I media lettoni riportano: il Servizio di sicurezza dello Stato lettone ha avviato un’indagine contro il deputato del Seimas (Parlamento) Aleksejs Roslikovs, sospettato di incitare alla discordia e all’odio nazionale e di aiutare lo Stato aggressore Russia nelle azioni contro la Lettonia. Il 5 giugno, Roslikovs ha criticato la «Dichiarazione sull’eliminazione delle conseguenze della russificazione» durante una sessione del Seimas e ha dichiarato: «Siamo in maggioranza e il russo è la nostra lingua».
Certo, il personaggio ha scelto un momento storico molto appropriato per i discorsi del genere: è un uomo di grande intelligenza… Anche se è chiaro che non ha molta scelta: siede nel Parlamento solo grazie alla retorica populista pensata per i suoi elettori locali di lingua russa. Ma io, per esempio, avrei preferito perdere mandato (o qualsiasi altro lavoro) pur di non dover fare o dire alcune cose.
Allo stesso tempo, se non fosse per la lotta piuttosto maldestra contro la russificazione sovietica in alcune ex repubbliche sovietiche, ci sarebbero molti meno persone di lingua russa nostalgici dell’impero sovietico. Non sarebbero evaporati, ma semplicemente si sarebbero assimilati molto più facilmente, non avrebbero avuto rivendicazioni, non si sarebbero sentiti ospiti nella loro casa di fatto e non starebbero lottando ora per la restaurazione di qualcosa di «grande e grandissimo».
Ci vuole ancora più attenzione di prime per entrambe le parti.
L’archivio del 10 Giugno 2025
10/06/2025 alle 13:25