L’archivio del 2023 год

Le minacce di Volodin

Il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, commentando la futura fornitura europea e americana della arme offensive alla Ucraina, ha scritto sul proprio canale telegram:

Con le loro decisioni, Washington e Bruxelles stanno conducendo il mondo in una guerra terribile: un tipo di azioni militari molto diverse da quelle attuali, in cui gli attacchi vengono effettuati esclusivamente contro le infrastrutture militari e critiche utilizzate dal regime di Kiev.
Data la superiorità tecnologica delle armi russe, i politici esteri che prendono tali decisioni devono capire che questo potrebbe portare a una tragedia di proporzioni globali che distruggerebbe i loro Paesi.

Quale è il concetto chiave di tale dichiarazione? Il concetto chiave è la presunta «superiorità tecnologica delle armi russe» che fino a questo momento è rimasta invisibile agli occhi degli abitanti del nostro pianeta (a meno che non prendiamo in considerazione i cartoni animati che piacciono tanto a Putin).
Da chi è stato menzionato questo concetto? Da un funzionario di livello alto, ma non da uno di quei rappresentanti dello Stato russo che per lavoro sono chiamati a parlare con i rappresentanti degli Stati esteri.
Volodin non capisce quanto il concetto faccia ridere all’Occidente? Penso che lo capisca.
Di conseguenza, come dobbiamo reagire? In nessun modo. Oppure, volendo, fare una risata. Perché è evidente che Volodin si sta rivolgendo al pubblico interno, sta cercando di comunicare al popolo che «la Russia è comunque più forte di tutti, volendo può battere facilmente l’Occidente». Potrebbe sembrarvi strano, ma in Russia c’è ancora chi ci crede.
P.S.: i personaggi considerati all’estero un po’ più di Volodin parlano direttamente dell’uso della bomba atomica, ne parlano in un modo sempre più isterico. Ma, se ci avete fatto caso, non ne parla più il personaggio principale: non so bene il perché, forse spera ancora di apparire «quello buono che trattiene i collaboratori cattivi». Boh, non so.


Zelensky al Forum di Davos

Oggi nella rubrica dei video metto l’intervento di Zelensky al World Economic Forum di Davos. «Semplicemente» perché è sempre meglio sentire da una fonte diretta quei concetti – e non solo quelli – che uno come me spesso tenta di riassumere con le parole proprie.

Più vengono ripetuti quei concetti, prima verranno compresi. Spero…


La musica del sabato

Il 7 dicembre 2022 al Teatro della Scala, in occasione della prima per la stagione 2022/2023, è andata in scena una opera del compositore russo Modest Mussorgsky: di questi tempi potrebbe sembrare una scelta sorprendentemente coraggiosa… Ma a me sembra anche una bella manifestazione di un buon senso dell’umorismo: infatti, l’opera eseguita è stata «Boris Godunov». Le persone non sufficientemente informate per poter apprezzare lo scherzo possono leggere qualche articolo che spiega la trama.
Io, nel frattempo, tento di essere non peggio della Scala (che autostima, ahahaha) e vi propongo la suite per pianoforte «Quadri di un’esposizione» di Modest Mussorgsky. L’interpretazione di questa composizione nel suo formato tradizionale che ho selezionato è di Evgeny Kissin:

Ma aggiungo – per le persone particolarmente interessate – pure una buona versione per l’orchestra:

Non so quale delle due preferite voi…


L’articolo segnalato per questo sabato è dedicato a un singolo aspetto della guerra in Ucraina che attualmente può logicamente essere considerato di importanza non primaria. In effetti, rispetto alla uccisone di migliaia di persone o alla distruzione di ogni forma della infrastruttura civile e dell’industria, il saccheggio di un museo d’arte non è la manifestazione più grave della guerra.
Ma alla fine della guerra sarà sicuramente uno dei tanti campi delle indagini, punti di accusa e ambiti di ricostruzione.
Di conseguenza, oggi vi consiglio «serenamente» l’articolo «Museum Takeaway» dedicato al saccheggio del museo d’arte della città di Kherson. E vi ricordo una importante distinzione che in realtà caratterizza un po’ tutte le barbare di questo mondo: solitamente i militari russi rubano le lavatrici o i bollitori per le proprie famiglie e le opere d’arte per i propri «datori di lavoro».


Sicuramente lo avete già letto. Ieri gli eurodeputati hanno adottato, a maggioranza di voti, una risoluzione per l’istituzione di un tribunale speciale che persegua i vertici politici e militari di Russia e Bielorussia per l’aggressione militare contro l’Ucraina.
Ovviamente sono infinitamente contento per il fatto che si siano finalmente decisi, ma allo stesso tempo capisco benissimo che per ora si tratta solo di una semplice presa di posizione politica. Lo dico non solo perché le risoluzioni del Parlamento europeo non sono vincolanti. Lo dico anche e soprattutto perché capisco bene – come lo capiscono pure molti politici europei – che la maggioranza dei vertici politici russi (ne abbiamo in mente prima di tutto uno) quasi sicuramente non farà in tempo a diventare l’imputato di un tribunale speciale peri crimini di guerra.
Non farà in tempo non perché qualcuno si decida a eliminarlo fisicamente, ma perché è una persona ormai non giovanissima. Attualmente ha 70 anni; chissà quanti ne avrà quando:
a) si arriverà a un compromesso sulla competenza territoriale del giudice (l’istituzione di un tribunale in Ucraina, secondo il diritto internazionale, non è meno logica di un tribunale speciale sul modello di quello dell’Aja);
b) verrà realmente creata la normativa per l’istituzione del tribunale speciale;
c) verranno svolte tutte le indagini;
d) verranno formulate le accuse e individuati i primi imputati;
e) finirà la guerra;
f) gli imputati verranno fisicamente catturati e portati sul territorio del tribunale.
Ecco, ora dovreste immaginare che di anni ne passeranno ancora tanti. Mentre la vita terrestre di ogni umano è naturalmente limitata.
Però la dichiarazione politica del Parlamento europeo è importante. Anche perché potrebbe valere come l’ultimo avvertimento a certi collaboratori dei vertici politici russi.


I successi del grande tattico

Non so se tutti si siano accorti di un episodio apparentemente piccolo, ma in realtà singolare e inimmaginabile fino a qualche mese fa. Il «grande tattico» Vladimir Putin è riuscito pure nella impresa quasi impossibile di perdere un alleato estero storico: la Serbia.
Infatti, ieri il presidente serbo Aleksandar Vucic ha esplicitamente dichiarato, in una intervista al Bloomberg, che per lui la Crimea e il Donbass sono due territori ucraini. Ha aggiunto, inoltre, di non aver parlato con Putin per molti mesi e che, nonostante le relazioni «tradizionalmente buone» tra Belgrado e Mosca, la Serbia non appoggia ogni singola decisione del Cremlino, e nemmeno la maggior parte di esse.
Insomma, con questa guerra Putin non solo sta ottenendo l’esatto opposto degli obiettivi dichiarati (quei pochi che sono stati dichiarati), ma sta anche perdendo più o meno tutto quello che è stato costruito nei decenni precedenti: ora ne abbiamo visto una ennesima conferma.


Wagner S.p.A.

Come probabilmente sapete – per esempio, perché lo avete letto su questo sito – il codice penale russo vieterebbe le compagnie private militari. Come una buona parte delle norme giuridiche russe, anche quella appena citata ha una incidenza casuale sulla vita reale in Russia. Per esempio, non si applica al caso della CMP Wagner.
Ciononostante, in questi giorni si è scoperto che la stessa Wagner a deciso di «mettersi in regola» e diventare una vera azienda regolarmente registrata. Il 27 dicembre 2022 sul Registro statale [russo] unificato delle persone giuridiche è comparsa Centro CMP Wagner Società per Azioni: il suo capitale sociale è quello minimo possibile di 10.000 rubli, i nomi e il numero degli azionisti non vengono resi noti. L’azienda è registrata nell’edificio del complesso di uffici PMC Wagner Centre, inaugurato a San Pietroburgo nel novembre 2022. L’edificio, che ospita anche eventi «patriottici» per gli scolari, è stato costruito da Retail S.p.A., il cui direttore è diventato il ben noto Prigozhin. Il profilo ufficiale della nuova Centro CMP Wagner S.p.A. è «consulenza commerciale e gestionale», il campo di applicazione viene descritto in un modo molto vago…
Ecco: non so a voi, ma a me insospettisce soprattutto la parola gestionale. Cosa e in quale modo verrà gestito nei prossimi anni o mesi?


Mark Milley – il capo dello Stato Maggiore congiunto delle Forze Armate degli Stati Uniti – ha comunicato che il 15 gennaio quasi cinquecento militari ucraini hanno iniziato un addestramento avanzato al combattimento in Germania. L’addestramento avviene nell’ambito di un programma specifico degli USA, dovrebbe durare da cinque a otto settimane e, tra le altre cose, dovrebbe essere mirato al migliorare utilizzo dei sistemi di difesa aerea Patriot.
Di fronte a una notizia come quella appena riportata, nella mia testa iniziano a combattere due personalità diverse: una che si innervosisce ogni qualvolta si intravede l’ombra di una dietrologia e una che, essendo molto ottimista (oppure pessimista, in base al caso concreto), tenta di leggere le notizie in un modo estensivo. In particolare, la seconda personalità sta tentando di interpretare la notizia nel senso che gli USA si siano finalmente decisi fornire più armi moderne e serie alla Ucraina. Dove la parola «più» si intende sia nel quantitativo che quello qualitativo. Ma, ovviamente, «per ora non possono divulgare tutto».
In ogni caso, si osserva una buona tendenza. Si è finalmente giunti – forse – alla conclusione che questa guerra non può essere vinta semplicemente aspettando il crollo del regime putiniano.


I “risultati” della CMP Wagner

Visto che pure in Occidente si scrive e si parla spesso della compagnia privata militare russa Wagner (chissà perché?), è interessante scoprire e comunicare ai miei lettori alcuni dei suoi «risultati».
Cominciamo dal fatto che, ufficialmente, il numero totale di detenuti «sottratti al controllo del Servizio Penitenziario Federale russo» è di 38.244. Tradotto in linguaggio umano: il proprietario della Wagner Prigozhin è riuscito ad arruolare quella quantità dei detenuti, promettendo a loro la libertà, la cancellazione delle condanne, i soldi e la bella vita.
Ma poi leggiamo che al 1° gennaio 2023 ben 29.543 persone arruolate nelle fila della Wagner sono state «cancellate dagli elenchi». Tradotto in linguaggio umano: uccise, ferite, disperse e catturate dagli ucraini.
Le persone amnistiate a termine di 6 mesi di «lavoro» sui campi di battaglia: 106 (0,28% del totale).
Quindi le perdite sono del 77%.
A questo punto è interessante aggiungere che il nuovo «manuale» per i media statali e filo-statali russi non raccomanda più di nominare Wagner. Probabilmente perché Prigozhin aveva detto, mesi fa, che «o combattono i detenuti o combattono i vostri figli»… I detenuti di Prigozhin stanno per finire.
Concludo il post statistico di oggi con le foto di alcuni cartelli pubblicitari, avvistati in diverse città provinciali russe, che invitano ad arruolarsi nella «orchestra W»:
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Inerario §34

Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 34) è dedicato al modo di eliminare i misteriosi – e inutili! – spazi vuoti enormi attorno al bottone PayPal per la raccolta delle donazioni.
Il paragrafo è stato pensato per i proprietari e amministratori dei siti poco esperti del CSS e per gli sviluppatori front-end che per qualche motivo sono finiti in un loop mentale di fronte a un malfunzionamento non causato dal loro lavoro onesto.
https://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo34/