L’archivio del 28 Dicembre 2024

La musica del sabato

La canzone di Mariah Carey «All I Want for Christmas is You», pubblicata per la prima volta il 1° novembre 1994, è una di quelle canzoni che è impossibile non conoscere anche per le persone totalmente indifferenti – come me – alla cantante che l’aveva interpretata per prima. È una di quelle canzoni con le quali ci torturano per almeno un mese ogni inverno (assieme a «Last Christmas» e «Jingle Bells» è uno degli strumenti di tortura sonora più utilizzati) in quasi tutti i luoghi pubblici. In trent’anni di storia la canzone ha prodotto circa cento milioni di dollari di guadagni derivanti dai diritti d’autore, ha venduto decine di milioni di copie… Insomma, per riuscire a condurre una vita economicamente decente – e, magari, rimanere pure famosa – a Mariah Carey sarebbe molto probabilmente stato sufficiente pubblicare solo questa canzone e non fare più un tubo per il resto dei suoi giorni.

Nel 2022 l’autore delle canzoni Andy Stone si è svegliato – 28 anni dopo l’uscita della canzone cantata da Mariah Carey – e ha intentato una causa per violazione dei diritti d’autore presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale della Louisiana. Secondo la posizione di Stone, nel 1989 il suo gruppo Vince Vance and the Valiants aveva registrato una canzone con lo stesso titolo, che era stata trasmessa alla radio nel 1993; nello stesso periodo per quella canzone era stato realizzato un video musicale. Eccolo:

Sebbene le due canzoni suonino in modo diverso, Stone aveva chiesto 20 milioni di dollari di danni per l’utilizzo, senza il suo consenso, del nome della canzone da lui inventato. Poco dopo Stone aveva ritirato la causa… Ma il 1° novembre 2023 ha fatto nuovamente causa.
Io ho dei dubbi circa la ragionevolezza giuridica della battaglia di Andy Stone, ma umanamente lo capisco facilmente (il che non significa che mi sarei comportato allo stesso suo modo).


Il 2024 sta per finire, dunque è giunto il momento di aggiornare alcune statistiche.
Per esempio: nel corso di quest’anno è raddoppiato il numero dei processi ai militari russi che si sono rifiutati di prestare il servizio. È logico presumere che l’aumento dei processi sia dovuto anche all’aumento dei «delitti»…
L’articolo che vi segnalo sull’argomento è talmente breve che non ha alcun senso tentare di riassumerlo: semplicemente, va letto.