Nel corso del presente secolo, per quasi due decenni, mi aveva preoccupato la crescente militarizzazione della coscienza collettiva russa: un fenomeno alimentato, senza alcun tentativo di mascherarsi, dallo Stato russo. L’estetica militare stava diventando sempre più di moda, creando dei disagi psicologici alla gente mentalmente resiliente.
A partire dal 24 febbraio 2022, poi, mi preoccupa ancora di più l’approvazione (e ancora più spesso l’indifferenza) manifestata dalle grandi masse – nella società russa – verso la guerra iniziata dalla Russia in uno Stato vicino.
Ma, per fortuna, a volte mi giungono anche delle notizie rasserenanti. Per esempio: nei giorni scorsi la direzione di una scuola di Nižnij Novgorod ha distribuito alle famiglie degli iscritti al primo anno scolastico l’uniforme pseudo-militare che gli alunni avrebbero dovuto indossare il primo giorno della scuola, quindi il giorno in cui nelle scuole russe viene svolta la cerimonia festiva dell’inizio dell’anno scolastico. La maggioranza dei genitori si è però pubblicamente lamentata di tale iniziativa, alcuni hanno pure restituito – con una certa l’aria di sfida – l’uniforme alla scuola. Ora la direzione della scuola tenta di giustificarsi, sostenendo di essere stata fraintesa: ora dice che l’uniforme servirebbe per le attività extrascolastiche e per i festeggiamenti del Giorno della Vittoria (9 maggio) e della Giornata del difensore della patria (23 febbraio).
Non so ancora come possa finire questa storia, ma sento già una notevole gratitudine nei confronti di quei genitori. Ma hanno dato un po’ di ottimismo.
L’archivio del 31 Agosto 2023
31/08/2023 alle 13:25