Il consigliere del capo dell’ufficio del presidente ucraino Serhiy Leshchenko ha dichiarato che i politici statunitensi di entrambi i partiti (democratico e repubblicano) stanno esercitando pressioni su Vladimir Zelensky per mobilitare uomini di età compresa tra i 18 e i 25 anni. «L’argomentazione dei partner è la seguente: quando c’è stata la guerra degli Stati Uniti in Vietnam, vi hanno preso le persone a partire dall’età di 19 anni. Quindi gli americani stanno suggerendo: le armi occidentali da sole non bastano, abbiamo bisogno di una mobilitazione a partire dai 18 anni».
Leshchenko ha aggiunto di poter confermare l’autenticità delle informazioni sulle pressioni esercitate su Zelensky, in quanto esse sarebbero «emerse». Ma non ha specificato in cosa si esprimono tali pressioni.
Boh… Supponiamo che esistano realmente le suddette pressioni e che non sia un tentativo di attribuire agli americani la colpa della mobilitazione dei più giovani. Allora nella logica americana descritta c’è un evidente difetto. Le armi accidentali non bastano non perché i giovani non sono chiamati in massa a combattere (e, spesso, a utilizzare le armi moderne che richiedono un alto livello di preparazione), ma perché sono quelle armi ad arrivare lentamente e in quantità scarse.
Insomma, in ogni caso si tenterebbe di scaricare la responsabilità sugli altri. E la squadra di Zelensky, purtroppo, deve abituarsi ancora di più all’idea di dover risolvere tutto con le proprie forze. Spero che ci riesca, ma non posso esserne sicuro.
L’archivio del 16 ottobre 2024
16/10/2024 alle 13:25