Di cosa si potrebbe parlare nell’ultimo post dell’anno? In realtà, si potrebbe parlare di qualsiasi cosa. Ma si può anche cedere alla moda e scrivere qualcosa di riassuntivo sull’intero 2024 – molto ricco di eventi, di notizie di vario genere – che ci sta (per fortuna) lasciando.
Nel corso di quest’anno di quest’anno – come nei due anni precedenti – avevo ovviamente scritto soprattutto della guerra in Ucraina. Di conseguenza, trovo naturale provare a presentare una specie di bilancio del 2024 di guerra per il territorio ucraino: «fortunatamente» lo posso fare attraverso una apposita raccolta di fotografie che i giornalisti veri hanno creato per tutti noi.
A questo punto l’augurio per il prossimo anno 2025 mi sembra ovvio: auguro a tutti noi un elenco di notizie più breve e meno tragico!
Non penso che un tale augurio sia molto realistico, ma a Capodanno è consuetudine sperare nei miracoli.
L’archivio del Dicembre 2024
Ieri Putin ha avuto la seconda conversazione telefonica (quindi per il secondo giorno consecutivo) con il Presidente azero Ilham Aliyev, durante la quale i due hanno continuato a discutere di varie questioni legate all’ «incidente» aereo della Azerbaijan Airlines ad Aktau. La conversazione è avvenuta dopo l’intervista rilasciata da Ilham Aliyev alla televisione azera: in essa Aliyev ha affermato che nei primi giorni dopo il disastro l’Azerbaigian «non ha sentito dalla Russia altro che versioni deliranti». Ha inoltre chiesto che Mosca ammetta la propria colpa nell’incidente dell’aereo, punisca i responsabili e paghi un risarcimento ai parenti delle vittime.
Per ora in tutti questi sviluppi diplomatici della storia mi interessa maggiormente il fatto che Putin 1) ha chiesto scusa a qualcuno (in questo caso ad Aliyev); 2) ha fatto ben due telefonate (e chissà quante altre ne farà ancora, se non già fatto); 3) ha fatto lo sforzo di inventarsi delle giustificazioni. Si ha quasi l’impressione che stia strisciando davanti al trono di un tipo potente – a livello locale ovviamente – che ritiene molto utile, quasi indispensabile per la propria sopravvivenza.
Certo, so che Aliyev è politicamente vicino alla «alleata» Turchia (che è forte), che è anche un «amico politico» di Putin nella regione e che ha un suo ruolo nell’import clandestino delle tecnologie (utili anche per la guerra) in Russia. Ma non pensavo che la paura di perdere un amico così utile fosse tanto forte.
Boh, vedremo.
Non mi stupisce il fatto che l’esercito russo non sia in grado di distinguere un aereo civile da un drone: ce lo insegna la storia pluridecennale.
Non mi stupisce nemmeno il fatto che Kadyrov e/o Putin (alla fine sicuramente entrambi) hanno deciso di fare in modo che quell’aereo azero cada in mare: «così tutti pensano che sia stato un incidente e sicuramente non si chiedono perché è volava sopra il mare».
Però mi dispiace un po’ per il fatto che in pochi fanno i dovuti complimenti ai piloti che sono riusciti a portare un aereo gravemente danneggiato in un posto sicuro: in un posto dove poteva salvarsi almeno qualcuno (e, in effetti, in molti si sono salvati).
E poi niente, per ora non voglio aggiungere altro. Procedo a salvare il video di quell’incidente:
Speravo di concludere l’anno con un video più allegro, ma ho ancora tempo…
La canzone di Mariah Carey «All I Want for Christmas is You», pubblicata per la prima volta il 1° novembre 1994, è una di quelle canzoni che è impossibile non conoscere anche per le persone totalmente indifferenti – come me – alla cantante che l’aveva interpretata per prima. È una di quelle canzoni con le quali ci torturano per almeno un mese ogni inverno (assieme a «Last Christmas» e «Jingle Bells» è uno degli strumenti di tortura sonora più utilizzati) in quasi tutti i luoghi pubblici. In trent’anni di storia la canzone ha prodotto circa cento milioni di dollari di guadagni derivanti dai diritti d’autore, ha venduto decine di milioni di copie… Insomma, per riuscire a condurre una vita economicamente decente – e, magari, rimanere pure famosa – a Mariah Carey sarebbe molto probabilmente stato sufficiente pubblicare solo questa canzone e non fare più un tubo per il resto dei suoi giorni.
Nel 2022 l’autore delle canzoni Andy Stone si è svegliato – 28 anni dopo l’uscita della canzone cantata da Mariah Carey – e ha intentato una causa per violazione dei diritti d’autore presso la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale della Louisiana. Secondo la posizione di Stone, nel 1989 il suo gruppo Vince Vance and the Valiants aveva registrato una canzone con lo stesso titolo, che era stata trasmessa alla radio nel 1993; nello stesso periodo per quella canzone era stato realizzato un video musicale. Eccolo:
Sebbene le due canzoni suonino in modo diverso, Stone aveva chiesto 20 milioni di dollari di danni per l’utilizzo, senza il suo consenso, del nome della canzone da lui inventato. Poco dopo Stone aveva ritirato la causa… Ma il 1° novembre 2023 ha fatto nuovamente causa.
Io ho dei dubbi circa la ragionevolezza giuridica della battaglia di Andy Stone, ma umanamente lo capisco facilmente (il che non significa che mi sarei comportato allo stesso suo modo).
Il 2024 sta per finire, dunque è giunto il momento di aggiornare alcune statistiche.
Per esempio: nel corso di quest’anno è raddoppiato il numero dei processi ai militari russi che si sono rifiutati di prestare il servizio. È logico presumere che l’aumento dei processi sia dovuto anche all’aumento dei «delitti»…
L’articolo che vi segnalo sull’argomento è talmente breve che non ha alcun senso tentare di riassumerlo: semplicemente, va letto.
La maggioranza schiacciante dei miei lettori italiani non ha dei motivi di saperlo, ma il fatto è che l’Apple rimuove costantemente le app dei media anti-putiniani russi e i servizi VPN dall’App Store su richiesta delle autorità russe. Lo fa e spiega tale comportamento con la necessità di rispettare le leggi locali e con il desiderio di continuare a fornire i propri servizi nel Paese. Il 24 dicembre, in una risposta ufficiale a una richiesta di «Reporter senza frontiere» i rappresentanti della Apple hanno dichiarato che le loro azioni sono dovute sia a restrizioni legali sia all’obiettivo di «sostenere i principi democratici».
«Il mancato rispetto della legge potrebbe comportare l’impossibilità per Apple di supportare l’App Store o di distribuire contenuti in questo Paese. Il Governo statunitense incoraggia le aziende a sostenere la disponibilità di servizi di comunicazione per la popolazione russa, ritenendo che la disponibilità di questi servizi sia necessaria per sostenere i principi democratici».
Inoltre, hanno anche respinto le accuse di rimozione costante delle applicazioni VPN.
Perché vi racconto di questa storia apparentemente locale? Lo faccio prevalentemente per due motivi.
In primo luogo, grazie alla Apple ho scoperto una nuova espressione con la quale tutti possono mascherare la frase «voglio più soldi». Da oggi, chiunque può andare dal proprio cliente, dal proprio capo o dalla propria banca e dire: «voglio sostenere maggiormente i principi democratici». La controparte, se aggiornata, dovrebbe capire correttamente.
In secondo luogo, ho scoperto che i principi democratici possono essere sostenuti ostacolando la diffusione della informazione sgradita al regime di un dittatore (che pure un pazzo criminale).
Potrebbero sembrare – a prima vista – due scoperte molto ingenue, ma mica ho scritto che le grosse aziende dovrebbero imparare a pensare non solo ai soldi!
Boh…
P.S.: tutto questo non significa che non mi piacciono i prodotti tecnologici della Apple e/o che voglio spaccare il mio iPhone.
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita al villaggio San Giorgio (in Val Codera) del 14 agosto 2024.
Nell’articolo si parla brevemente anche del sentiero che permette di raggiungere più velocemente il villaggio, ma la porzione principale delle foto e dei testi si riferisce proprio a San Giorgio: la località che mi è sembrata la più bella di tutta la Val Codera. Se si trovasse a una quota più elevata, avrei addirittura pensato di inserirla nella mia lista dei luoghi ideali per vivere.
Buon Natale a tutti coloro che ci credono.
Tanti regali a tutti coloro che non ci credono ma approfittano comunque delle utili tradizioni.
Ma, comunque sia la vostra categoria di appartenenza, siate buoni e lasciate dei pasti natalizi anche ai più buoni ma meno fortunati: per esempio, a chi ha passato tutta la notte in compagnia di sole renne…
Le renne, i vestiti rossi e il sacco possono avere le forme diverse, innumerevoli.
Nel proprio tradizionale discorso serale alla nazione il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha dichiarato che più di tremila soldati della Corea del Nord – che combattono al fianco dell’esercito russo – sono già stati uccisi o feriti nel corso delle operazioni militari nella regione di Kursk:
La Russia si sta semplicemente sbarazzando di loro durante gli assalti. Perché i coreani dovrebbero combattere per Putin, nessuna persona normale sulla terra risponderebbe. E, purtroppo, il mondo non sta facendo quasi nulla per contrastare la collaborazione criminale tra Russia e Corea del Nord. Anche se è una minaccia per ogni Stato: accanto alla penisola coreana, alla Cina, ad altri Stati della nostra regione e in qualsiasi altra parte del mondo.
Ci sono solo due considerazioni da aggiungere a queste parole. In primo luogo, nessun nordcoreano chiederebbe il perché. In secondo luogo, nessuno dei due sovrani – quello russo e quello nordcoreano – si sentirebbe tenuto a rispondere. Di conseguenza, i politici occidentali che pensano di poter risolvere il problema della guerra in 24 ore o in qualsiasi altro periodo di tempo più o meno ristretto, devono ricordarsi che sono solo loro a poter esercitare la pressione sul nemico.
Lo dico perché ho la sensazione che, stranamente, non tutti lo hanno ancora capito…
Ieri, il 22 dicembre, il primo ministro slovacco Robert Fitzo è arrivato a Mosca per incontrarsi, nella serata, con Vladimir Putin. In questo modo Fitzo è diventato il terzo leader di uno Stato-membro dell’UE a visitare Mosca dopo l’inizio della grande guerra russo-ucraina: prima di lui lo hanno fatto i primi ministri dell’Ungheria Viktor Orban e dell’Austria Karl Nehammer.
A differenza degli ultimi due menzionati, però, Fitzo non ci è andato per convinzione personale politica o per parlare di qualche problema potenzialmente risolvibile – magari a costi un po’ più alti rispetto al normale – anche senza una continuazione di rapporti con Putin. Ci è andato perché la Slovacchia è uno dei pochi Stati che continua ad acquistare gas russo fisicamente, tecnicamente non avendo altri fonti di fornitura. Il transito del gas destinato alla Slovacchia passa attraverso il territorio ucraino (via un gasdotto che ha continuato a funzionare, senza essere mai danneggiato, anche durante questi anni di guerra) e Kiev ha già detto che sarà interrotto il 31 dicembre, quando scadrà l’attuale contratto con la Russia.
A questo punto provate a ricordarvi: avete letto o sentito dei tentativi (in generale, non solo quelli seri) della Unione Europea di risolvere questo problema della Slovacchia (uno Stato-membro come tutti gli altri) e non costringere un qualsiasi suo Governo ai contatti con Putin?
Poi c’è chi si lamenta (o si stupisce) dell’antieuropeismo di certe persone e dell’opportunismo di certi Governi. Boh…