump per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina la prossima settimana alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Secondo Kellogg, il piano sarà presentato dallo stesso Trump: «Lo aiuteremo a prepararsi, ma non succederà la prossima settimana».
E ora traduciamo le parole di Keith Kellogg dal diplomatico statunitense all’umano quotidiano: Donald Trump non ha un piano sulla fune della guerra e non immagina nemmeno in cosa possa consistere un piano del genere.
Probabilmente, pure Trump capisce (o intuisce) che la guerra non può finire in seguito alla firma di un ordine esecutivo del Presidente degli USA: bisogna fare qualcosa di concreto e ben pianificato. Mentre Trump non sa (o non ha voglia) fare le cose del genere e non pensava (?) di doverlo fare nel corso dei prossimi quattro anni (ricordiamoci che in ogni scherzo che una buona dose di verità).
Di conseguenza, dobbiamo or esprime le nostre condoglianze ai collaboratori di Trump che improvvisamente si sono trovati di fronte a un nuovo problema: devono inventarsi un piano che deve piacere sia al loro capo che a diverse altre persone…
All’inizio del 1975 due amici universitari – Bill Gates e Paul Allen – lessero sulla rivista «Popular Electronics» (il numero del 1° gennaio 1975) un articolo dedicato al nuovo personal computer Altair 8800 e svilupparono un interprete del linguaggio Basic per quest’ultimo. Un mese dopo, il 1° febbraio, i due firmarono un accordo di licenza con la Micro Instrumentation and Telemetry Systems (MITS), il produttore dell’Altair 8800, per l’utilizzo del Basic come parte del software dell’Altair.
Essendo a questo punto diventati imprenditori, Bill e Paul pensarono di chiamare la propria azienda «Allen & Gates», ma poi ritennero che un nome del genere fosse più appropriato per uno studio legale: così Paul propose MicroSoft, un nome derivante dalle parole microcomputer e software. Di conseguenza, possiamo dire che cinquant’anni fa nacque una delle aziende più famose al mondo.
Nell’occasione dell’importante anniversario, non vi chiedo quale sistema operativo utilizzate (lo vedo già dalle statistiche del mio sito) o preferite (lo chiederò in una occasione diversa). Vi faccio, invece, una domanda molto meno studiata ma altrettanto interessante:
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Come potete ben immaginare, i risultati del presente sondaggio non si limitano a mostrare solo le tendenze nel solo ambito informatico.
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.