Le autorità francesi, sostenendo l’idea di concedere all’Ucraina un credito di riparazione, si oppongono allo schema che prevede l’utilizzo dei beni russi depositati nelle banche commerciali. E, di conseguenza, si rifiutano di rivelare i nomi delle banche francesi in cui sono depositati 18 miliardi di euro appartenenti al governo russo.
Allo stesso tempo, da quanto ho letto e sentito, sembra che ci sia una certa pressione sulla Belgio, dove sono depositati complessivamente 192 miliardi di euro (la maggior parte dei quali presso il depositario Euroclear). Questo perché c’è l’idea di utilizzare per il credito il denaro della Banca Centrale della Federazione Russa «proveniente» da Euroclear. Le autorità belghe si oppongono all’utilizzo degli stessi beni, poiché temono, logicamente, che se le sanzioni contro la Russia venissero revocate e questa richiedesse la restituzione dei propri beni, il Belgio dovrebbe restituirli attingendo alle proprie risorse (oltre a perdere la fiducia della comunità internazionale).
Tutta questa storia significa solo una cosa: molti politici responsabili vogliono aiutare l’Ucraina, ma non riescono a mettersi d’accordo su chi pagherà per questo aiuto. Tutti vogliono che sia qualcun altro a pagare: se non gli Stati Uniti, allora qualcun altro.
Con questo atteggiamento, possono incontrarsi e discutere all’infinito. E questo mi rattrista molto.
L’archivio del 9 Dicembre 2025
09/12/2025 alle 13:25



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