Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha risposto alle critiche secondo le quali la Russia non avrebbe fatto abbastanza per sostenere l’Iran:
«La Russia ha effettivamente sostenuto l’Iran con la sua chiara posizione che è stata presa».
Mi chiedo come lo Sato russo avrebbe potuto sostenere l’Iran?
Inviando truppe di cui non dispone nemmeno per una guerra che è in corso già da tempo? E cosa avrebbero fatto lì le truppe contro i missili in arrivo? E come avrebbero fatto a raggiungere l’Iran in modo rapido e inosservato?
Inviando le armi che la Russia stessa acquista dall’Iran? O quelle scarseggianti che non è chiaro dove reperire e come consegnare in modo sicuro?
Oppure avviando una attività diplomatica, che non avrebbe potuto non contenere delle maledizioni contro quel Trump che ha inviato i bombardieri? Questa opzione è ancora più brutta e più pericolosa delle prime due.
Ma Putin è stato ancora una volta molto fortunato: tutto sembra essere temporaneamente finito, e non ha dovuto sostenere o meno uno dei suoi pochi fornitori di armi. Così Peskov può ora pronunciare senza timore qualsiasi tipo di stronzata sull’argomento in questione.
L’archivio del 2025 год
Intanto, ieri il Comitato Investigativo della Russia (un Ente della Procura) ha dichiarato di aver completato le indagini sul caso penale dell’attacco terroristico del 22 marzo 2024 alla sala concerti moscovita Crocus City Hall. Il caso è stato inviato all’ufficio del procuratore per essere sottoposto al tribunale.
Secondo la versione dell’inchiesta, l’atto terroristico «è stato pianificato e commesso nell’interesse della leadership ucraina per destabilizzare la situazione politica» in Russia.
No, non è una barzelletta: anche perché ormai non penso che a qualcuno possano far ridere le infinite stronzate sparate dai rappresentanti ufficiali dello Stato Russo. La notizia è, invece, uno stimolo per tentare di osservare chi, in che modo e in quali sedi tenterà di venderla per veritiera in Occidente. Sarà una delle numerosi informazioni utili su certi personaggi…
Una notizia che rischia – ingiustamente – di perdersi in mezzo a quelle globali: l’altro ieri in Bielorussia sono stati rilasciati 14 prigionieri politici, tra i quali anche l’attivista della opposizione Sergei Tikhanovsky, marito della ex candidata alle presidenziali 2020 Svetlana Tikhanovskaya.
È successo non perché Lukashenko è improvvisamente è diventato più buono, ma solo perché lo ha chiesto Keith Kellogg (l’inviato speciale di Trump) in visita a Minsk.
Certi personaggi non cambiano.
In questo caso non intendevo Trump e la sua squadra.
Per puro caso ho visto il video che ora riporto in questo post. Sul sito dove era stato postato, non era accompagnato da alcun dettaglio sul personaggio… Ma già dai primi secondi mi era sembrato un attore «altamente specializzato».
E poi ho scoperto che effettivamente lo è: Facebook + Instagram.
Quest’anno l’inizio formale dell’estate capita di sabato: potrebbe tale coincidenza per nulla importante o interessante essere sfruttata almeno in un modo sensato? Per esempio, anche questa volta potrebbe essere utilizzata come pretesto formale per postare nella mia rubrica musicale del sabato la parte estiva di qualche ciclo «Quattro stagioni».
Diversi compositori hanno prodotto un proprio ciclo di composizioni con quel nome, ma io devo ancora finire di postare quello di Ástor Piazzolla: mi manca solo una parte, proprio la «Otoño Porteño» (composta nel 1969). Che coincidenza… ehm…
Come nelle occasioni precedenti dei nostri incontri con Piazzolla, inizio con l’interpretazione della composizione scelta registrata dal compositore stesso:
E poi aggiungo l’interpretazione della Royal Concertgebouw Orchestra registrata nel 2014:
L’orchestra del secondo video, in particolare, ci era già capitata per la parte autunnale del ciclo, ma spero che non sia un problema!
In alcuni momenti della nuova fase della vecchissima guerra si potrebbe quasi dubitare se tra un po’ a qualcuno servirà ancora il petrolio…
Ma proviamo a rimanere ottimisti almeno su questo aspetto e proviamo a seguire come e perché cambiano i prezzi di quella risorsa in seguito agli ultimi avvenimenti.
Almeno proviamo a distrarci un po’.
Di quale «accordo» parla in questa fase storica è un grandissimo mistero (con chi? su cosa? con quali speranze realistiche?), quindi non perdiamo tempo con le fantasie inutili. L’unica cosa da constatare è che «due settimane» è l’unico principio fisso nella sua testa:
Ah, e poi: qualcuno non si è ancora accorto che la «grande potenza» / «poliziotto del mondo» si è ritirato da mesi in pensione e il mondo è abbandonato a sé stesso?
Il Canada ha imposto sanzioni contro 70 persone fisiche e giuridiche legate alla Russia e ha definito tale misura «il più importante pacchetto di sanzioni contro la Russia dall’inizio dell’invasione della Ucraina».
Quali sono le persone che hanno reso questo pacchetto così importante? Per esempio, Lyudmila Putina (la ex moglie di Putin) e il suo nuovo marito Arthur Ocheretny, il nipote di Putin Mikhail Shelomov, il direttore d’orchestra Valery Gergiev, l’ex alto funzionario economico Anatoly Chubais, l’ex ministro degli Esteri austriaco Karin Kneissl che vive in Russia, l’ex direttore di «North Stream-2» Matthias Warnig, la figlia di Boris Yeltsin Tatiana Yumasheva e il suo marito Valentin Yumashev.
È abbastanza sorprendente quali persone sono state scelte dal Canada per sanzionare la promozione della guerra. Posso anche capire Gergiev, Kneissl o Warnig, che dopo l’inizio della guerra si sono schierati dalla parte della propaganda della politica di Putin. I Yumashev sono stati tra coloro che hanno portato Putin al potere, ma si trattava di un male di vecchissima data. Chubais ha lasciato la Russia all’inizio della guerra, non si sa bene dove si trova e cosa fa nella vita (non ho sentito parlare della sua attività politica).
In generale, ho la sensazione che il Canada abbia improvvisamente deciso di competere con l’UE nell’inutilità delle sanzioni. Na non so perché.
Voglio dire, capisco che sia necessario creare l’apparenza di un’attività. Ma continuo a non capire il perché.
L’agenzia Reuters scrive che l’amministrazione del Presidente Trump ha di fatto sciolto il gruppo di lavoro interagenzie istituito (a marzo 2025) per sviluppare una strategia di pressione sullo Stato russo per porre fine alla guerra in Ucraina. Già a maggio, il gruppo di lavoro avrebbe «perso forza» quando ai suoi partecipanti è diventato chiaro che Trump non era interessato a una posizione conflittuale nei confronti di Mosca. «Il colpo finale» al gruppo di lavoro è stata la decisione di Trump di tagliare lo staff del Consiglio di Sicurezza Nazionale, che comprendeva il team direttamente coinvolto nella guerra Russia-Ucraina.
Non ho l’intenzione di inventare delle scuse (nemmeno quelle negative) per Trump, quindi non dico che lo abbia fatto apposta. Osservandolo, suppongo che, come al solito, non è stato capace di collegare nella propria mente due eventi: la riduzione del personale e il blocco del lavoro del gruppo. O, più semplicemente ancora, non si ricorda cosa ha fatto o detto anche pochi giorni fa.
Ormai, non è una caratteristica che può essere corretta con l’età…
Insomma, è andata come sospettavo (e non era proprio difficile indovinare) fin dall’inizio. Come hanno dimostrato le analisi di investigatori ed esperti, durante lo scambio di corpi di militari uccisi svoltosi secondo gli accordi di Istanbul, la Russia ha consegnato alla Ucraina, tra gli altri, i corpi di soldati russi.
In cosa speravano quegli idioti che hanno «restituito» i primi corpi raccolti a caso o che pensavano di poter superare l’attenzione della parte ucraina? Che dopo più di tre anni di guerra qualcuno avrebbe creduto alla loro «parola d’onore»? E che non farà alcun controllo? O che gli ucraini non saranno in grado di controllare?
In generale, i miei sospetti confermati sono un’altra «bella» illustrazione del famoso Z-slogan «Noi non abbandoniamo i nostri». Mi dispiace che quasi nessuno tra la popolazione russa se ne accorga.