Il relativamente breve articolo di questo sabato racconta come e perché la «diplomazia» russa sia caduta così in basso all’epoca di Putin. E del come e perché ha lasciato una parte dei propri compiti tradizionali ad altre organizzazioni note in tutto il mondo.
L’archivio del agosto 2023
I giornalisti di «Mediazona» hanno calcolato – sulla base dei numeri di serie – che nel luglio 2023 il 62% dei decreti presidenziali firmati da Putin non è stato pubblicato. Infatti, tutti i decreti presidenziali vengono numerati in un semplice ordine progressivo dall’inizio dell’anno: se un certo numero non si trova nei documenti pubblicati, significa che è stato assegnato a un decreto segreto. Una percentuale così alta di decreti segreti non si era mai vista durante la permanenza di Putin alla Presidenza della Russia. Inoltre, solo una volta nella storia della Russia moderna la quota di decreti segreti è stata leggermente superiore a quella attuale: il 64% nel gennaio 1999 (alla presidenza c’era ancora Boris Eltsin).
Allo stesso tempo, secondo i risultati dei primi sette mesi, il 2023 è al primo posto in termini di quota di decreti segreti. Durante questo periodo, essi sono risultati essere il 48% del numero totale di documenti firmati da Putin.
A tale statistica – che può interessarvi o meno – si potrebbe aggiungere un dettaglio «curioso» sui documenti firmati da Putin nel 2022. Non si è ancora trovato alcun documento firmato da Putin con il quale sarebbe stato dato l’inizio alla invasione dell’Ucraina il 24 febbraio 2022. Pare che un documento del genere non esista proprio: Putin ha trovato il coraggio di iniziare la vera guerra, ma non di farlo formalmente con il proprio nome.
Il mio sondaggio di agosto riguarda uno dei fenomeni sociali italiani a me più incomprensibili.
Meno comprensibile è solo la tendenza di bloccare tutta la vita proprio in agosto chiudendo un sacco di attività, anche quelle di importanza vitale. In pratica, alcune aziende tolgono ai dipendenti la libertà di andare in ferie quando si vuole (ma i dirigenti dovrebbero saper organizzare il processo produttivo continuo in ogni caso) e vietano ai clienti di vivere una vita quotidiana normale (e regalano i clienti agli imprenditori normali). Ma tutte queste osservazioni non c’entrano con il sondaggio…
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.
Gli esperti del think tank statunitense RAND Corporation Raphael S. Cohen e Gian Gentile ritengono che l’offensiva ucraina del 2023 sia più simile allo sbarco alleato in Normandia nel 1944 che alla Prima guerra mondiale. E, sviluppando l’analogia, non escludono che l’esercito ucraino possa realizzare il suo «sfondamento in Normandia» nelle prossime settimane.
Per quanto mi piacciano queste previsioni, per quanto mi piacerebbe crederci, vorrei comunque che queste cose non venissero pubblicate (se fosse possibile, addirittura le vieterei).
Tutto ciò che fa sperare in una rapida vittoria dell’Ucraina in questa guerra danneggia prima di tutto l’Ucraina, perché porta la popolazione che si difende a una serie di aspettative insoddisfatte, che di conseguenza possono portare all’irritazione e alla perdita di ogni speranza di un lieto fine. È meglio prepararsi a una guerra molto lunga e poi gioire di ogni singolo successo.
Una settimana fa Alexander Lukashenko ha raccontato a Putin che egli (Lukashenko) era «in tensione» con i combattenti della PMC Wagner schierati in Bielorussia, perché quelli volevano «andare a fare un giro a Varsavia». Mentre ieri lo stesso Lukashenko ha definito la propria dichiarazione di prima come uno scherzo.
Perché all’improvviso, senza un apparente motivo, avrebbe deciso di rinunciare all’opportunità di continuare a presentarsi come un eroico «spartano» sulla strada dei «cattivi» (realmente cattivi)?
Naturalmente non lo so, ma posso supporre che qualcuno abbia fatto intendere a Lukashenko che si stava preparando un attacco a uno Stato membro della NATO dal territorio del suo Stato e addirittura nelle condizioni del pieno possesso delle informazioni necessarie da parte sua. Qualcuno gli ha ricordato cosa potrebbe accadere a un Paese che lascia passare o invia degli «escursionisti» armati a «fare un giro» sul territorio della NATO. Lukashenko ha dunque avuto paura: sa che il grande vicino orientale ha già abbastanza problemi militari, quindi potrebbe non essere in grado di proteggerlo.
Ha avuto paura e ha pubblicamente rovesciato il proprio discorso: «in realtà non sapevo nulla, stavo solo scherzando». Insomma, ha «salvato» la propria faccia ben nota e riconoscibile da tempo.
Non so se questo lo possa aiutare.
Possiamo paragonare, per esempio, i tempi di Putler con quelli di Stalin? Intendo dire non tecnicamente, ma legalmente. In Russia non è ancora vietato. Anche se io non avrei comunque rispetato quel divieto…
Quindi, prendiamo il seguente criterio di confronto: i dati quantitativi ufficiali sui crimini di ognuno dei regimi.
I dati ufficiali dell’epoca di Stalin non erano pubblici e in parte sono classificati segreti pure oggi. Gli storici e gli archivisti si sono stancati da tempo di lottare per la libertà di accesso e aspettano semplicemente l’arrivo dei tempi migliori.
I dati ufficiali dell’epoca di Putler sono talvolta «trapelati» grazie alla «collaborazione» di giornalisti veri e funzionari corrotti, e talvolta pubblicati dai funzionari stessi del regime. Ad esempio, Maria Lvova-Belova, ricercata dalla Corte penale internazionale dell’Aia assieme a Putler, ha annunciato ieri la pubblicazione sul sito ufficiale dell’Ombudsman presidenziale russo di un rapporto secondo il quale, nel febbraio 2022, la Federazione Russa «ha accolto circa 4,8 milioni di residenti dell’Ucraina e delle repubbliche del Donbass, di cui più di 700.000 sono bambini». Tra le altre cose, il rapporto afferma che circa 1500 orfani ucraini della «DNR» e della «LNR» sono stati portati in Russia: successivamente, 288 bambini della «DNR» e 92 bambini della «LNR» sono stati affidati a famiglie adottive russe.
In generale, ci sono stati grandi progressi. I complici di Putler sono più generosi sia con gli storici che con i giornalisti. E, naturalmente, con i propri futuri giudici.
Ma questa cosa mi sorprende.