Da un bel po’ di anni non gioco più a giochi per computer (in parte perché ho perso l’interesse e in parte perché ho paura di sprecare troppo tempo trovandone qualcuno che mi possa piacere). In più, mi ricordo che non mi erano mai piaciuti i cosiddetti shooting games: preferivo i giochi di strategia. Di conseguenza, capisco poco e solo in teoria in cosa consiste il famoso gioco «World of Tanks». Però ho letto con una certa soddisfazione che l’azienda Wargaming – lo sviluppatore dei giochi online «World of Tanks» e «World of Warships» – ha annunciato di lanciare un evento di beneficenza (dal 18 ottobre al 1 novembre) in cui donerà i proventi delle vendite dei set di gioco per aiutare l’Ucraina. Non è la prima volta che organizzano una cosa e del genere e, sicuramente, ne organizzeranno ancora.
Però vedo qualcosa di incredibilmente giusto nel fatto che i produttori dei giochi che per tematica principale hanno la guerra (sicuramente la Wargaming non è l’unica al mondo, inoltre esistono i giochi fisici) partecipino attivamente e pubblicamente al sostegno della Ucraina in guerra. Da una parte è un messaggio educativo a molti lettori, dall’altra parte è un messaggio a tutti quegli ignoranti che attribuiscono ai giochi e ai film la colpa dell’aumento della violenza nel mondo (si dimenticano, per esempio, che pure in Europa fino a poco più di cento anni fa la gente andava ad assistere alle esecuzioni della pena di morte).
L’archivio del 19 ottobre 2023
19/10/2023 alle 13:25